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7 Dicembre 2018 - 29 Kislev 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
Lo shabbat in cui leggiamo la parashà di Miqetz cade sempre in mezzo alla festa di Chanukkah.
C’è un forte nesso fra la parashà, in cui l’argomento centrale di essa è lo “strano” sogno del faraone e la festa di Chanukkah.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
In questo 2018 che va chiudendosi, costellato da eventi evocativi del 1938 e delle leggi razziste, mi sembra passata in sordina una necessaria riflessione sulla fallimentare Conferenza di Evian. In quell’occasione 32 paesi chiamati a trovare una soluzione ai relativamente pochi profughi ebrei (alcune centinaia di migliaia fra Germania e Austria) non seppero e non vollero mettersi d’accordo. Gran parte dei respinti finirono i loro giorni nei campi di sterminio solo poco tempo dopo. I paragoni nella storia non sono mai opportuni: troppo profonde le differenze di contesto e le situazioni geo-politiche.
 
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L'Onu e il voto su Hamas
Niente maggioranza dei due terzi per la risoluzione delle Nazioni Unite contro il gruppo terroristico palestinese Hamas, presentata dall’ambasciatrice statunitense Haley. Ottantasette i voti favorevoli, 58 i contrari, 32 gli astenuti. Il voto è stato così commentato dalla stessa Haley: “Non possiamo parlare di pace in Medio Oriente se non ci troviamo d’accordo su una semplice condanna di Hamas e delle sue azioni terroristiche. Oggi l’Onu aveva la possibilità di farlo. E ha fallito”.

Sì del generale Haftar al piano Onu per la Libia. La conferma è arrivata nel corso dell’incontro avvenuto ieri a Roma con il Premier Conte. L’incontro di ieri mattina – scrive La Stampa – è nel solco dei colloqui che fanno seguito alla conferenza internazionale di Palermo. E tutto va letto in questa chiave, con l’Italia che si propone sul serio di essere un ‘facilitatore’ del dialogo inter-libico. La stella polare italiana resta la road-map definita delle Nazioni Unite”.

Tiene ancora banco, su diversi quotidiani, l’aggressione subita dalla donna rom (già fermata dai vigilantes) da parte di alcuni passeggeri della metro romana. Una vicenda denunciata dalla giornalista Rai Giorgio Rombolà, testimone oculare dei fatti. “Ieri – segnala Repubblica – il post Facebook di Rombolà è stato preso d’assalto dagli odiatori del web e da una pagina social di CasaPound è già partita la gogna nei confronti della ‘cronista che ha difeso la rom ladra’. Il sillogismo è fatto.
 
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  davar
qui roma - la presentazione
Ebraismo italiano, una guida

per gli operatori di polizia
Un utile strumento di accesso a una cultura complessa e che, attraverso una panoramica su storia, feste e tradizioni di questa antichissima comunità presente in Italia da millenni, punta a facilitare il lavoro di chi ogni giorno è anche impegnato nel contrasto a crimini di odio.
È l’obiettivo della Breve guida dell’ebraismo italiano per gli operatori di Polizia, realizzata da Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori della Direzione Centrale della Polizia Criminale e presentata quest’oggi nel corso di un incontro che si è svolto, alla presenza di numerosi dirigenti e operatori delle forze di sicurezza, al Centro Bibliografico UCEI.
“In qualità di Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD) – ha dichiarato il Prefetto Nicolò Marcello D’Angelo – provo un particolare orgoglio nell’aver contribuito, in piena sintonia con l’UCEI, all’elaborazione di questa ‘Breve guida all’ebraismo per operatori di polizia’. Lo scopo di questa iniziativa è quello di aiutare gli operatori di polizia ad espletare al meglio i propri compiti, offrendo loro uno strumento di conoscenza rispetto ad alcune fondamentali specificità dell’ebraismo italiano. Informazioni indispensabili per interfacciarsi nel modo più corretto ed efficiente con le persone di fede ebraica.”
“La proficua collaborazione con l’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD) nella realizzazione di questa guida pratica è prova del solido e intenso rapporto di amicizia che vi è tra l’UCEI e la Polizia e in generale con tutti gli organi di pubblica sicurezza in Italia. La circostanza che ci ha visto qui riuniti oggi – ha sottolineato la Presidente UCEI Noemi Di Segni – è per me l’occasione per rinnovare a tutti coloro che, con instancabile dedizione, sono preposti alla tutela dell’incolumità di istituzioni, comunità e individui, la profonda gratitudine di tutti gli ebrei italiani”.


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l'amarezza di haley e pompeo
Onu, la risoluzione anti Hamas

non ottiene i due terzi dei voti
Nonostante il fronte compatto dei Paesi europei, che si sono espressi in modo unanime, la risoluzione di condanna dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas discussa ieri alle Nazioni Unite non ha ottenuto i due terzi dei voti favorevoli – la maggioranza necessaria, a causa di una richiesta in tal senso del Kuwait approvata dall’Assemblea – e non è stata quindi accolta.
Ottantasette i voti favorevoli, 58 i contrari, 33 gli astenuti. “Non possiamo parlare di pace in Medio Oriente se non ci troviamo d’accordo su una semplice condanna di Hamas e delle sue azioni terroristiche. Oggi l’Onu aveva la possibilità di farlo. E ha fallito” ha commentato l’ambasciatrice americana Nikky Haley, che del voto è stata l’artefice.
Parziale apprezzamento è comunque arrivato dal governo israeliano. “Anche se non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi, questa è la prima volta che la maggioranza dei Paesi dell’Onu vota contro Hamas. Ringrazio quindi tutti gli 87 Paesi che si sono espressi in questo modo” ha commentato il Premier Benjamin Netanyahu.
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qui roma - l'accensione pubblica
Chanukkah, luce sull'isola
Rappresentanti delle istituzioni operanti nel mondo della Sanità, dell’amministrazione comunale e regionale, delle diverse confessioni religiose, all’accensione pubblica della Chanukkiah organizzata dall’Ospedale Israelitico della Capitale in Piazza San Bartolomeo all’Isola.
Un momento di luce e incontro, accompagnato dai canti del coro della scuola ebraica “Vittorio Polacco”. A fare gli onori di casa il presidente dell’Israelitico, Bruno Sed, le cui parole hanno aperto la serata.
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qui roma
Master UCEI, due nuovi diplomi
“I percorsi di teologia politica nell’opera di Jonathan Sacks” e “Gli ebrei ungheresi durante la Seconda guerra mondiale e i tentativi del sionismo di salvare l’ultima grande comunità ebraica d’Europa”. Sono i titoli delle tesi con cui, rispettivamente Federico D’Agostino e Luca Bandiera, hanno concluso il loro percorso di studi del corso in Cultura Ebraica e Comunicazione del Master di Primo Livello UCEI.
Per entrambi – su indicazione della commissione composta dal rav Riccardo Di Segni, relatore della tesi di D’Agostino; dalla direttrice del Meis Simonetta Della Seta, relatrice della tesi di Bandiera, dal professor Massimo Giuliani, dall’assessore UCEI Livia Ottolenghi e dalla coordinatrice del Master Myriam Silvera – il diploma è stato conseguito con il voto di 110 e lode.
Un grande mazal tov!
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qui pisa - il festival 
Nessiah chiude con la Memoria
Gran finale in arrivo per il Festival Nessiah organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa con il sostegno di Fondazione Pisa e Comune di Pisa.
L’ultimo appuntamento – domenica alle 20.30 all’auditorium di Palazzo Blu – sarà un allestimento in forma di concerto con il direttore artistico Andrea Gottfried nel ruolo di pianista e Maestro concertatore e con una dietro una storia importante da raccontare.


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otto giorni otto lumi 
Studiare senza filtri
Nel libro dello Splendore, il Sefer HaZohar, si tramanda il principio che il Signore, la Torà e il popolo d’Israele siano una sola cosa. Così accade che più si è vicini al Signore, più si può raggiungere la profondità della Torà, laddove si posa la Shekhinà, la Presenza Divina, si può comprendere i segreti della Torà. I giorni di Chanukkah sono quelli in cui la Shekhinà è indotta a posarsi nella nostra realtà e questa vicinanza crea la situazione in cui è per noi più facile studiare Torà senza altri fini e di farlo in nome del Signore.


Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
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pilpul
Miracoli e sillogismi
Mi pare estranea alla cultura ebraica l’idea che si possa definire miracolo solo ciò che è scientificamente impossibile. Il miracolo non può essere una negazione della scienza, perché insegnerebbe la sfiducia nella capacità dell’uomo di riparare il mondo. Piuttosto insegna che è possibile cercare sempre nuove vie per riparare il mondo.
Non può essere neppure una negazione della logica, perché annullerebbe ogni possibilità di confronto, discussione e ricerca di soluzioni condivise (e infatti sappiamo che non è appropriato usare i miracoli per far prevalere la propria opinione contro quella della maggioranza). Casomai si potrebbe dire che il miracolo è contro una logica che ingabbia la realtà in schemi rigidi. 


Anna Segre, insegnante
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Gilet gialli
Nell’ultimo ventennio la Francia è stata spesso descritta come un paese minacciato se non “assediato” da una forte componente della popolazione proveniente dalle ex colonie, in parte, di cultura o religione islamica. Una minoranza che sarebbe all’opposto per mentalità e costumi rispetto alla popolazione francese “autoctona”, e quindi incapace di potersi in qualche modo integrare, nonché tendente all’integralismo e incline in ogni momento a mettere a ferro e fuoco le città francesi, come avvenne nel 2005. Fenomeni, come la deriva jihadista o l’antisemitismo che si respira in molti quartieri periferici, sicuramente reali e che non vanno sottostimati, per quanto da slegare da tali retoriche xenofobe o da quelle dello “scontro di civiltà”.
In questi giorni però abbiamo visto lo stesso paese travolto dalla rivolta dei cosiddetti gilets jaunes, un movimento multiforme e proprio per questo difficilmente gestibile.


Francesco Moises Bassano
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L'Espresso e il 1967
In Pagine Ebraiche 24 del 6 dicembre 2018, in un articolo dal titolo “Un Espresso Avvelenato” Valentino Baldacci ricorda il settimanale l’Espresso, sotto la direzione di Arrigo Benedetti e poi di Eugenio Scalfari, per la sua posizione “di netto e chiaro appoggio a Israele” al tempo della guerra dei Sei giorni del giugno 1967.
Ciò non corrisponde a verità, come ricordo bene e come è facile verificare: nel giugno del 1967 l’Espresso, sotto la direzione di Eugenio Scalfari, fu nettamente anti-israeliano, e proprio per questo motivo Arrigo Benedetti, non più direttore ma ancora collaboratore, lasciò il settimanale, dando grande pubblicità al suo passo.


Maurizio Camerini
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