28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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31 Ottobre 2018 - 22 Cheshvan 5779
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
La Torah, narrando la morte di Sara, così descrive la prima reazione di Abramo: “Abramo venne a far lutto per Sara e per piangerla”. La parola che indica il pianto di Abramo contiene una lettera – la caf – scritta in caratteri più piccoli, quasi ed esprimere – così spiega il midrash – che il patriarca limitò la manifestazione del pianto. Rispetto a questa contenuta espressione di dolore da parte di Abramo riscontriamo invece l’ampiezza che la Torah dedica al racconto dell’acquisto, da parte del patriarca, della grotta di Machpelà a Chevron, come luogo di sepoltura per la moglie, per il quale non si accontenta di un dono gratuito, bensì esige un contratto di acquisto con denaro contante, quale segno di diritto definitivo e irrevocabile su quel terreno. Un segno che quella terra, non solo quella grotta, doveva per sempre rimanere alla sua discendenza.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
"Che vuol dire 'Montecchi'? Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Che cos'è un nome? Quella che chiamiamo 'rosa' anche con un altro nome avrebbe il suo profumo".
Tutti conosciamo le parole del Romeo e Giulietta di Shakespeare, che mi paiono adattissime per definire il ridicolo dibattito alimentato da recenti editorialisti di giornali illustri sulla natura del fascismo. Bisogna stare attenti a gridare al fascismo dove non c’è per non urtare la sensibilità degli elettori?
 
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Le elezioni in Israele
A Tel Aviv si conferma alla guida, con il 44% dei voti, il sindaco uscente Ron Huldai, sfidato dal suo ex vice Asaf Zamir. A Haifa vittoria secca per la laburista Einat Kalish-Rotem che sconfigge il sindaco uscente Jona Yahav, primo cittadino negli ultimi 15 anni, e diventa la prima donna a guidare una delle grandi città d’Israele. A Gerusalemme invece lo spoglio dei voti ha confermando la sconfitta del candidato del Likud Zeev Elkin. Al ballottaggio, il 13 novembre, andranno l’indipendente Ofer Berkovitch e Moshe Lion, sostenuto da due liste di destra. “Le elezioni – ha detto Avi Gabbay, segretario dei laburisti, riferendosi al fatto che il Likud non ha alcun candidato vincente nelle grandi città del paese – indicano che gli israeliani vogliono un cambiamento”.

Il Meis e il Giardino che non c’è. Inaugurata ieri al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano di Ferrara la mostra dell’artista israeliano Dani Karavan, ispirata al giardino immaginario di Corso Ercole I d’Este raccontato da Giorgio Bassani nella sua più celebre opera. Karavan ha deciso di usare proprio quel muro in Corso Ercole I d’Este per costruire il suo Giardino che non c’è e, scrive Corriere Bologna raccontando l’esposizione del Meis, “creare l’entrata in uno spazio vuoto ma al tempo stesso popolato di oggetti. Come i binari di una ferrovia, per far accedere fisicamente il pubblico al luogo e ricordare il tragico destino delle tante famiglie ebraiche italiane che in treno andarono incontro alla morte, deportate dai nazisti neo campi di concentramento”.
 
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  davar
LE ELEZIONI comunali IN ISRAELE
Tel Aviv, confermato Huldai

A Gerusalemme sfida a due
Se a Tel Aviv il risultato era abbastanza scontato, a Gerusalemme la sfida per la guida della città è ancora aperta, con un sorpresa. Nella Città Bianca, come da pronostico, il sindaco laburista Ron Huldai è stato confermato mentre nella Capitale al ballottaggio andranno Moshe Leon, collaboratore sia del ministro della Difesa Avigdor Liberman, leader del partito Yisrael Beitenu, sia del ministro dell’interno Aryeh Deri, leader del partito religioso Shas, e Ofer Berkovich, 35 anni, candidato laico e membro del consiglio comunale uscente. Un po’ a sorpresa rimane fuori dalla corsa Zeev Elkin, ministro per gli Affari di Gerusalemme e dell’Ambiente dell’attuale governo Netanyahu. Elkin era il candidato del Likud e sostenuto dal Premier. La sua sconfitta è un segnale per lo stesso Netanyahu ma è anche figlia dell’accorso siglato da Leon con i partiti religiosi Shas e Degel HaTorah: il loro sostegno è risultato decisivo per la sua affermazione ai danni di Elkin. L’elettorato di Gerusalemme però, scrive Haaretz, non si è innamorato di Leon: quasi tutti i voti che ha ricevuto al primo turno sono il prodotto del citato accordo politico.


(Nell'immagine Berkovich e Leon)

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la ministra trenta in sinagoga
'Lavoriamo per un futuro di pace'
Parteciparono in gran numero, pronti a dare tutto per quella patria che finalmente li riconosceva come cittadini a pieno titolo. Passarono vent’anni e le Leggi razziste sancirono il tradimento. Molti tra i decorati finirono così per essere prima emarginati e poi deportati senza ritorno in un campo di sterminio.
In occasione del centesimo anniversario dalla fine della Grande Guerra la visita del ministro della Difesa Elisabetta Trenta al Tempio Maggiore di Roma ha oggi riaffermato l’importante contributo degli ebrei italiani in quel conflitto al centro in queste settimane di varie iniziative. Una pagina rievocata insieme al rabbino capo rav Riccardo Di Segni, alla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello e alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
“Parteciparono in 5mila da tutta Italia, metà dei quali con il grado di ufficiale. Gran parte dei reduci subì l’effetto delle Leggi razziste. Questo per comprendere la portata di quel tradimento” ha sottolineato la presidente Dureghello dopo un momento solenne davanti alla lapide commemorativa in cui si ricordano gli ebrei romani caduti.
“È fondamentale trasmettere ai nostri giovani cosa è accaduto, l’orrore assoluto che la guerra rappresenta. Solo così non avranno più modo di vederne” ha esortato la presidente Di Segni. Mentre il rabbino capo ha ricordato come, nelle tante biografie accurate che oggi raccontano la partecipazione ebraica alla Grande Guerra, l’ultima riga relativa alla vita tanti decorati “riporti data e luogo della deportazione”. Un fatto angosciante su cui è arrivato l’invito a riflettere.
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la mobilitazione dell'italia ebraica
Pittsburgh, ancora solidarietà
L’attenzione del mondo ancora puntata su Pittsburgh, dove si sono svolti i funerali delle vittime dell’attentato alla sinagoga conservative Tree of Life e dove una veemente contestazione ha accolto il presidente Donald Trump, la moglie Melanie, la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner. L’accusa rivolta da migliaia di manifestanti raccoltisi nei pressi della sinagoga, tra cui diversi membri della congregazione, è di aver contribuito in prima persona a fomentare l’odio che attraversa la società americana. Durissime le parole di Abraham Foxman, storico direttore dell’Anti-Defamation League, che in una intervista con il Times of Israel ha affermato: “Trump è un demagogo e una minaccia per la democrazia”. Dal canto suo il presidente ha ribadito il proprio impegno contro l’antisemitismo. “Nessuna tolleranza”, ha detto.
Proseguono intanto le iniziative di solidarietà in tutta l’Italia ebraica. Domani alle 19 l’appuntamento è al Tempio Maggiore di Roma, per un momento di raccoglimento che si svolgerà alla presenza dell’ambasciatore Lewis Eisenberg. Ieri in sinagoga a Torino il rabbino capo rav Ariel Di Porto ha lanciato un monito contro l'odio. "Una minaccia - ha detto - che non possiamo tollerare in alcuna forma".
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una strada per l'avvocato ferrarese
Contini, traccia antifascista
È un avvocato dal brillante futuro il 32enne ferrarese Nino Contini quando, con l’entrata in vigore delle Leggi razziste promulgate dal fascismo, perde lo studio e viene radiato dall’albo. Vorrebbe emigrare nell’allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele, ma la nascita del secondogenito e le attenzioni del regime vanificano i suoi piani. Il 13 giugno del 1940 è arrestato e da allora inizia un tormentato itinerario al confino: Urbisaglia, Tremiti, Pizzoferrato, Cantalupo del Sannio. Nell’ottobre del 1944, a Napoli, una malattia gli è fatale.
Una vicenda raccontata alcuni anni fa dai figli Leo e Bruno nel volume Nino Contini (1906-1944) quel ragazzo in gamba di nostro padre, pubblicato da Giuntina, nel cui solco gli amministratori di Pizzoferrato hanno voluto rendergli un significativo omaggio: l’intitolazione di una strada in suo onore. “Internato, antifascista, ebreo”, si legge sulla targa.
Commovente la cerimonia svoltasi domenica scorsa nel Comune abruzzese e che si è saldata alle gloriose vicende della Brigata Maiella, unica formazione partigiana del Sud Italia.
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l'esperto israeliano barzilay a roma
"Privacy, un futuro nero"
I dati personali possono realmente manipolare il nostro processo decisionale? E i sistemi possono analizzare il nostro comportamento fino al punto in cui possono prevedere ogni mossa che faremo? È possibile, per le grandi aziende, sviluppare algoritmi in grado di manipolare il modo in cui pensiamo?
Il complesso rapporto tra utilizzo dei dati e tutela della privacy è sempre più centrale nella società e nel mondo del lavoro.
Per questo la Camera di Commercio di Roma, in raccordo con l’ambasciata israeliana in Italia, ha voluto rivolgere queste domande all’esperto di sicurezza informatica Menny Barzilay, intervenuto ieri nella sala del Tempio di Adriano.
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pilpul
Ticketless - L'arca di Saba
Esce, lungamente attesa, nella raffinata veste editoriale di Olschki, la monografia di Marzia Minutelli L’Arca di Saba, frutto di una tesi di dottorato e di un lavoro decennale di scavo. Una impressionante erudizione, una conoscenza e una padronanza dell’opera del poeta triestino come non capitava di vedere da tempo. Bello il titolo, ancora più bello il sottotitolo: «I sereni animali che avvicinano a Dio». Il saggio è dedicato alla costante presenza degli animali lungo l’accidentata strada del Canzoniere, alla zootropia, ma il libro si presenta come la giusta via di accesso al tema dell’ebraismo. Il punto di partenza è colto con arguzia, direi quasi con semplicità, ma non ci aveva mai pensato nessuno: i versetti di Qoheleth (III, 19-21) nella traduzione di Sciaddàl: «Poiché quello che accade agli uomini è anche quello che accade alle bestie, ed hanno tutti uno stesso spirito (alito, respiro): e l’uomo non ha alcun vantaggio sulla bestia, ma sono tutti vanità». S. D. Luzzatto era prozio del poeta, a lui è dedicato uno dei racconti sugli ebrei che ogni ebreo italiano dovrebbe leggere una volta nella sua vita.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Contraddizioni
L’orribile strage di Pittsburg, al di là dello sgomento per la ferocia del crimine, e per il suo carattere di gesto ampiamente preannunciato, meticolosamente programmato e pianificato dal suo autore – che in nessun modo può essere definito ‘pazzo’, in ragione dell’assoluta lucidità e coerenza dei suoi aberranti ragionamenti -, impone delle considerazioni sulla natura delle minacce incombenti oggi, in tutto il mondo, sulla tenuta dei valori di libertà, civiltà e pacifica convivenza e, segnatamente, sulla sicurezza delle varie comunità ebraiche, tanto della diaspora quanto in Israele (un problema, quest’ultimo, che è evidentemente inscritto all’interno del primo).
Mai come stavolta, infatti, si è dovuto constatare come tra le parole e i fatti, le idee e le pallottole, l’odio e la morte, il passo possa essere molto breve.


Francesco Lucrezi, storico
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