Yosef Labi, rabbino
di Verona
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In
qualsiasi circostanza, nonostante le difficoltà, Hashem ci guida per la
strada che sa che possiamo affrontare e superare. Anche nel caso in cui
ci trovassimo tra un mare in tempesta e un esercito che cerca di
annientarci, esisterebbe il modo di procedere.
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Giorgio Berruto
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Che
cosa hanno in comune le persone costrette – dalla guerra, da una
legislazione che le priva di alcuni o tutti i diritti, dalla fame,
dall’assenza di lavoro o dall’incapacità di vedere un futuro – a
lasciare la propria casa e quelle che sentono di trovarsi a casa solo
quando tengono una valigia in una mano e un biglietto aereo o
ferroviario nell’altra? Non molto forse.
A trent’anni dalla morte di Bruce Chatwin, i libri dello scrittore
viaggiatore sono probabilmente meno popolari rispetto a quando una
generazione di giovani sognava di percorrere zaino in spalla le steppe
della Patagonia e i deserti dell’Australia centrale.
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Le illusioni di Einstein
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Sono
110 i manoscritti diffusi ieri, quasi tutti per la prima volta,
dall’Einstein Archive dell’Università ebraica di Gerusalemme per
celebrare il 140° anniversario della nascita del padre della
relatività. “Tra le chicche ora consultabili, che integrano uno
schedario da 100 mila voci, l’epistola al figlio datata 11 gennaio 1935
più altre due all’amico Michele Besso, rimasto in Germania, e due
cartoline”, scrive La Stampa. Nella lettera al figlio in Svizzera lo
scienziato esprimerà un cauto ottimismo sul futuro europeo,
sbagliandosi: “Credo che anche che in Germania le cose stiano
lentamente cambiando. Speriamo solo che nel mentre non ci sia una
guerra in Europa. Il riarmo tedesco in sé è certamente molto
pericoloso, ma il resto dell’Europa inizia finalmente a prenderlo sul
serio, specialmente gli inglesi”.
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l'indagine di swg presentata a roma "Europa, sogno da rigenerare"
Quattro
sfide concrete: ricucire le nuove fratture, rigenerare il sogno
europeo, ricostruire il senso di comunità, ridisegnare il ruolo della
UE. Per chi ha a cuore il futuro dell’Europa unita e democratica, un sentiero che non può essere eluso.
È
quanto emerge dall’indagine “Change. L’Europa alla prova del
cambiamento”, realizzata dall’istituto di ricerca SWG con la
collaborazione di altri istituti dei sei Paesi coinvolti nell’indagine
(oltre all’Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna e Polonia),
presentata oggi al Centro Studi Americani di Roma.
È
un vento teso quello che attraversa l’Europa, segnato da una impennata
di sentimenti negativi rispetto a quelli positivi. Un contesto in cui
diffusamente aumentano, conferma la ricerca, “rabbia, disgusto e
paura”. E in cui la chiusura difensiva del “Prima gli…” declinato nei
diversi contesti è in quasi tutti i paesi sopra al 50 %, con numeri
ancor più alti nei cosiddetti ceti popolari. Popolo contro élite: uno
scontro acceso, è stato fatto osservare, “in tutti i paesi”. Leggi
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Setirot
- Speranza
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Sicurezza
vuol dire periferie dove un ragazzo di 19 anni non abbia paura di
essere colpito da un proiettile di pistola che gli segna la vita.
Sicurezza significa dare il diritto a due ragazzi che si vogliono
baciare perché si vogliono bene di non avere paura che qualcuno li
insulti sull’autobus. Sicurezza vuol dire permettere a un ragazzo che
vuole pregare Allah di poterlo fare senza sentirsi deriso. Sicurezza
vuol dire per tanti ragazzi prendere l’autobus e andare a scuola con la
kippà in testa e sentirsi felici e non vittime di insulti o di paure.
Stefano Jesurum, giornalista
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Gita a Milano
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La
settimana è iniziata, dopo lunga e sospirata attesa da parte dei
bambini del Talmud Torà di Firenze, con una gita di più giorni. Mentre
lo scorso anno la trasferta era stata romana, all’insegna dei carciofi
alla giudia in ghetto e della commemorazione del 25 aprile alle Fosse
Ardeatine insieme ai nuovi, temporanei compagni di classe della scuola
ebraica e delle famiglie che li avevano generosamente ospitati,
quest’anno i ragazzi tra i 10 ed i 15 anni sono partiti alla volta di
Milano.
Sara Valentina Di Palma
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Un giorno contro l'odio
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L’estendersi
(meglio sarebbe dire il dilagare) dell’antisemitismo in Europa e anche
nel nostro Paese è sotto gli occhi di tutti, nonostante i silenzi, le
reticenze e la cattiva informazione di tanta parte delle TV e della
stampa, solo che si vogliano usare gli occhi per vedere e le orecchie
per sentire. Antisemitismo che prende le forme più diverse, dalle più
becere e volgari a quelle che vorrebbero assumere le forme della
critica o addirittura dell’analisi politica ma che finiscono tutte per
rafforzare una tendenza che è diventata senso comune: ripetere i più
tradizionali stereotipi antiebraici, disegnare un’immagine distorta e
perfino caricaturale dello Stato d’Israele.
Valentino Baldacci
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