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 29 Maggio 2018 - 15 Sivan 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
Spero sia chiaro ormai che antisemitismo e antisionismo sono due espressioni della stessa radice di odio.
 
Dario
Calimani,
Università di Venezia
E pensare che Stefano Jesurum e io ci conosciamo appena. Ci siamo incontrati forse una o due volte, scambiandoci poco più di un saluto. Eppure, già da qualche anno, ci ritroviamo a dialogare di tanto in tanto su queste pagine, confermandoci reciprocamente idee, dubbi e più di una crisi. Il suo più recente Setirot concludeva così:
‘l’ebraismo italiano pubblico pare trovare un proprio senso quasi esclusivamente nel dilaniarsi su Israele e Netanyahu’.
Condivido, una volta di più. E non mi chiedo neppure perché ciò accada. Se ne vede soltanto l’inutilità e il danno.
 
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Il giorno più amaro
Entro oggi la presentazione della lista dei ministri, entro la settimana giuramento e richiesta di fiducia alle Camere. Questo il probabile timing del governo Cottarelli.
I giornali provano a delineare le squadra che si sta formando. Ma a tener banco – oltre alle mosse dei principali leader politici – sono anche le minacce ricevute dal capo dello Stato Sergio Mattarella.
Scrive tra gli altri il Corriere: “Critiche, attacchi e polemiche li aveva messi nel conto, il presidente della Repubblica. Sapeva che la sua decisione sul governo 5 Stelle-Lega non sarebbe stata indolore. Ma la canea che si è scatenata sulla Rete, gli insulti, le accuse di ‘colpo di Stato’, alcuni sindaci leghisti che staccano la sua foto dai municipi, un poliziotto catanese che lo contesta in divisa su un video, gli annunci di manifestazioni nella capitale per il 2 giugno (idea che a qualcuno fa pensare a un replay della marcia su Roma del 1922), tutto questo non lo poteva immaginare”.
Su questa disgustosa immondizia, si legge ancora, “la polizia postale ha aperto un’indagine, con un monitoraggio di siti web e social”.
Il Guardasigilli uscente Andrea Orlando, nel corso di un convegno sugli 80 anni delle Leggi razziste a La Spezia cui è intervenuta anche la Presidente UCEI Noemi Di Segni, ha parlato di “scenario di confronto tra due visioni della democrazia” (Secolo XIX). “Da una parte chi ritiene che la democrazia sia un rapporto con gli altri Paesi, l’integrazione europea che ha garantito settanta anni di pace e gli organismi che garantiscono gli equilibri dei poteri. Dall’altra chi pensa che chi vince può fare quello che vuole. E questa – la sua riflessione – è una percezione pericolosa e illiberale”.
 
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  davar
qui roma - la scomparsa del testimone
Alberto Mieli (1925-2018)
Scompare all’età di 92 anni Alberto Mieli, detto Zi Pucchio, uno degli ultimi Testimoni della Shoah. Nato a Roma il 22 dicembre 1925, venne catturato da fascisti e nazisti nel febbraio del 1944 e quindi, dopo essere transitato a Fossoli dopo una detenzione nel carcere di Regina Coeli, deportato ad Auschwitz Birkenau.
“Non c’è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere” raccontava Alberto nei suoi numerosi incontri con i giovani, nelle scuole, dove ad attenderlo trovava sempre calore e amicizia. Anche per quel suo modo schietto di fare e per la simpatia che subito emanava. Un lottatore, provato dalle esperienze vissute ma mai schiacciato. Un lottatore, ma anche un ambasciatore di speranza.
“Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa” è il titolo della sua biografia, scritta con la nipote Ester. Un viaggio nell’orrore, ricostruito attraverso i suoi occhi di ragazzino. E un fermo impegno verso le nuove generazioni. “Sono felice di essere qui, per ribadire ancora una volta quando sia importante la Memoria. A voi spetta il testimone del ricordo perché orrori del genere non accadano più” aveva sottolineato, alcuni anni fa, in una delle giornate per lui più emozionanti e significative. Il conferimento, da parte dellUniversità degli Studi di Foggia, della laurea honoris causa in Filologia, Letterature e Storia. “Ho visto uomini impazzire per la fame. Ho visto mangiare topi per la fame. Ho visto cose inenarrabili. Per questo chi vive oggi la libertà e la felicità non sa che cosa veramente ha la facoltà di vivere e apprezzare. Soltanto quando ti tolgono la vita – il suo messaggio ai ragazzi – sei in grado di apprezzare il suo valore”.


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sirene d'allarme nel sud del paese
Hamas torna ad attaccare Israele

Colpito anche un asilo nido
“Israele risponderà con fermezza”.
Così il Primo ministro Benjamin Netanyahu al termine del gabinetto di sicurezza convocato questa mattina dopo l’esplosione in mattinata di almeno 27 colpi di mortaio dalla Striscia di Gaza, diretti verso i villaggi e le località israeliane vicine al confine. L’attacco più consistente, come riportato dalla radio militare, degli ultimi anni. Ad essere colpito anche il cortile di un asilo nido a Sderot, per fortuna senza vittime. Gran parte dei lanci è stato intercettato dal sistema Iron Dome. Per tutta la mattina comunque sono risuonate le sirene d’allarme, in particolare a Eskhol, Shaar Hanegev e Sdot Negev.
Il Primo ministro, che ha attribuito ogni responsabilità dell’attacco ad Hamas, ha detto di considerare “molto grave” quanto accaduto nelle scorse ore.
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i lavori dell'ihra a roma
"Memoria, impegno condiviso"
Si è conclusa con una visita alla sede della Fondazione Museo della Shoah, alla vicina sinagoga e al museo ebraico la prima giornata di lavori della plenaria dell’Ihra, la International Holocaust Remembrance Alliance presieduta per il 2018 dall’Italia.
Novità di questa prima occasione annuale di incontro dei circa trecento delegati riunitisi a Roma sono gli otto “Cross cutting workshops”, laboratori interdisciplinare pensati per rimescolare le carte e portare a una collaborazione più stretta tra delegati che vengono da ambiti diversi. Il successo di questa nuova iniziativa è stato subito evidente: “Interessantissimo e pieno di spunti” quello cui ha partecipato il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera e “molto importante e sicuramente utile” quello seguito dall’assessore UCEI alla Cultura David Meghnagi che ha aggiunto: “C’era ovviamente una prevalenza di accademici, ma l’interazione con esperti di altri settori è importante, soprattutto, per esempio, con i responsabili della didattica museale. I musei possono essere un tassello importante per il rafforzamento di un senso, di una sensibilità comune su queste tematiche, che portano poi a una cittadinanza condivisa”. Nel gruppo di lavoro accademico, in parallelo, ha aggiunto, si sta sulle prospettive interdisciplinari, con attenzione particolare ai curricula e alle buone pratiche. “C’è molta attenzione anche al rischio che i musei, specialmente in alcuni Paesi dell’Est, si inseriscano in una dinamica di manipolazione della narrativa storica in conflitto evidente con la verità. Su questo il ruolo dell’Ihra può essere particolarmente importante, va costruito un rapporto costante e continuativo con queste realtà, un’azione di medio lungo periodo in cui gli scambi e il confronto portino a risultati concreti. Altro punto importantissimo è quello della formazione, e anche su questo stiamo ipotizzando più di una iniziativa”.
Dopo le novità della prima giornata i delegati hanno ripreso oggi a confrontarsi all’interno dei quattro Working Group – Academic, Communication, Education e Memorials and Museums – che hanno visto in particolare la prima presentazione all’IHRA del Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah. Simonetta Della Seta, direttore del museo di Ferrara oltre che membro della delegazione italiana, ha raccontato la nascita del progetto, dalla storia dell’antico carcere cittadino alla realtà attuale a quello che il Meis sarà nel 2020/2021 quando saranno terminati tutti e sette gli edifici.
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 IL confronto a la spezia
'Leggi del '38, riflessione attuale'
Un’occasione per riflettere sulla portata storica e morale di quell’infamia, ma anche sulle sue conseguenze ed eredità.
La Fondazione Giorgio Amendola della Spezia, presieduta dal ministro della Giustizia uscente Andrea Orlando, ha aperto il proprio calendario di iniziative dedicato agli “Anniversari” con un approfondimento sugli 80 anni dalla promulgazione delle Leggi razziste da parte del fascismo.
A confronto su questo tema, assieme a Orlando, la Presidente della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni; il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli; il docente universitario Francesco Cassata e il direttore de La Stampa Maurizio Molinari.
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qui casale - la mostra
Quattro sguardi dentro Israele
Uno sguardo inedito su Israele, non documentaristico o di reportage, ma attraverso le immagini di quattro fotografi israeliani capaci di trasmetterci in modo poetico il senso dico vivere in questa terra. È quanto si compie in “Tzurah, Sguardi dentro Israele”, la mostra inaugurata domenica scorsa presso la Comunità ebraica di Casale Monferrato e che raccoglie in Sala Carmi le opere di Ohad Matalon, Yuval Yairi, Noga Shtainer e Naomi Lehen e realizzata grazie anche al contributo di gallerie di spicco come Ncontemporary, e la Podbielsky Contemporary.
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  pilpul
Scenari esplosivi
Quando si parla di disintermediazione, si intende il rapporto diretto tra “popolo” e “potere”, con tutti i significati che quest’ultima parola può assumere. Definizioni spesso altisonanti, che si scontrano con la sfuggevolezza del concetto rappresentato: stanza dei bottoni, Palazzo, poteri forti. Le democrazie liberali si sono strutturate nel Dopoguerra attorno a un principio: non solo era utile, ma addirittura necessario mediare la relazione tra leader e cittadini attraverso partiti, sindacati, categorie e associazioni. L’idea di incoraggiare il pluralismo come pure la capacità delle persone di aggregarsi e organizzarsi.
I movimenti che vengono definiti “populisti”, con tutti i problemi che questa espressione comporta, rifiutano questo schema sociale: affermano di voler creare un ponte diretto tra popolo e capopopolo, respingendo chiunque voglia frapporsi. Ammirazione, immedesimazione e affidamento diretto al tribuno, slegato dai vincoli faticosi del negoziato politico e sociale. Al di là dei giudizi, si potrebbe pensare che questo atteggiamento sia tutto sommato “ebraico”: l’ebraismo rifiuta infatti ogni gerarchia e meccanismo di rappresentanza nel legame tra Uomo e D-o, che non si sostanzia in nessuna figura rabbinica e/o organizzata. Ogni Uomo intrattiene con la divinità una specifica connessione, ed essa è unica, autonoma e non inferiore alle altre.


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Parlino i fatti
La narrazione che per due millenni ha occupato le scene riguardava il deicidio: gli ebrei avevano ammazzato Gesù, e non solo nell’anno 33 ma, nella sostanza, anche in seguito, rendendone responsabili anche i soggetti nati mille anni dopo, e lasciando in ombra la responsabilità dei Romani, come se gli oppressi avessero potuto impartire istruzioni all’oppressore. D’altronde, non si sarebbe potuto predicare il cristianesimo nell’Antica Roma attribuendo la responsabilità del deicidio ai destinatari della predica. Con un ritardo di qualche millennio, grazie anche al Concilio Vaticano II, ogni ebreo che nasce è, in qualche modo, esente da tali colpe.

Emanuele Calò
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