PENSIERO EBRAICO
Teshuvah, libertà di cambiare

La scena che chiude il libro della Genesi è molto significativa. I
fratelli di Giuseppe erano terrorizzati dal fatto che, dopo la morte
del padre Giacobbe, Giuseppe si sarebbe vendicato su di loro per averlo
venduto in schiavitù. Anni prima, aveva detto di averli perdonati:
"Ora, non preoccupatevi e non vi sentite in colpa perché mi avete
venduto. Guardate: Dio mi ha mandato davanti a voi per salvare delle
vite" (Gen. 45,5). Evidentemente, però, gli credettero solo a metà. La
loro paura si basava sul fatto che, come è chiaro dalla precedente
storia di Esaù, ai figli non era permesso di vendicarsi dei loro
fratelli durante la vita del padre. Esaù aveva detto: "Si avvicinano i
giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe"
(Gen. 27:41). Questo è ciò che i fratelli temevano ora: che Giuseppe
non li avesse realmente perdonati, ma che stesse semplicemente
aspettando la morte di Giacobbe. Ecco perché, dopo la morte di
Giacobbe, i fratelli mandarono a dire a Giuseppe: "Tuo padre ha
lasciato queste istruzioni prima di morire: 'Questo è quello che devi
dire a Giuseppe: Ti chiedo di perdonare ai tuoi fratelli i peccati e i
torti che hanno commesso nel trattarti così male. Ora, per favore,
perdona i peccati dei servi del Dio di tuo padre" (Gen. 50:16). Così
Giuseppe dovette dire loro di nuovo che li perdonò: "Non abbiate
paura", disse Giuseppe. "Sono io al posto di Dio? Voi volevate farmi
del male, ma Dio l'ha fatto per il bene, per realizzare ciò sta per
essere raggiunto, la salvezza di molte vite”.
Jonathan Sacks, rabbino
Leggi
tutto
|
|
MACHSHEVET
ISRAEL
Pensare Anne Frank con Cynthia Ozick
“La
storia di Anne Frank, se raccontata in modo veritiero, è una storia
irredenta e irredimibile”. Quando, oltre vent’anni fa, l’intellettuale
ebrea newyorkese Cynthia Ozick scriveva queste parole (in un saggio per
il New Yorker dal titolo “Who Owns Anne Frank?”, appena tradotto in
italiano) avevo terminato da poco la mia dissertation dottorale
all’Università ebraica di Gerusalemme proprio sulle interpretazioni
della Shoà. Sostenuto dalle riflessioni di Hannah Arendt, di Vladimir
Jankélévitch e di Emil Fackenheim, avevo scelto la categoria teologica
dell’irredimibile come chiave della mia ricerca per quello che Ozick
chiama “un programma calcolato per assicurare la più crudele e la più
demoniaca degradazione mai inventata da esseri umani”. E’ una
definizione di Shoah che coglie l’essenziale, e che, come spesso accade
in quest’ordine di discorsi, non riesce a fare a meno di associare
l’agire dell’uomo che si spinge oltre ogni limite di immoralità con la
sfera del meta-umano, del demoniaco appunto. Se l’avessi letta prima,
avrei citato questa straordinaria scrittrice nella mia tesi (a quando
una raccolta dei suoi testi, di fiction e saggistica, in un paio di
Meridiani, come avvenuto per Saul Bellow, Bernard Malamud e Philip
Roth?). La riflessione critica sul destino del famoso Diario
dell’adolescente olandese è una polemica che anticipa di un paio di
decenni i disagi avvertiti anche da noi, a margine degli annuali “riti”
della giornata della memoria. Quella polemica e questi disagi vanno
presi sul serio.
Massimo Giuliani, docente
al Diploma Studi Ebraici, UCEI
Leggi
tutto
|
|
storia
II reporter che rivelò
le bugie di Stalin
Negli
anni Trenta i membri della stampa estera a Mosca conducevano
un'esistenza precaria. Per vivere in Urss, e anche per svolgere il loro
lavoro, avevano bisogno del permesso dello Stato. Senza una firma e il
timbro ufficiale del dipartimento stampa, l'ufficio centrale del
telegrafo non inviava all'estero alcun dispaccio. Per ottenere quel
permesso, i giornalisti contrattavano sistematicamente con i censori
del commissariato del popolo agli Esteri su quali parole potevano
essere usate e cercavano di mantenersi in buoni rapporti con Konstantin
Umanskij, il funzionario sovietico responsabile del corpo stampa
estera. William Henry Chamberlin, allora corrispondente da Mosca del
«Christian Science Monitor», scrisse che il corrispondente estero che
rifiutava di ammorbidire i suoi articoli «lavora sotto una spada di
Damocle: la minaccia dell'espulsione dal paese o del rifiuto
dell'autorizzazione a rientrarvi, il che è ovviamente la stessa cosa».
Anne Applebaum, Il Sole 24 Ore Domenica, 20 gennaio 2019
Leggi
tutto
|
orizzonti
La Shoah attraverso
gli occhi dei bambini
LIl
regista francese Claude Lanzmann, autore dell'opera monumentale Shoah,
ci ha insegnato che la forza della testimonianza dell'orrore e la
verità del racconto dei sopravvissuti alla Shoah non è rappresentabile
in forma di fiction. Eppure per far rivivere le storie di queste
persone al presente non c'è altra via. Figli del destino, la
docufiction sul dramma delle leggi razziali e la Shoah raccontata dal
punto di vista dei bambini (stasera in onda su Rai 1 e presentata nel
pomeriggio al Senato), ci ricorda che anche nella galassia
dell'audiovisivo viviamo tra due epoche. Ci stiamo lasciando alle
spalle, dolorosamente, quella del racconto diretto, con la scomparsa
progressiva della voce dei testimoni, e ci avviciniamo all'epoca in cui
non sarà più possibile registrare memorie e potremo solo tentare di
ricostruirle.
Ariela Piattelli, La Stampa,
23 gennaio 2019
Leggi
tutto
|
|
|
Shir
Shishi - una poesia per erev shabbat
Gea
Raino'.
Sarah Kaminski, Università
di Torino
Leggi
tutto
|
|
|
Pagine
Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni
edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono
rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero
218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di
Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.
|