Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
|
Essere
presenti per l'altro, per il vicino e per il lontano, significa gettare
e mantenere ogni giorno le fondamenta di una casa comune benevola,
accessibile a tutti e aperta al mondo che ci circonda. Offrire un
sorriso, un pasto caldo o un tetto per la notte, fare un gesto fraterno
verso il prossimo in difficoltà, può essere simile a ridare vita a
qualcuno, o almeno, alleviarne le sofferenze.
|
|
Leggi
|
Dario
Calimani,
Università di Venezia
|
Nel
1968, sulla scia della guerra dei Sei Giorni, un’ondata di
antisemitismo, fortemente incoraggiato dallo Stato, costringeva gli
ebrei a lasciare la Polonia in massa. La polemica avviata ora dalla
Polonia con la legge che proibisce riferimenti a responsabilità
polacche su campi di sterminio e Shoah sembra voler concentrare
l’attenzione della nazione, ancora una volta, sugli ebrei. È lecito
chiedersi da che cosa la Polonia abbia bisogno di distrarre il suo
popolo con questo spostamento di fuoco sugli ebrei. È tuttavia
ipotizzabile che la cattolica Polonia voglia, una volta di più,
cogliere l’occasione per mostrare che, se mai essa è stata ‘paradisus
judaeorum’ – ma non oltre la metà del Cinquecento –, ora, e da un
pezzo, non lo è più.
|
|
Leggi
|
|
Afrin, dramma per 200mila
|
Il
dramma di Afrin non ferma il presidente turco Erdogan, che afferma:
“Conquistando il centro di Afrin abbiamo compiuto il passo più
importante. Continueremo con Manbij, fino all’eliminazione totale del
corridoio del terrore”.
“Afrin è conquistata – scrive Repubblica – ma 200 mila persone sono
prive di cibo, acqua, elettricità. C’è chi cerca riparo nell’auto e chi
mette la famiglia a dormire sotto gli alberi. I saccheggi infuriano, le
esplosioni continuano. L’offensiva delle truppe turche ha avuto ragione
dell’enclave curda in Siria, però adesso l’emergenza umanitaria diventa
urgente”.
Si terrà giovedì l’annuale cerimonia in ricordo delle vittime delle
Fosse Ardeatine alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella. Scrive Repubblica, che parla polemicamente di storia che
‘si piega al calendario’: “Il Sabato è Shabbat, venerdì c’è
l’insediamento del nuovo Parlamento. E così la 74esima commemorazione
della strage nazista delle Fosse Ardeatine non si terrà nel giorno in
cui l’eccidio è stato compiuto, e neanche nel giorno in cui l’attentato
di via Rasella faceva saltare in aria 30 soldati tedeschi. Ma giovedì,
nel giorno in cui i Gap quell’attentato preso a pretesto per trucidare
335 civili e militari, lo stavano forse ancora preparando”.
“È ora di smettere di parlare di ‘lupi solitari’: si tratta sempre
dell’incitamento palestinese. La strategia terroristica dei palestinesi
è di massa, conta migliaia di morti, si accanisce sulla sovranità
ebraica, spera di terrorizzare non alcune persone, ma un popolo intero
inducendolo alla fuga per liberare l’Ummah islamica”. Così Fiamma
Nirenstein, sul Giornale, a proposito degli ultimi episodi di
terrorismo in Israele. In una breve Il Fatto Quotidiano segnala
l’arresto di un dipendente del consolato francese a Gerusalemme, con
mansioni di autista, fermato con l’accusa di aver usato un mezzo del
consolato per trasportare 70 pistole e due fucili d’assalto a Gaza.
La Stampa, nell’inserto ambientale Tuttogreen, racconta l’allarmante
crisi idrica del Mar Morto (ogni anno un metro di profondità in meno).
“La ritirata delle acque – si legge – è un’esperienza che può
raccontare chiunque abbia visitato l’area negli ultimi 15-20 anni:
hotel che si affacciavano sulla spiaggia ora persi nel deserto, il
corso della strada litoranea ormai lontano dalla costa, resort
abbandonati alla sabbia, la rocca di Masada da cui si contempla solo la
striscia di terra che divide in due il lago”.
|
|
Leggi
|
|
|
il presidente del world jewish congress
"Pace e rapporti con la Diaspora,
il futuro d'Israele è in pericolo"
“Le
ferite autoinflitte di Israele”. Ha scelto le colonne del New York
Times, giornale simbolo del mondo liberal americano, il presidente del
World Jewish Congress Ronald Lauder, notoriamente un conservatore, per
dare un segnale a Israele. Sull'autorevole quotidiano, Lauder ha
infatti analizzato due delle criticità che secondo lui mettono in
pericolo il futuro dello Stato ebraico (secondo Lauder, “lo Stato
ebraico democratico si trova di fronte a due gravi minacce che, a mio
avviso, potrebbero mettere a repentaglio la sua stessa esistenza”): in
primis, per il presidente del Congresso ebraico mondiale il governo di
Gerusalemme deve riprendere in mano la soluzione dei Due Stati per due
popoli. “Sono conservatore e repubblicano e sostengo il partito Likud
dagli anni '80 in poi. Ma la realtà è che 13 milioni di persone vivono
tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. E quasi la metà di loro
sono palestinesi. Se le tendenze attuali continueranno, Israele dovrà
affrontare una scelta difficile: concedere ai palestinesi pieni diritti
e cessare di essere uno Stato ebraico o revocare i loro diritti e
cessare di essere una democrazia. Per evitare questi risultati
inaccettabili, l'unica strada da percorrere è quella dei due Stati”. Il
secondo punto toccato da Lauder, amico personale del Presidente Usa
Donald Trump, è invece legato al rapporto tra Israele e la Diaspora.
“La seconda duplice minaccia – si legge nell'editoriale pubblicato dal
Times - è la capitolazione di Israele nei confronti degli estremisti
religiosi e la crescente disaffezione della diaspora ebraica. La
maggior parte degli ebrei al di fuori di Israele non sono accettati
dagli ultra-ortodossi israeliani, che controllano la vita rituale e i
luoghi santi nello Stato. Sette degli otto milioni di ebrei che vivono
in America, Europa, Sudamerica, Africa e Australia sono
modern-orthodox, conservative, reform (tre diverse correnti interne
all'ebraismo) o laici. Molti di loro hanno avuto l'impressione,
soprattutto negli ultimi anni, che la nazione che hanno sostenuto
politicamente, finanziariamente e spiritualmente stia voltando loro le
spalle”. Leggi
|
qui torino
"Minoranze, Israele casa nostra"
Israele
vista dagli occhi delle minoranze. Questo il tema della serata
organizzata nei locali del Circolo della Stampa dalla Comunità ebraica
di Torino, assieme all’Osservatorio Solomon sulle Discriminazioni e al
Gruppo Sionistico Piemontese. A portare la propria testimonianza sono
le voci di tre giovani israeliani, Jonathan, cristiano maronita,
Muhammad, beduino e Lorena di etnia drusa. Ad introdurre e moderare il
dibattito il professor Enrico Fubini, dopo i saluti istituzionali del
presidente della Comunità ebraica Dario Disegni e del presidente del
GSP Emanuel Segre Amar.
Jonathan, Muhammad e Lorena fanno parte del progetto “Reservists on
Duty – Getting to know Israel”, che ha come obiettivo quello di far
conoscere la realtà israeliana da un punto di vista interno, cioè dai
membri della società, composta da molteplici minoranze, alcune più
conosciute come quella degli arabi israeliani, altre meno come nel caso
degli ospiti della serata. L’iniziativa fa parte di un progetto a
livello mondiale, infatti questo ciclo di incontri iniziato negli Stati
Uniti, si è poi spostato in Europa, adesso in Italia: la serata
torinese verrà replicata nei prossimi giorni anche a Milano, Bologna e
Roma.
Alice Fubini
Leggi
|
il rav e gli studi di stephen hawking
L’universo in un guscio di noce
Negli
scorsi giorni si è parlato molto della scomparsa del noto fisico e
matematico Stephen Hawking, i cui studi hanno segnato alcuni campi
della scienza moderna e di cui negli anni non sono passate inosservate
le controverse posizioni su Israele. Riguardo agli studi di Hawking su
queste pagine aveva scritto rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del
Collegio Rabbinico e ricercatore del Consiglio Nazionale delle
Ricerche. Riproponiamo di seguito il testo del rav.
Nelle sale cinematografiche è proiettato in questi giorni con grande
successo La teoria del tutto, un film in odore di Oscar sulla vita di
Stephen Hawking, il grande fisico noto in tutto il mondo per i suoi
conseguimenti scientifici e accademici raggiunti nonostante sia affetto
da una malattia dei motoneuroni che lo costringe a stare su una sedia a
rotelle e a parlare con un sintetizzatore vocale. Quando, ancora
studente universitario all’inizio degli anni ’60, diagnosticarono la
malattia, gli diedero due anni di vita. E invece è arrivato a ricoprire
la cattedra a Cambridge che fu di Isaac Newton, continua a ricevere
premi e onorificenze e pubblica libri. Il suo bestseller Dal Big Bang
ai buchi neri è stato venduto in tutto il mondo in 10 milioni di copie
(significa che una persona ogni 700 l’ha comprato). Un altro suo libro
è intitolato L’universo in un guscio di noce. E qui arriviamo al
collegamento con Tu BiShvat, il Capodanno degli Alberi. Sostiene
Hawking che l’universo primordiale, immediatamente dopo il Big Bang,
può essere rappresentato da una sfera leggermente appiattita a uno dei
poli e provvista di irregolarità sulla sua superficie. Proprio come una
noce. Queste increspature hanno dato origine alle galassie e ai pianeti
e poi alla vita e alla intelligenza.
Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano e CNR Leggi
|
Giacometta
|
Questa
mattina abbiamo celebrato il Kaddish, la preghiera per i morti, in
occasione del mese dalla morte di Giacometta Limentani. Per molti di
noi un’amica, una maestra, una sorella. Nel corso della sua vita lunga
e feconda Giacometta ha scritto, tradotto, insegnato, interpretato i
testi ebraici. Ma ha soprattutto mantenuto una dimensione artigianale e
umanissima, sostanziando la sua attività culturale in un gran numero di
incontri, lezioni, telefonate e rapporti personali con donne e uomini
assai diversi tra loro. In questo senso ha onorato pienamente la
tradizione ebraica dello studio e dell’insegnamento, che non è mai
un’esperienza solitaria e accademica, ma sempre corale – maieutica e
dialogica – e immediata, non ripetibile e mai scontata
nell’esito.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi
|
|
Storie - Mussolini-Churchill |
Ci
fu davvero un carteggio segreto tra Benito Mussolini e Winston
Churchill? Ed è plausibile che gli americani volessero portare il Duce
alla sbarra, per processarlo come fu fatto con i gerarchi nazisti a
Norimberga, mentre gli inglesi preferivano sparisse al più presto con i
suoi segreti sulla liasion con lo statista britannico? È il tema del
libro di Roberto Festorazzi “Il golpe di Dongo. Renzo De Felice e le
carte segrete sulla fine di Mussolini” (Il Silicio, pp. 300).
Mario Avagliano
Leggi
|
Equivoci sulla Shoah
|
Non
sarà una nota, su Moked, nostra o altrui, a dissipare gli equivoci
sulla Shoah, oppure a precludere la ricerca di soluzioni che possono
pure essere originali, ma che comunque necessitano – absit iniuria
verbis – di riflessioni approfondite e, soprattutto, scientifiche.
Ove si volesse procedere a paragoni, bisognerebbe prima mettere insieme
le caratteristiche distintive della Shoah, per poi compararle con altri
genocidi. Essendovi una abbondante messe di studi, il compito non è
arduo, purché lo si intraprenda. Lo stesso Assessore alla Cultura UCEI
ne è specialista, e quindi rinviamo, per competenza, agli studi di
David Meghnagi.
Emanuele Calò
Leggi
|
|
|