Paolo Sciunnach, insegnante |
Dicono i Maestri: “[dopo la distruzione del
Tempio di Gerusalemme] non vi è per il Santo e Benedetto Egli Sia nel
mondo se non quattro ammoth (due metri) [quadrati] di Halachà soltanto”
(Berachoth 8a). Ma altrove è detto: “non vi è per il Santo e Benedetto
Egli Sia nel mondo se non il tesoro del timore del Cielo” (Berachoth
33b). A questo punto sorge una domanda: quale dei due aspetti è il
principale?
|
|
Leggi
|
Anna
Foa,
storica |
Settantacinque anni fa, tre quarti di
secolo, cadeva il regime fascista. Il Duce veniva arrestato, gli
subentrava il maresciallo Badoglio. La popolazione esultava nelle
piazze, i busti del Duce venivano rovesciati a terra. La guerra non era
finita, e presto, mentre il re e Badoglio fuggivano vergognosamente al
Sud senza lasciare istruzioni, i tedeschi avrebbero invaso metà del
Paese. Iniziava la Resistenza ed iniziava anche la deportazione degli
ebrei. Ma non avrebbero vinto loro: Mussolini, con tutta la sua
retorica nazionalista, sarebbe morto vestito di una divisa tedesca. E
poi sarebbe venuta la Repubblica, e con essa la democrazia, la
Costituzione. Una Costituzione che ancora ci guida, contro tutti quelli
che vorrebbero tornare indietro, riportare il nostro Paese a prima di
settantacinque anni fa.
|
|
 |
La solidarietà di Israele
|
Ampio spazio sui quotidiani italiani
all’operazione portata avanti da Israele tra sabato e domenica per
portare in salvo centinaia di caschi bianchi siriani. “Si tratta di
persone che hanno salvato vite umane e che si trovavano in pericolo di
morte”, ha spiegato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu
parlando della missione che ha condotto 422 persone (98 caschi bianchi
e le loro famiglie) al sicuro, dal sud della Siria alla Giordania
passando dalle alture del Golan. In Giordania resteranno tre mesi e da
lì saranno trasferiti in Canada, Gran Bretagna, e Germania, paesi che –
assieme agli Stati Uniti – hanno chiesto l’aiuto israeliano per salvare
la vita dei caschi bianchi. I generali di Tsahal, scrive il Corriere,
definiscono la missione “unica perché queste persone erano in pericolo:
resta la nostra politica di non intervento nel conflitto siriano”.
“Della guerra che va avanti da sette anni e mezzo (i morti sono più di
500 mila, le Nazioni Unite hanno smesso di contarli) i Caschi Bianchi
sono diventati uno dei simboli.- ricorda ancora il Corriere – Le Forze
di difesa civili sono nate nel 2013 nelle aree controllate dai ribelli:
hanno organizzato le missioni di soccorso nelle città sotto assedio e
sono stati loro a testimoniare quello che stava succedendo”. Dopo
l’operazione di salvataggio, afferma La Stampa, Israele avrebbe poi
condotto un raid aereo in Siria “contro il centro di ricerche militari
a Masyaf nella provincia di Hama, sospettato dai servizi occidentali di
produrre armi chimiche”.
|
|
Leggi
|
|
|
Oltremare
- Semafori
|
In
uno dei miei primissimi “Oltremare” raccontavo dell’uso alternativo che
in Israele si fa, da pedoni, dei semafori. Ossia, allinearsi lungo quel
poco di ombra che il palo e il semaforo stesso fanno a terra, per lo
meno quando l’ombra è in luogo sicuro sul marciapiede e non in mezzo
alla carreggiata. È una delle tante piccole regole di sopravvivenza nei
mesi caldi (quasi tutti) in Medio Oriente.
All’epoca però non sapevo spiegare perchè in Israele ci sono così tanti
semafori: prima e anche dopo ogni singolo incrocio, semafori ovunque,
girati in ogni direzione come i girasoli. Pensavo che fosse perché i
guidatori israeliani sono notoriamente poco disciplinati, un tentativo
di applicare il principio del “repetita iuvant”: più semafori mettiamo
e più c’è speranza che il guidatore ne veda almeno uno e lo prenda in
seria considerazione. Ma non mi pare che il principio funzioni molto.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
|
|
|