Contini, il segno di un antifascista

È un avvocato dal brillante futuro il 32enne ferrarese Nino Contini quando, con l’entrata in vigore delle Leggi razziste promulgate dal fascismo, perde lo studio e viene radiato dall’albo. Vorrebbe emigrare nell’allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele, ma la nascita del secondogenito e le attenzioni del regime vanificano i suoi piani. Il 13 giugno del 1940 è arrestato e da allora inizia un tormentato itinerario al confino: Urbisaglia, Tremiti, Pizzoferrato, Cantalupo del Sannio. Nell’ottobre del 1944, a Napoli, una malattia gli è fatale.
Una vicenda raccontata alcuni anni fa dai figli Leo e Bruno nel volume Nino Contini (1906-1944) quel ragazzo in gamba di nostro padre, pubblicato da Giuntina, nel cui solco gli amministratori di Pizzoferrato hanno voluto rendergli un significativo omaggio: l’intitolazione di una strada in suo onore. “Internato, antifascista, ebreo”, si legge sulla targa.
Commovente la cerimonia svoltasi domenica scorsa nel Comune abruzzese e che si è saldata alle gloriose vicende della Brigata Maiella, unica formazione partigiana del Sud Italia. Con i figli, che hanno presentato il libro nella sala consiliare del Comune, sono tra gli altri intervenuti il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, il sindaco Palmerino Fagnilli, il presidente della Fondazione Brigata Maiella Nicola Mattoscio, il dirigente scolastico Giovanni Orecchioni.

(30 ottobre 2018)