Equivoci sulla Shoah

caloNon sarà una nota, su Moked, nostra o altrui, a dissipare gli equivoci sulla Shoah, oppure a precludere la ricerca di soluzioni che possono pure essere originali, ma che comunque necessitano – absit iniuria verbis – di riflessioni approfondite e, soprattutto, scientifiche.
Ove si volesse procedere a paragoni, bisognerebbe prima mettere insieme le caratteristiche distintive della Shoah, per poi compararle con altri genocidi. Essendovi una abbondante messe di studi, il compito non è arduo, purché lo si intraprenda. Lo stesso Assessore alla Cultura UCEI ne è specialista, e quindi rinviamo, per competenza, agli studi di David Meghnagi.
Ciò premesso, nulla vieta di attingere alla specifica esperienza italiana (e romana), contraddistinta da un insieme inscindibile così conformato:
dalla diffamazione sistematica e dalla attribuzione agli ebrei di presunti addebiti sia propri che altrui;
dalla privazione assoluta o quasi di diritti mediante previsioni normative;
dall’inganno diffuso, come ad esempio nell’offerta di scambiare la dazione d’oro con la salvezza;
dalla ricerca degli ebrei ovunque fossero, anche in capo al mondo, cosa mai accaduta con altre minoranze;
dalla connotazione industriale del massacro, ancorché possa prendere le mosse da uno stillicidio, pianificato in modo così perfetto da aver pressoché raggiunto il proprio obiettivo;
dall’individuazione negli ebrei di un male da sradicare, come detto, ovunque si trovassero.
Beninteso, si tratta di spunti dichiaratamente modesti, tant’è che rinviamo alle trattazioni scientifiche in materia. Nondimeno, dal momento che siamo noi la selvaggina da abbattere anche oggi giorno, il parere delle presunte vittime può non essere appagante ma potrebbe comunque essere preso in considerazione.

Emanuele Calò, giurista

(20 marzo 2018)