Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

27 Luglio 2018 - 15 Av 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
L’altro ieri ho telefonato al mio caro amico Gabriel Negrin, giovanissimo rabbino capo di Atene, uno degli ebrei che più stimo al mondo, per sapere come stava e chiedergli del terribile momento che stanno vivendo. Mi ha risposto: “μια εθνική Screen Shot 2018-07-27 at 05.54.42τραγωδία, mia ethnikí tragodía”. Una tragedia nazionale. E lo ha detto in greco, lingua madre, lingua viscerale per un dolore profondo. Non solo ebraico o comunitario o specifico, nazionale. Stavo ancora pensando al senso immediato e nazionale di quella risposta del giovane amico ebreo greco, quando dalla finestra della mia cucina a Gerusalemme ho visto la bandiera del consolato greco a mezz’asta. μια εθνική τραγωδία.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
I numeri di oggi. 1938: l’anno in cui l’Italia decise che poteva fare a meno per legge di una sua componente umana e storica. 12: i convegni e seminari organizzati dalla Fondazione CDEC o che vedono la sua diretta partecipazione per ragionare in termini scientifici sulla dinamica della legislazione antiebraica del 1938 e sulle sue conseguenze. 5: le mostre che parlano di quell’evento in diversi luoghi d’Italia ai quali la Fondazione CDEC fornisce consulenza e materiale da riprodurre. 4: i film documentari che sono in preparazione o in fase di montaggio – sempre sullo stesso argomento – che verranno presentati nei prossimi mesi e che usufruiscono di materiale archivistico, fotografico e filmato conservato o prodotto dalla Fondazione CDEC. Fra questi, il lavoro di Giorgio Treves, “1938: Diversi”, è stato selezionato nella sezione fuori concorso della Mostra del Cinema di Venezia. Lavorare sodo per catalogare e conservare documenti, mettendoli a disposizione della creatività e del mondo dell’educazione, è un mestiere meraviglioso. E soprattutto utile. Ne siamo orgogliosi.
 
"Italia non sia Far West"
“L’Italia non può assomigliare al Far West, dove un tale compra un fucile e spara dal balcone colpendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro. Questa è barbarie e deve suscitare indignazione”.
È il monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, così intervenuto in occasione della tradizionale Cerimonia del Ventaglio dell’Associazione stampa parlamentare. “Questo clima così rissoso, incattivito, cupo, non gli piace, e non ha paura di dirlo. Sergio Mattarella sogna infatti un ‘Paese ordinato, bene amministrato, coeso’. Ma tutto – sottolinea La Stampa – sembra andare in altra direzione”.

La Stampa segnala l’accoltellamento di tre israeliani da parte di un terrorista palestinese in un insediamento a cinque chilometri a Nord-Est di Gerusalemme. “È l’ultimo episodio – scrive La Stampa – della cosiddetta ‘Intifada dei coltelli’, cominciata nel settembre del 2015 con gli scontri davanti alla moschea di Al Aqsa e proseguita con armi rudimentali, da taglio, o investimenti con automobili e altri mezzi”. Purtroppo la contabilità delle vittime deve essere ulteriormente aggiornata: uno dei tre feriti nel frattempo è morto.
 
Leggi

  davar
israele
Yotam, vittima dell'odio
Aveva 31 anni e due figli piccoli, Yotam Ovadia, aggredito e ucciso nelle notte da un terrorista palestinese. L’aggressore, ha riferito l’esercito israeliano, si è infiltrato nell’insediamento di Adam, in Cisgiordania, scavalcando la recinzione di sicurezza e attaccando con un coltello tre passanti. Uno dei feriti, un civile, è riuscito ad estrarre la pistola e ad aprire il fuoco contro l’attentatore, uccidendolo. Il terrorista è stato poi identificato in Mohammad Tareq Yousef, diciassettenne del villaggio di Kobar (nei pressi di Ramallah).


Leggi

redazione aperta - meis
Rom e Sinti, oltre gli stereotipi
Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah come “luogo di diffusione di conoscenza e di valori”, dove poter scoprire la millenaria cultura ebraica italiana ma anche raccontare le altre minoranze del paese. Da qui, ha spiegato il direttore del Meis Simonetta Della Seta, è nata l'idea di dedicare un appuntamento alla comunità Rom e Sinti, tenutosi nelle scorse ore nelle sale del Museo e organizzato con la collaborazione della redazione del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche. “È un appuntamento che abbiamo programmato con largo anticipo, non legato alle evenienze del momento ma che tocca un tema attuale come la necessità di conoscere l'altro”, ha spiegato Della Seta in apertura dell'incontro, molto partecipato e aperto dai saluti del presidente del Meis Dario Disegni, del prefetto di Ferrara Michele Campanaro e dell'assessore alla Sanità, ai Servizi alla persona e alle Politiche familiari del Comune Chiara Sapigni. “È un'occasione per approfondire una riflessione su una cultura quasi del tutto ignorata, che merita invece di essere conosciuta e valorizzata” ha sottolineato Disegni, che ha ricordato la grande mostra in corso a Parigi al Museo della Storia dell’immigrazione dedicato alle comunità nomadi. Mondes tsiganes. La fabrique des images. Une histoire photographique, 1860-1980, il titolo dell’esposizione, di cui ha parlato più approfonditamente il direttore della redazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale, tra i relatori dell'incontro assieme al regista Ruggero Gabbai, che ha raccontato la propria esperienza personale, parlando del suo documentario Cici daci dom, noi zingri d’Italia (1998). L’ebraista Piero Stefani ha invece introdotto la violinista Lucilla Rose Mariotti, che ha eseguito l'applaudita ballata gypsy per violino solo Dža more della compositrice ceca Sylvie Bodorová e in sala sono stati letti i brani-testimonianza della scrittrice e artista Ceija Stojka, deportata nei Lager nazisti perché Rom e sopravvissuta al genocidio.

Leggi


redazione aperta - la lezione di barzilai
Informazione e autonomia

La risposta dell'Articolo 6
Dignità del lavoro, autonomia professionale, rigore, trasparenza e morale della comunicazione. A 108 anni dalla sua prima applicazione, il Contratto nazionale di lavoro giornalistico non è solo il più antico accordo nazionale di lavoro ancora vigente in Italia, non è solo il presidio ineludibile a tutela dell’autonomia e della dignità dei giornalisti italiani, ma è anche uno dei doni più vivi e più preziosi che la realtà degli ebrei italiani abbia lasciato, nell’ambito del suo percorso bimillenario, alla collettività italiana.
Lo ha ricordato il direttore della Comunicazione e della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Guido Vitale, in occasione dell’assemblea dei giornalisti dell’Unione che ha concluso stamane, a Ferrara, la decima edizione del laboratorio di formazione e aggiornamento professionale Redazione aperta.
Se oggi – ha detto – le voci che immaginano giornalisti sottoposti a indebite pressioni gerarchiche, voci diffuse fra i veleni dei social network e talvolta purtroppo prese ingenuamente sul serio anche da persone serie, appaiono chiaramente alla luce del sole per quello che sono: solo vani e penosi tentativi di destabilizzare e impedire il lavoro dei giornalisti, dobbiamo ringraziare anche colleghi come Salvatore Barzilai. Fu questo giornalista italiano e questo ebreo italiano che all’inizio del Novecento gettò le basi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato unico dei giornalisti italiani.
“Proprio per questo – ha proseguito – la risposta più forte dei giornalisti italiani sta nel dettato dell’Articolo 6 del Contratto nazionale di lavoro e nel voto consultivo di fiducia con cui il direttore sottopone il proprio operato al giudizio dei colleghi della redazione. Tale voto – che di norma avviene solo all’atto della prima nomina – è importante sia ripetuto di anno in anno nel caso di una realtà così complessa, così composita, così ricca di differenze come quella dell’ebraismo italiano, e soprattutto in una stagione di difficili crisi e di profonde mutazioni come quelle che attendono il mondo ebraico e la società italiana in generale”.
L’Assemblea dei giornalisti ha preso in esame problemi e progetti proprio in vista dell’esigenza di affrontare con serenità, con coraggio e con fermezza, un futuro denso di sfide e di necessarie riforme.
Al termine dei lavori l’Assemblea ha proceduto a scrutinio segreto alla votazione, confermando all’unanimità la propria piena fiducia e stroncando sul nascere gli squallidi tentativi di seminare sfiducia e dissidi che si erano registrati in rete negli scorsi giorni.
“A tutti i giornalisti che compongono la redazione – ha commentato il direttore ringraziando i colleghi per la fiducia accordata – si applicano rigorosamente le tutele del Contratto nazionale di lavoro. Un presidio di dignità e di libertà che deve essere un valore per le giovani generazioni, di cui possiamo essere orgogliosi e di cui dobbiamo essere grati. Sta a noi farne l’uso migliore e offrire il nostro contributo di impegno e di speranza in un mondo migliore”.


qui venezia - l'inaugurazione
"Un giardino per raccontarci"
“Un piccolo sogno finalmente realizzato. Un luogo segreto nel cuore del ghetto per scoprire, godendone con calma la pace, i colori e profumi”.
Il sogno di cui parla Gaia Ravà, Consigliera della Comunità ebraica veneziana, è il “Giardino segreto” inaugurato ieri sul retro della Scola Spagnola. Oltre 450 tra piante, alberi ed essenze citate nella Bibbia che hanno trovato collocazione in 110 metri quadrati grazie a un ingegnoso lavoro di valorizzazione di spazi per lungo tempo non utilizzati. In posizione dominante una Sukkah, la capanna della festa autunnale di Sukkot. E tutto intorno una vasta gamma di esemplari: olivo, fico, palma, melograno, mandorlo e molto altra ancora. Persino uno spazio didattico pensato per le scuole e una fontana che, nella simbologia, ricorda il Giordano e i suoi affluenti. Un piccolo gioiello, svelato con orgoglio dalla stessa Ravà (che inizialmente l’aveva ideato per l’Expo milanese, ma che con determinazione non ha smesso di perseguire l’obiettivo negli anni successivi).
Leggi

una vita per la politica e il sociale
Clara Sereni (1946-2018)
“Ebrea per scelta più che per destino, donna non solo per l’anagrafe, esperta di handicap e debolezze come chiunque ne faccia l’esperienza, utopista come chi, radicandosi in quanto esiste qui e oggi, senza esimersi dall’intervenire sulla realtà quotidiana, coltiva il bisogno di darsi un respiro e una passione agganciati al domani”.
Si definiva così Clara Sereni, scomparsa nelle scorse ore all’età di 72 anni. Sono parole tratte da Taccuino di un’ultimista, uno dei suoi scritti più profondi e apprezzati. Figlia di Emilio Sereni e Xenia Silberberg, nipote dell’eroe sionista Enzo, era nata a Roma, dove rimarrà fino al 1991 (anno del suo trasferimento a Perugia). Il suo esordio da scrittrice nel 1974 con Sigma Epsilon, racconto autobiografico di una generazione caratterizzata da un forte impegno politico. Erano poi seguiti, tra gli altri, Casalinghitudine, Manicomio primavera e Il gioco dei regni.
Leggi

qui roma - l'evento
Una festa per la solidarietà
Un'occasione di incontro e conoscenza, ma anche un impegno per la solidarietà.
Parte dei proventi del Tu Be Av Beach Party organizzato ieri a Fregene da Delet - Assessorato ai giovani della Comunità ebraica romana, in collaborazione con Bet Michael e European Center of Jewish Students, servirà infatti a finanziare progetti per bambini meno fortunati.
Oltre trecento i ragazzi italiani e da tutta Europa presenti. "Sono molto soddisfatta. Non voleva essere soltanto un evento aggregativo, ma anche di scambio internazionale" dichiara l'assessore Giordana Moscati.

secondo posto ai giochi israeliani
Maccabi, il futsal è d'argento
L'oro è sfuggito, sul più bello. Ma resta comunque la soddisfazione di un risultato più che positivo.
Secondo posto per l'Italia nel futsal ai Maccabi Youth Games in svolgimento in Israele.
La compagine azzurra, formata da ragazzi in fascia d'età 14-16, si è arresa soltanto al Brasile.

  pilpul
Peggiorare meno degli altri
Se per attivare la carta del docente mi avessero chiesto di attendere una notte di luna piena non mi sarei troppo sorpresa (tanto più che avrei avuto a disposizione una bella luna luminosa come quella di ieri sera, Tu be-Av): tra le varie richieste bizzarre (codici da trascrivere, documenti da scannerizzare solo in un certo modo, corsa all’ufficio postale dove le impiegate si trovano anche loro di fronte a istruzioni contraddittorie) una di più non avrebbe fatto molta differenza. (Questa grande complicazione è la ragione per cui mi sveglio solo adesso, con quasi due anni di ritardo, ad attivare la carta del docente). Tutti questi adempimenti, insieme alla preparazione delle attività del prossimo anno, che già mi impegna per molte ore, mi fanno riflettere sui paradossi del mio mestiere: vacanze lunghe ma in cui non si smette mai veramente di lavorare, spese per l’aggiornamento rimborsate ma a costo di incredibili peripezie burocratiche. Insomma, siamo supertartassati o superprivilegiati?

Anna Segre, insegnante
Leggi

Stereotipi
Immaginiamo quali reazioni d’indignazione ci sarebbero se un personaggio pubblico affermasse che un medico o un qualunque laureato rom, extracomunitario, ebreo, portoghese, armeno è migliore e preferibile rispetto a un medico “autenticamente” italiano. Eppure sembra che un delinquente straniero è sicuramente peggiore e più pericoloso rispetto al corrispettivo italiano “purosangue”. Anzi è proprio il male assoluto! Quante famiglie di milionari come i Rothschild e quanti “speculatori” della finanza come George Soros esistono al mondo? Però vengono in mente soltanto questi due nomi… E quanti stati esistono con conflitti in corso come Israele? Già, non è certo una giustificazione nell’astenersi da eventuali critiche o al non auspicare alla fine di questo, ma magari se dobbiamo farlo, boicottiamo anche tutti gli altri stati, un po’ per volta.

Francesco Moises Bassano
Leggi




moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.