Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Eppure da Bilaam si impara. In fondo crede in Dio, lo teme e lo rispetta. Ma lo fa per paura. Ed è tutto lì.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Quasi
quattrocentomila post dichiaratamente antisemiti in un anno. Si sa, la
rete è un grande sfogatoio e si leggono cose orrende, espressione della
pancia profonda di una certa parte della popolazione tecnologizzata. Ma
la rete è solo uno strumento. Può essere utilizzata in tanti modi,
positivi o negativi, ma è uno strumento. Di conseguenza, la misurazione
delle tendenze di crescita o decrescita dei fenomeni sociali (in questo
caso dell’antisemitismo, ma anche di altri) non può basarsi solo
sull’analisi di quello strumento, assegnandogli un significato di
concretezza che non ha. Sono i fondamenti culturali che producono in
seconda battuta le migliaia di post arrabbiati e infamanti che
divengono l’espressione visibile di quei fondamenti. Il fenomeno va
quindi combattuto all’origine.
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L'Ue trova l’accordo
sulla gestione dei migranti
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Dopo
diverse ore di trattative, protratte fino a tarda notte, è arrivato
l’accordo tra i leader europei. L’annuncio sui social network del
presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: “i 28 leader hanno
trovato un accordo sulle conclusioni del consiglio europeo, inclusa
l’immigrazione”. Il Corriere riporta che rispetto al tema caldo dei
migranti, “a prevalere sarebbe stato il principio di solidarietà tra i
Paesi europei di ‘primo ingresso’”. “Da questo Consiglio esce una
Europa più responsabile e solidale, l’Italia non è più sola”, ha detto
il premier Giuseppe Conte. “Chi arriva in Italia arriva in Europa e
tutte le navi che arrivano nel Mediterraneo devono rispettare le legge
quindi anche le ong e non devono interferire con la guardia costiera
libica”, ha precisato Conte, aggiungendo che c’è “si afferma
chiaramente la necessità di riformare Dublino e quindi anche tenendo
conto delle persone che vengono soccorse in mare”. Secondo il Foglio
però l’accordo siglato non è un successo per l’Italia: il presidente
francese Macron “ha abilmente trascinato Conte verso la soluzione
proposta sin dall’inizio dalla Francia: quella degli hotspot sotto
bandiera europea – chiamati ‘centri controllati’, cioè chiusi – nei
paesi di primo ingresso – Italia, Spagna e Grecia – dove smistare e
separare richiedenti asilo, che saranno condivisi in base alla
solidarietà, e migranti economici, che saranno rimpatriati. L’Italia
può scegliere di partecipare a questo esercizio ‘volontario’”, spiega
il giornalista del Foglio David Carretta, aggiungendo però che c’è una
conseguenza: “solo i paesi che hanno i ‘centri controllati’ potranno
beneficiare della ripartizione dei richiedenti asilo tra alcuni paesi
europei (anche qui è tutto volontario) e dei fondi dell’Ue per
effettuare i rimpatri dei migranti economici”. I quotidiani riportano
la soddisfazione di Macron per l’accordo siglato ma anche quella dei
Paesi di Visegrad, oltre che quella italiana: visti gli interessi
diametralmente opposti in campo, qualcosa non quadra.
I problemi dell’Italia. “Quanto a lungo gli italiani saranno illusi
dalle immagini di una ruspa che abbatte un centro rom o di Di Maio che
siede con i rider? Non lo sappiamo ma la storia insegna che spesso
siamo stati sensibili alle parole roboanti di grandi comunicatori. Le
élite che attendono il governo al varco rischiano di attendere molto e,
un giorno, di assistere inermi all’uscita dall’euro, quando i populisti
perderanno la scommessa di negoziare con l’Europa un grande sforamento
del deficit e nel contempo convincere mercati della loro credibilità
per tenere basso il costo del debito”, è la lucida analisi
dell’economista Roger Abravanel sul Corriere della Sera, che inquadra
le problematiche attuali dell’Italia e ricorda come “la responsabilità
della situazione vissuta dal nostro Paese è delle élite che non hanno
guidato il cambiamento per evitare di perdere i loro privilegi”. Queste
ultime, sottolinea Abravanel, devono “impegnarsi da subito con grande
convinzione nella battaglia per l’euro e per l’Europa, soprattutto per
quello che significano, e non per evitare di uscirne, quanto per
restarci a pieno merito”.
I fallimenti della sinistra internazionale. La Stampa intervista il
politologo Michael Walzer, autore del libro A Foreign Policy for the
Left, incentrato sulle debolezze della sinistra in politica estera. Tra
i temi toccati, quello dei migranti: “non credo nei confini aperti, non
sono un libertario, e penso che i Paesi abbiano diritto a limitare gli
arrivi. – afferma Walzer – La sinistra avrebbe dovuto dire queste cose.
Però se non sei disposto ad aiutare i migranti in Italia o in Francia,
devi farlo nei loro Paesi, per due motivi: solidarietà, e stabilità
internazionale. Questo programma andava lanciato molto tempo fa: non lo
abbiamo fatto, e così abbiamo lasciato il campo aperto alla demagogia
radicale”.
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tende, cibo, vestiti inviati da tsahal
Siriani in fuga, l'aiuto d'Israele
Nel
segno dell'operazione “Buon vicino”, Israele ha trasferito nella notte
diverse decine di tonnellate di aiuti umanitari ai campi profughi nel
sud-ovest della Siria. Un aiuto dettato anche dalla situazione venutasi
a creare nelle scorse ore oltreconfine: decine di migliaia di siriani
stanno infatti fuggendo da un'offensiva portata avanti dalle forze
armate del dittatore Bashar Assad assieme all'esercito russo nella
vicina provincia di Daraa. L'esercito israeliano (Tsahal) ha affermato
che probabilmente continuerà a fornire assistenza umanitaria all'area.
“L'Idf sta monitorando ciò che sta accadendo nel sud della Siria ed è
preparato per una serie di scenari, tra cui continuare a fornire aiuti
umanitari ai siriani in fuga”, ha detto il portavoce militare.
L'operazione è durata diverse ore, fanno sapere delle forze armate
israeliane, e ha portato alla consegna di circa 300 tende, 13
tonnellate di cibo, 15 tonnellate di alimenti per bambini, tre pallet
di forniture mediche e 30 tonnellate di vestiti e scarpe per i
rifugiati. Leggi
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il 4 luglio a roma la lectio di giuliano amato
1938, il silenzio dei giuristi
Prima
attività nazionale per la neonata associazione italiana Avvocati e
Giuristi Ebrei (AGE), con ospite d'onore il professor Giuliano Amato
che sarà chiamato a tenere un intervento sul tema “1938-2018 dal
silenzio dei giuristi di fronte alle leggi razziali alla tutela
costituzionale dei diritti fondamentali”.
L'appuntamento è per mercoledì 4 luglio alle 18, presso lo studio legale Nunziante Magrone a Roma (Piazza di Pietra 26).
L'intervento di Amato, aperto a tutti, sarà seguito (evento in queso
caso riservato) da una presentazione ai soci e candidati soci degli
obiettivi e dei programmi dell'associazione.
Presieduta da Giorgio Sacerdoti, l'AGE è amministrata da un Consiglio
in cui siedono anche Ariel Dello Strologo, Davide Jona Falco, Ruben
Pescara, Giulio Disegni, Maurizio Ruben e Roberto Coen. Leggi
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meis - l'incontro con giulio busi
In viaggio per l'Europa ebraica
seguendo Beniamino da Tudela
Di
lui si sa pochissimo perché, anche nelle pagine scritte di suo pugno,
gli elementi autobiografici scarseggiano. Chi viaggiava nel XII secolo
lo faceva per motivi religiosi o per commercio, quindi forse era un
mercante. Ma il suo testo non ha praticamente nulla della pratica di
mercatura, che nella tradizione italiana del Trecento vede diffondersi
i prontuari con note sugli empori, le piazze, i diritti doganali, le
tariffe, i cambi delle monete.
Il misterioso personaggio è Beniamino da Tudela e su di lui, ieri sera,
il Direttore dell'Istituto di Giudaistica della Freie Universität di
Berlino, Giulio Busi, ha fatto luce al Museo Nazionale dell'Ebraismo
Italiano e della Shoah. Sede non casuale dell’incontro, visto che il
percorso espositivo del MEIS “Ebrei, una storia italiana. I primi mille
anni” si conclude proprio con il “Libro di viaggi” (Sefer massa‘ot)
dell’ebreo navarrese, di cui sono esposte diverse, preziose edizioni. Leggi
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la due giorni organizzata nel milanese
"No a iniziative neofasciste
Siano applicate le leggi"
“Nel
Comune di Abbiategrasso si svolgerà il prossimo 6 e 7 luglio la Festa
del sole, organizzata dal movimento neofascista e antisemita Lealtà e
Azione che si ispira al generale nazista delle Waffen SS Leon Degrelle
e a Corneliu Codreanu, fondatore della Guardia di ferro rumena,
movimento ultranazionalista e antisemita, protagonista di spaventosi
pogrom antiebraici negli anni trenta e quaranta”. Nelle scorse ore il
presidente dell'Anpi Milano Roberto Cenati aveva messo in guardia
politica e istituzioni dall'iniziativa di Lealtà Azione, movimento di
estrema destra e antisemita , che ha avuto il permesso di organizzare
in un comune del milanese una propria manifestazione. Non solo, nel
programma sono previsti interventi di Paolo Grimoldi, segretario della
Lega Lombarda, Igor Iezzi, deputato della Lega, Carlo Fidanza (FdI),
Giulio Gallera, assessore alla sanità della Regione e Stefano Bruno
Galli, assessore regionale all’Autonomia e alla cultura (Lega). A loro,
diverse voci della società civile hanno chiesto di disertare
l'iniziativa. Leggi
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La storia non dimentica |
Cosa
diranno tra venti / trenta / cinquanta / cento / mille anni? Mi rendo
conto che questa domanda è un mio chiodo fisso, quasi un’ossessione,
probabilmente un po’ anche per deformazione professionale. Niente è
così trascurabile o irrilevante da poter contare con certezza
sull’oblio: lettere private (da più di duemila anni leggiamo Cicerone
che sbrodola lodi a Giulio Cesare e poi dopo le Idi di marzo si
affretta a congratularsi con i suoi assassini), diari (il povero Luigi
XVI, quando ha scritto “nulla” alla data del 14 luglio 1789, non
immaginava che dopo aver perso la testa avrebbe perso anche la faccia
di fronte agli studenti del futuro), resoconti di riunioni, assemblee e
incontri privati, battute infelici, previsioni completamente sballate.
Non c’era bisogno che arrivassero i social network per rischiare di
fare figuracce non cancellabili. Devo dire che l’idea non mi pare
affatto angosciante, anzi, la trovo divertente, ed è anche confortante
pensare che ciò che facciamo, diciamo, votiamo, scriviamo potrebbe
essere ricordato anche tra molto tempo.
Anna Segre, insegnante
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"Poi penseremo anche agli ebrei" |
“Prima
occupiamoci dei Rom, dei neri, e dei meridionali. Poi penseremo anche
agli ebrei e a Soros, una cosa alla volta” scrive un sostenitore di
Matteo Salvini in risposta a un post, pubblicato sulla pagina Facebook
del ministro dell'Interno, dove un'immagine accompagna il viso di Soros
a una nave ONG, in perfetto stile Orban. Magari chi ha scritto questo
commento è un “troll” o un provocatore, come verificarlo? Ma queste
parole cariche d'odio e violenza aumentano di giorno in giorno e sono
sempre rivolte verso chiunque non “puramente italiano”. Come ha
rilevato, l'Osservatorio Italiano dei Diritti – Vox, dal 2017 al 2018,
solo su Twitter, l'odio nei confronti di donne, stranieri, musulmani ed
ebrei è aumentato dal 32,45% al 36,93%. Senza che ci siano stati nel
frattempo aumenti di sbarchi, un numero maggiore di reati, o attentati
terroristici nel nostro paese.
Francesco Moises Bassano
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