Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
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letteratura è quell'incredibile felicità che si ha quando incontri
qualcuno che ha letto un libro che hai profondamente amato, o meglio
ancora, qualcuno che ti ringrazia per avergli regalato o consigliato un
libro che ti era piaciuto.
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Anna
Foa,
storica |
Il
9 giugno del 1937, 81 anni fa, due antifascisti ebrei, i fratelli
Rosselli furono assassinati da sicari del movimento francese di estrema
destra, la Cagoule, a Bagnoles-de-l'Orne, in Normandia. A commissionare
l'assassinio, il regime fascista italiano, in primis Ciano e Roatta.
Carlo Rosselli si trovava a Parigi dal 1929, dopo la sua avventurosa
fuga dal confino di Lipari insieme ad Emilio Lussu e Francesco Fausto
Nitti. Qui aveva fondato il Movimento Giustizia e Libertà, da lì era
andato in Spagna a combattere per la Repubblica.
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Hamas e la minaccia
degli incendi
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Da
marzo a oggi oltre 800 aquiloni incendiari sono stati lanciati verso
Israele dalla Striscia di Gaza. Circa 500 sono stati abbattuti, secondo
i dati del governo israeliano, ma gli altri hanno appiccato 300 incendi
e distrutto due ettari e mezzo di coltivazioni e due ettari di zone
protette. Come racconta oggi La Stampa, l’esercito israeliano in queste
settimane ha dovuto confrontarsi con questa nuova minaccia proveniente
dal fronte palestinese: “in un Paese arido – scrive Giordano Stabile –
basta poco ad appiccare incendi devastanti e gli aquiloni possono
essere lanciati a sorpresa, da qualunque posto, richiedono una
sorveglianza capillare lungo decine e decine di chilometri di confine”.
Per fermare il lancio, l’esercito ha iniziato a usare droni di
sorveglianza, armati con un cannoncino, per individuare i lanciatori e
bloccarli: ieri uno ha sparato “colpi di avvertimento” contro un gruppo
che si preparava al lancio, non ci sono state vittime e i responsabili
hanno desistito. “Gli incendi causano notevoli perdite economiche e a
volte bloccano il traffico per ore, – ricorda il quotidiano torinese –
come ieri sulla superstrada 34 fra Sderot e il kibbutz di Nirim”. Ma
l’esercito israeliano non tiene d’occhio solo il cielo: l’aviazione
militare ha infatti distrutto nel Nord della Striscia un tunnel
terroristico di Hamas che sbucava in mare e consentiva ai suoi sub di
entrare in acqua senza essere scoperti “e così lanciare attacchi contro
Israele” (Messaggero).
Ferrara, la Festa del Libro ebraico. Grande attenzione ha riscontrato
la nuova edizione della Festa del Libro ebraico promossa dal Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara con grandi
protagonisti tra cui lo scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua, che
ha tenuto una lectio magistralis sul significato del libro nella
tradizione ebraica. Dialogando con la direttrice del Meis Simonetta
Della Seta, Yehoshua – come racconta Stefano Lolli sul Quotidiano
Nazionale – ha inoltre rilevato di voler scrivere un breve racconto
“incentrato su una giovane ragazza ebrea, e che si svolgerà, per la
prima volta, in Italia”, forse proprio a Ferrara. Rispetto al
significato della rassegna, il quotidiano raccoglie poi le parole della
presidente UCEI Noemi Di Segni: “Parlare qui del libro ebraico, in
questa sede del Meis, equivale ad affermare che ci interroghiamo sulla
nostra identità, sul nostro poter essere futuro, sul terrore che il
libro che leggiamo sia profezia, anziché memoria”.
I jihadisti italiani. Si intitola “Destinazione Jihad, i Foreign
fighters d’Italia”, lo studio realizzato da Francesco Marone e Lorenzo
Vidino dell’Osservatorio sulla Radicalizzazione e il Terrorismo
Internazionale dell’Istituto per gli studi di politica internazionale
(Ispi): pagine in cui si tracciano nel dettaglio i profili di 125
soggetti partiti per la Siria, l’Iraq e la Libia per unirsi alle
milizie jihadiste quali l’Isis o l’ex Jabhat Al Nusra, sulla base delle
informazioni fornite dal ministero dell’Interno. “Lo scenario italiano
è sicuramente meno prolifico di quello francese o belga. Stiamo
parlando di due foreign fighters per milione di abitanti, contro gli
oltre 46 in Belgio e i 28 in Francia. Inoltre dei soggetti esaminati
soltanto 24 hanno nazionalità italiana”, sottolinea Vidino al Corriere
della Sera.
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la festa del libro ebraico di ferrara
Yehoshua: "Per noi ebrei, i libri
sono salvezza e minaccia"
“Sono
stato in Italia diverse volte, ma solo recentemente ho deciso di
ambientare nel vostro paese una piccola novella, che avrà per
protagonista una giovane ebrea. E ora che ho visto Ferrara, non ho
dubbi: il mio racconto si svolgerà qui! Resterò in città un altro
giorno e potreste vedermi girare per le strade, le piazze e le chiese
col mio taccuino, in cerca di materiale…”.
È con questa notizia che ieri sera, al Teatro Comunale di Ferrara,
Abraham B. Yehoshua ha aperto la sua lectio magistralis, appuntamento
culminante della Festa del Libro Ebraico 2018.
In un’edizione di grande successo e affluenza, che ha avuto come tema
conduttore l’identità, lo scrittore ha risposto all’invito del MEIS di
intervenire sul ruolo del libro nell’ebraismo. E lo ha fatto con la
cifra che lo contraddistingue e che lo colloca tra i maggiori autori
viventi: “Più
che un intellettuale impegnato – ha sottolineato Simonetta Della Seta,
Direttore del MEIS, introducendolo alla platea -, un insegnante che
fino a poco tempo fa incontrava e dialogava con i suoi studenti ad
Haifa. Una persona con i piedi per terra, fortemente radicata nella
cultura israeliana e influenzata dall’ispirazione della moglie Rivka,
psicologa scomparsa nel 2016, che ha infuso nelle sue pagine una grande
sensibilità introspettiva”.
"Il
Museo è molto impressionante già ora che non è finito – ha proseguito
Yehoshua – e trovo di grande importanza che si basi su una legge dello
Stato. Negli ultimi anni, in Europa sono sorti numerosi musei ebraici,
su tutti quelli di Berlino e di Varsavia. Mentre ci vorrà tanto tempo,
sempre che ciò avvenga, prima che ne nascano nei Paesi islamici, dove
fino all’anno Mille viveva il 90 per cento della popolazione ebraica
mondiale. Le tracce di quel passato stanno scomparendo nel mondo
musulmano. Ma questi nuovi musei ebraici intendono preservare il
passato degli ebrei europei prima che venga cancellato e offuscato
dalla forte presenza politica e culturale di Israele, e dei suoi
problemi militari? Oppure è il fenomeno della globalizzazione che
spinge le comunità ebraiche a mantenere le tradizioni locali, prima di
essere travolte dalla modernità? O forse ebrei e non ebrei sono stanchi
e delusi dalle vicende di Israele, dal suo deterioramento politico e
morale, e hanno nostalgia delle comunità, grandi e piccole, sparse per
secoli in tutto il mondo, che con lo studio e l’interpretazione dei
testi sacri hanno dato vita a una loro particolare identità?”.
Interrogativi
che portano inevitabilmente la lectio di Yehoshua ad ancorarsi al
libro, ai libri: “A definire il popolo ebraico ‘popolo del Libro’
furono i musulmani, nel Corano. Li consideravano inferiori, ma non li
costringevano a convertirsi all’islam, perché il testo sacro della
religione ebraica conteneva pur sempre la parola di Dio, ancorché
travisata. Il maggior esponente degli studi di ebraismo, il professor
Gershom Scholem, scrisse che «il popolo ebraico comparve sulla scena
della storia insieme al suo Libro. Il popolo e il Libro erano dunque
intrecciati, sia nella coscienza degli ebrei sia in quella del mondo»”.
(Nell'immagine in alto,
Abraham B Yehoshua assieme alla presidente UCEI Noemi Di Segni, al
presidente della Fondazione Meis Dario Disegni e al direttore del Museo
Simonetta Della Seta. Foto di Marco Caselli Nirmal. Nell'immagine in
centro, Yehoshua in visita al Meis. In basso, con la giornalista della
redazione UCEI Ada Treves) Leggi
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la festa del libro ebraico di ferrara
"L'identità del popolo ebraico
racchiusa nelle pagine scritte"
In
occasione della nona edizione della Festa del Libro ebraico di Ferrara,
promossa dal Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah
(MEIS), la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche ha
pronunciato il seguente discorso.
Con commozione ed entusiasmo vi porto oggi il saluto di tutte le
comunità ebraiche italiane per questa festa del libero ebraico,
ospitata quest’anno nella nuova cornice del MEIS, a riprova che questo
Museo è un luogo nel quale si “espone” il nostro ebraismo, vivo e
vibrante. È festa che è parte del viaggio millenario qui narrato.
Un libro, un qualsiasi libro, crea un rapporto tra lo scrittore e il
lettore, quasi sempre un legame che resta nell’intimo di entrambi,
senza - quasi mai – conoscersi, e certamente non si esaurisce con la
lettura del libro, perché qualcosa di quella lettura resta per sempre.
Ecco nel libro ebraico – se per ebraico volgiamo fare riferimento a
quanto scrive una persona di religione ebraica, o israeliana, o
sull’ebraismo anche da altri – ha qualcosa di speciale. Perché al di là
del rapporto con lo scrittore vi è il rapporto con la propria identità,
con un popolo, con una comunità, con una storia lunga e faticosa, con
un fardello che non è solo quello nostro personale ma di una
collettività. Quando si legge il libro ebraico si fa sempre attenzione
a collocarlo nel tempo e nello spazio rispetto alle generazioni
passate, per quanto potrà valere per le generazioni future, per quanto
cambia o conferma una nostra convinzione.
Noemi Di Segni,
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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israele - terrorista ferisce una 18enne
L'odio palestinese torna a colpire
“Quando
siamo arrivati sulla scena c'è stato un grande subbuglio. Una ragazza
di circa 18 anni era seduta su una sedia all'ingresso di un negozio.
Era cosciente ma aveva diverse ferite nella parte superiore del corpo.
Le abbiamo prestato le prime cure mediche per fermare l'emorragia e
l'abbiamo portata d'urgenza al vicino ospedale HaEmek”. Questo il
racconta di uno dei paramedici arrivati questa mattina in soccorso di
una giovane israeliana di 18 anni, aggredita ad Afula – città nel nord
del Paese – da un terrorista palestinese. L'aggressore, un uomo di 30
anni proveniente da Jenin – nel nord della Cisgiordania -, l'ha
ripetutamente colpita con un coltello per poi fuggire. La ragazza,
raccontano i testimoni, è riuscita a fare pochi passi, fino a un caffè
lì vicino e chiedere aiuto. Dopo l'intervento dei paramedici del Maghen
David Adom, è stata portata d'urgenza all'ospedale HaEmek.
Dall'ospedale fanno sapere che la ragazza ha perso molto sangue e che
le sue condizioni sono serie: dopo che è stata stabilizzata e stata
spostata in terapia intensiva. La polizia ha invece arrestato
l'attentatore, che aveva cercato di scappare. “La polizia ha sparato
all'indagato alla gamba dopo averlo invitato a fermarsi”, fa sapere il
portavoce delle forze dell'ordine israeliane, spiegando che l'uomo “è
stato arrestato con un coltello in suo possesso”. Leggi
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segnalibro
Palermo riscopre La Meschita,
il quartiere ebraico della città
“La
tessera ebraica è preziosa, perché è paradigma del carattere di
condivisione e accoglienza dei siciliani, è parte importante del
‘mosaico’ storico di quest’Isola, formato da incroci di tante culture”.
Lo ha detto Francesco D’Agostino, durante la presentazione del suo
libro “La Meschita. Il quartiere ebraico di Palermo”, pubblicato con le
fotografie di Sandro Riotta dalle Edizioni Kalos.
Il volume è stato presentato alla nona edizione di Una Marina di Libri,
festival della letteratura organizzato dentro l’Orto Botanico
dell’Università degli Studi di Palermo. Con l’autore e Sandro Riotta,
alla presentazione del testo erano presenti: Evelyne Aouate, delegata
della Comunità ebraica napoletana per la sezione di Palermo, e il
giornalista Alessandro Hoffmann, direttore di Radio Spazio Noi.
Daniele Ienna
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la proroga fino al 22 giugno
Ebrei d'Europa e antisemitismo
prosegue l'indagine online
È
stata prorogata fino al 22 giugno l’indagine online sulla percezione
dell'antisemitismo da parte del mondo ebraico europeo voluta
dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra) dell'Unione europea e
condotta dall’Institute for Jewish Policy Research (JPR) in 14 paesi
dell'Ue, tra cui l'Italia (clicca qui – per condividere, il sito è www.eurojews.eu).
Perché è importante partecipare, lo spiegano i ricercatori che stanno
conducendo il progetto: “l’antisemitismo rimane a tutt’oggi una
questione problematica, non solo per gli ebrei, ma per tutti coloro che
lottano contro i crimini d’odio e contro la discriminazione. Il modo in
cui esso si manifesta varia a seconda del luogo e del momento storico e
colpisce persone di origine ebraica in modi diversi e in misure
diverse. Al fine di comprenderne l’attuale natura, questa indagine
cerca di raccogliere la testimonianza diretta delle persone di origine
ebraica che vivono in Europa, indipendentemente dal fatto che essi
percepiscano l’antisemitismo come un problema rilevante, abbiano
assistito direttamente o abbiano avuto esperienza di episodi
antisemiti. In questo modo, il gruppo di ricercatori punta ad ottenere
un quadro dettagliato e complesso dell’antisemitismo contemporaneo in
Europa, così come lo percepiscono e lo vivono gli ebrei europei”. E,
una volta analizzati i dati ottenuti, sarà possibile mettere in campo
strumenti per contrastare concretamente il pregiudizio antisemita,
passaggio obbligato per le istituzioni se vogliono salvaguardare la
convivenza all'interno dell'intera società europea. Come spiegava rav
Jonathan Sacks, infatti: “L’antisemitismo rappresenta l’incapacità di
un gruppo di lasciare spazio a chi è diverso. E poiché siamo tutti
diversi, l’odio che comincia con gli ebrei, non finisce mai con gli
ebrei”.
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Oltremare - Aperitivo |
Ci
sono molti modi con cui misurare la civiltà di un popolo, e come mezza
torinese e mezza veneziana uno dei miei metri è l'esistenza del
concetto di aperitivo. Perché non si può sempre incontrarsi per tutto
il tempo di una cena, o perché a volte è bello poter iniziare la cena
con un anticipo congruo, o perché semplicemente ci si vuol sedere un
attimo dopo la giornata di lavoro ma non avventarsi subito sul cibo.
L'aperitivo è una cosa culturale insomma, a patto che non diventi
apericena, un ibrido insulso e inutile, tanto vale andare direttamente
a cena e fare un po' meno scena. Ma in qualsiasi declinazione,
l'aperitivo chiama alla chiacchiera amena e conviviale, una cosa che in
Israele si è ancora incapaci di fare davanti a un prosecchino e a una
scodella di patatine croccanti.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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