…fascismo

“Che vuol dire ‘Montecchi’? Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Che cos’è un nome? Quella che chiamiamo ‘rosa’ anche con un altro nome avrebbe il suo profumo”.
Tutti conosciamo le parole del Romeo e Giulietta di Shakespeare, che mi paiono adattissime per definire il ridicolo dibattito alimentato da recenti editorialisti di giornali illustri sulla natura del fascismo. Bisogna stare attenti a gridare al fascismo dove non c’è per non urtare la sensibilità degli elettori? Ma come definire quanto avvenuto in Ungheria e in Polonia, dove si è convertito in puro stile mussoliniano uno Stato democratico in uno autoritario? Se l’Italia degli anni ’20 ha davvero fatto scuola è proprio nel tracciare questi passaggi obbligati, che Hitler stesso riprese dopo la sua vittoria elettorale. Insomma, chiamatelo come volete, ma la puzza del fascismo a me pare sempre la stessa.

Davide Assael

(31 ottobre 2018)