Giuseppe Momigliano,
rabbino
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La
Torah, narrando la morte di Sara, così descrive la prima reazione di
Abramo: “Abramo venne a far lutto per Sara e per piangerla”. La parola
che indica il pianto di Abramo contiene una lettera – la caf – scritta
in caratteri più piccoli, quasi ed esprimere – così spiega il midrash –
che il patriarca limitò la manifestazione del pianto. Rispetto a questa
contenuta espressione di dolore da parte di Abramo riscontriamo invece
l’ampiezza che la Torah dedica al racconto dell’acquisto, da parte del
patriarca, della grotta di Machpelà a Chevron, come luogo di sepoltura
per la moglie, per il quale non si accontenta di un dono gratuito,
bensì esige un contratto di acquisto con denaro contante, quale segno
di diritto definitivo e irrevocabile su quel terreno. Un segno che
quella terra, non solo quella grotta, doveva per sempre rimanere alla
sua discendenza.
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Davide
Assael,
ricercatore
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"Che
vuol dire 'Montecchi'? Non è una mano, né un piede, né un braccio, né
un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Che
cos'è un nome? Quella che chiamiamo 'rosa' anche con un altro nome
avrebbe il suo profumo".
Tutti conosciamo le parole del Romeo e Giulietta di Shakespeare, che mi
paiono adattissime per definire il ridicolo dibattito alimentato da
recenti editorialisti di giornali illustri sulla natura del fascismo.
Bisogna stare attenti a gridare al fascismo dove non c’è per non urtare
la sensibilità degli elettori?
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Le elezioni in Israele
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A
Tel Aviv si conferma alla guida, con il 44% dei voti, il sindaco
uscente Ron Huldai, sfidato dal suo ex vice Asaf Zamir. A Haifa
vittoria secca per la laburista Einat Kalish-Rotem che sconfigge il
sindaco uscente Jona Yahav, primo cittadino negli ultimi 15 anni, e
diventa la prima donna a guidare una delle grandi città d’Israele. A
Gerusalemme invece lo spoglio dei voti ha confermando la sconfitta del
candidato del Likud Zeev Elkin. Al ballottaggio, il 13 novembre,
andranno l’indipendente Ofer Berkovitch e Moshe Lion, sostenuto da due
liste di destra. “Le elezioni – ha detto Avi Gabbay, segretario dei
laburisti, riferendosi al fatto che il Likud non ha alcun candidato
vincente nelle grandi città del paese – indicano che gli israeliani
vogliono un cambiamento”.
Il Meis e il Giardino che non c’è. Inaugurata ieri al Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano di Ferrara la mostra dell’artista israeliano
Dani Karavan, ispirata al giardino immaginario di Corso Ercole I d’Este
raccontato da Giorgio Bassani nella sua più celebre opera. Karavan ha
deciso di usare proprio quel muro in Corso Ercole I d’Este per
costruire il suo Giardino che non c’è e, scrive Corriere Bologna
raccontando l’esposizione del Meis, “creare l’entrata in uno spazio
vuoto ma al tempo stesso popolato di oggetti. Come i binari di una
ferrovia, per far accedere fisicamente il pubblico al luogo e ricordare
il tragico destino delle tante famiglie ebraiche italiane che in treno
andarono incontro alla morte, deportate dai nazisti neo campi di
concentramento”.
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LE ELEZIONI comunali IN ISRAELE Tel Aviv, confermato Huldai
A Gerusalemme sfida a due Se
a Tel Aviv il risultato era abbastanza scontato, a Gerusalemme la sfida
per la guida della città è ancora aperta, con un sorpresa. Nella Città
Bianca, come da pronostico, il sindaco laburista Ron Huldai è stato
confermato mentre nella Capitale al ballottaggio andranno Moshe Leon,
collaboratore sia del ministro della Difesa Avigdor Liberman, leader
del partito Yisrael Beitenu, sia del ministro dell’interno Aryeh Deri,
leader del partito religioso Shas, e Ofer Berkovich, 35 anni, candidato
laico e membro del consiglio comunale uscente. Un po’ a sorpresa rimane
fuori dalla corsa Zeev Elkin, ministro per gli Affari di Gerusalemme e
dell’Ambiente dell’attuale governo Netanyahu. Elkin era il candidato
del Likud e sostenuto dal Premier. La sua sconfitta è un segnale per lo
stesso Netanyahu ma è anche figlia dell’accorso siglato da Leon con i
partiti religiosi Shas e Degel HaTorah: il loro sostegno è risultato
decisivo per la sua affermazione ai danni di Elkin. L’elettorato di
Gerusalemme però, scrive Haaretz, non si è innamorato di Leon: quasi
tutti i voti che ha ricevuto al primo turno sono il prodotto del citato
accordo politico.
(Nell'immagine Berkovich e Leon)
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la mobilitazione dell'italia ebraica Pittsburgh, ancora solidarietà L’attenzione
del mondo ancora puntata su Pittsburgh, dove si sono svolti i funerali
delle vittime dell’attentato alla sinagoga conservative Tree of Life e
dove una veemente contestazione ha accolto il presidente Donald Trump,
la moglie Melanie, la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner. L’accusa
rivolta da migliaia di manifestanti raccoltisi nei pressi della
sinagoga, tra cui diversi membri della congregazione, è di aver
contribuito in prima persona a fomentare l’odio che attraversa la
società americana. Durissime le parole di Abraham Foxman, storico
direttore dell’Anti-Defamation League, che in una intervista con il
Times of Israel ha affermato: “Trump è un demagogo e una minaccia per
la democrazia”. Dal canto suo il presidente ha ribadito il proprio
impegno contro l’antisemitismo. “Nessuna tolleranza”, ha detto.
Proseguono intanto le iniziative di solidarietà in tutta l’Italia
ebraica. Domani alle 19 l’appuntamento è al Tempio Maggiore di Roma,
per un momento di raccoglimento che si svolgerà alla presenza
dell’ambasciatore Lewis Eisenberg. Ieri in sinagoga a Torino il rabbino
capo rav Ariel Di Porto ha lanciato un monito contro l'odio. "Una
minaccia - ha detto - che non possiamo tollerare in alcuna forma". Leggi
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una strada per l'avvocato ferrarese Contini, traccia antifascista È
un avvocato dal brillante futuro il 32enne ferrarese Nino Contini
quando, con l’entrata in vigore delle Leggi razziste promulgate dal
fascismo, perde lo studio e viene radiato dall’albo. Vorrebbe emigrare
nell’allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele, ma la
nascita del secondogenito e le attenzioni del regime vanificano i suoi
piani. Il 13 giugno del 1940 è arrestato e da allora inizia un
tormentato itinerario al confino: Urbisaglia, Tremiti, Pizzoferrato,
Cantalupo del Sannio. Nell’ottobre del 1944, a Napoli, una malattia gli
è fatale.
Una vicenda raccontata alcuni anni fa dai figli Leo e Bruno nel volume
Nino Contini (1906-1944) quel ragazzo in gamba di nostro padre,
pubblicato da Giuntina, nel cui solco gli amministratori di
Pizzoferrato hanno voluto rendergli un significativo omaggio:
l’intitolazione di una strada in suo onore. “Internato, antifascista,
ebreo”, si legge sulla targa.
Commovente la cerimonia svoltasi domenica scorsa nel Comune abruzzese e
che si è saldata alle gloriose vicende della Brigata Maiella, unica
formazione partigiana del Sud Italia. Leggi
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Ticketless - L'arca di Saba
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Esce,
lungamente attesa, nella raffinata veste editoriale di Olschki, la
monografia di Marzia Minutelli L’Arca di Saba, frutto di una tesi di
dottorato e di un lavoro decennale di scavo. Una impressionante
erudizione, una conoscenza e una padronanza dell’opera del poeta
triestino come non capitava di vedere da tempo. Bello il titolo, ancora
più bello il sottotitolo: «I sereni animali che avvicinano a Dio». Il
saggio è dedicato alla costante presenza degli animali lungo
l’accidentata strada del Canzoniere, alla zootropia, ma il libro si
presenta come la giusta via di accesso al tema dell’ebraismo. Il punto
di partenza è colto con arguzia, direi quasi con semplicità, ma non ci
aveva mai pensato nessuno: i versetti di Qoheleth (III, 19-21) nella
traduzione di Sciaddàl: «Poiché quello che accade agli uomini è anche
quello che accade alle bestie, ed hanno tutti uno stesso spirito
(alito, respiro): e l’uomo non ha alcun vantaggio sulla bestia, ma sono
tutti vanità». S. D. Luzzatto era prozio del poeta, a lui è dedicato
uno dei racconti sugli ebrei che ogni ebreo italiano dovrebbe leggere
una volta nella sua vita.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Contraddizioni
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L’orribile
strage di Pittsburg, al di là dello sgomento per la ferocia del
crimine, e per il suo carattere di gesto ampiamente preannunciato,
meticolosamente programmato e pianificato dal suo autore – che in
nessun modo può essere definito ‘pazzo’, in ragione dell’assoluta
lucidità e coerenza dei suoi aberranti ragionamenti -, impone delle
considerazioni sulla natura delle minacce incombenti oggi, in tutto il
mondo, sulla tenuta dei valori di libertà, civiltà e pacifica
convivenza e, segnatamente, sulla sicurezza delle varie comunità
ebraiche, tanto della diaspora quanto in Israele (un problema,
quest’ultimo, che è evidentemente inscritto all’interno del primo).
Mai come stavolta, infatti, si è dovuto constatare come tra le parole e
i fatti, le idee e le pallottole, l’odio e la morte, il passo possa
essere molto breve.
Francesco Lucrezi, storico
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