Paolo Sciunnach, insegnante |
“Questa
è la Chukkah (Statuto non comprensibile razionalmente) della Torah
(Chukkath HaTorah) che D-o ha comandato” (Bemidbar 19, 2)
Or HaChaym (1696 – 1743) si chiede come mai il verso non si esprima
diversamente, avrebbe dovuto dire: “questa è la Chukkah della Parah”,
oppure “questa è la Chukkah della purificazione”. Or HaChaym da una
risposta inequivocabile: è scritto “Questa è la Chukkah di tutta la
Torah”, cioè: Tutte le Mitzvoth della Torah devono essere applicate
come Chok per volontà Divina, senza basarsi su un significato razionale.
|
|
Leggi
|
Anna
Foa,
storica |
Un delizioso pezzetto di Michele Serra su
L’Espresso ci propina qualche bufala “preventiva”: fra le altre, per
esempio, che Bergoglio in realtà è ebreo (come si dice in autobus,
tutti i nomi che finiscono in “oglio” sono ebraici) o addirittura,
udite udite, che Bergoglio è in realtà Soros, travestitosi e fattosi
eleggere papa dal conclave per dirigere dal Vaticano la sostituzione
etnica. Sciocchezze, direte, che ci potrebbe credere? Ma e allora le
oltre diecimila persone che hanno immediatamente condiviso, convinti,
la foto dei Pink Floyd a Venezia fatta passare per una foto dei
migranti che da Tripoli si preparavano a sbarcare in massa in Italia?
Credete, non c’è nulla che possa dirsi davvero salvo dalla credulità
dilagante. Oggi tocca alla minaccia dei malati di mente (colpa della
chiusura dei manicomi, a quando la proposta di eutanasia?), ieri ai
sinti e ai rom. E domani? già, domani è un altro giorno, come diceva
Rossella O’Hara. Ridiamoci sopra, per non piangere.
|
|
 |
Il vertice tra i timori
|
Bruxelles si prepara ad accoglie la due
giorni (mercoledì e giovedì) del vertice Nato. Un appuntamento a cui
l’Europa arriva con una buona dose di preoccupazione visti i toni del
presidente Usa Donald Trump: secondo il Washington Post infatti i
leader europei temono che Trump possa danneggiare seriamente l’alleanza
atlantica. Il presidente Usa, notoriamente critico verso i contributi
versati dai paesi del Vecchio Continente alla Nato, ha scelto
ultimamente come principale bersaglio la Germania, accusata di farsi
difendere a spese degli Stati Uniti. Sullo sfondo poi, un altro
importante appuntamento di cui Trump sarà protagonista: il vertice in
Finlandia con il presidente Russo Vladimir Putin (16 luglio). Sul
tavolo, spiega il Corriere Economia, le sanzioni economiche alla Russia
e la questione siriana, che interessa anche Israele: come ricorda il
Corriere, il governo di Gerusalemme ha chiesto a Mosca di fare
pressione su l’Iran per ottenere che le forze del regime degli
Ayatollah nel sud della Siria si allontanino verso nord-est.
|
|
Leggi
|
|
|
cantore della libertà ad aquisgrana Max Fuchs (1922-2018)
Per
la prima volta in Germania, dopo anni di persecuzione spietata, le
parole del rito ebraico tornavano ad occupare lo spazio pubblico. A
Berlino il nazismo era ancora al comando, ma si aprivano le prime
brecce che avrebbero portato alla capitolazione del regime. Ad Aachen,
capoluogo della Renania Settentrionale-Vestfalia da poco liberato, a
pochi chilometri dal confine con Belgio e Paesi Bassi, un soldato si
affianca al cappellano militare che officia davanti a 50 soldati ebrei
americani. Manca un cantore, e lui forte della sua bella voce si presta
senza esitazione. Insieme, celebrano lo Shabbat. Immagini, parole e
canti che presto faranno il giro del mondo.
“Un’emozione indiscernibile” avrebbe raccontato anni dopo quel soldato,
Max Fuchs, in una intervista rilasciata all’American Jewish Committee.
Nato a Rzeszow in Polonia, emigrato insieme alla famiglia a New York a
metà degli Anni Trenta, negli Stati Uniti aveva iniziato a ricostruirsi
una vita. E con la divisa dell’esercito del suo nuovo paese aveva
liberato l’Europa dal mostro.
Leggi
|
Oltremare
- Lavori in corso
|
Una
cosa cui si fa l’abitudine in Israele sono strade, autostrade,
quartieri e a volte città intere in costruzione. Si smette presto di
vederli perché fanno parte del paesaggio quotidiano, ma a pensarci a
mente fredda è una specie di assurdo: il paese è piccolo e stretto, la
maggior parte del territorio israeliano è desertico, e la costa è
oramai quasi tutta pesantemente costruita e abitata. Eppure, non
importa dove si è, basta fare un paio di chilometri in qualunque
direzione per trovare lavori in corso.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
|
|
|