Paolo
Sciunnach,
insegnante
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il pane della sofferenza, che i nostri padri mangiarono in terra
d’Egitto; chiunque ha fame venga e mangi; chiunque ha bisogno venga e
faccia Pesach. Quest’anno siamo qui; l’anno prossimo saremo in terra
d’Israele. Questo anno siamo qui come schiavi; l’anno prossimo saremo
in terra d’Israele liberi.
In che senso “siamo oggi qui schiavi”?
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Anna
Foa,
storica |
Senatrice Liliana Segre, Liliana,
quelli che ti hanno attaccato così vilmente e ignobilmente hanno paura
di te, delle dichiarazioni che fai, di quanto racconti, delle tue
coraggiose prese di posizione. Si nascondono dietro l’anonimato perché
sono vili e non hanno il coraggio di firmare le ignominie che scrivono.
Che si palesino, che mostrino il loro volto orrendo!
Hai con te, vicini a te, tutti quelli che ti hanno ascoltata e amata: i
bambini e i ragazzi a cui hai parlato nelle scuole e che hanno
trattenuto anche il fiato per ascoltarti meglio; coloro che hanno
sentito dentro di sé rinascere la speranza quando sei stata nominata
dal Presidente della Repubblica Senatore a vita; coloro che guardano la
scritta da te voluta, Indifferenza, al Binario 21 e fanno i conti con
la loro coscienza. E tutti ti ringraziano.
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L'utima lezione
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Il
giorno dopo la tragedia aerea in Etiopia, dove il Boeing 737 della
Ethiopian Airlines si è schiantato poco dopo il decollo, i quotidiani
di tutto il mondo ritraggono alcune delle 157 vittime dell’incidente.
Molti dei passeggeri erano diretti a Nairobi per i lavori
dell’assemblea Onu sull’ambiente ed erano volontari di ong (Corriere).
Delle otto le vittime italiane scrive in prima pagina de La Stampa
Gianni Riotta: “morendo in Africa, senza fanfare, senza squilli di
tromba, senza enfasi, come hanno vissuto, i nostri connazionali ci
offrono un’ultima, nobile, lezione. La loro Italia, – scrive Riotta –
l’Italia di tanti milioni di noi, ignorati dalle luci della ribalta ma
non per questo meno formidabili, è la migliore e, a tempo debito,
prevarrà su gradassi, rodomonti, bugiardi. Per questo possiamo chiamare
senza imbarazzo eroi i caduti del Boeing 737, dar loro l’encomio che
meritavano in vita e pregare perché la memoria dei loro sentimenti
resista”.
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la celebrazione
Ferrara, un bar mitzvah speciale Con
sentitissimi “chazak“ conclusivi, in questi ultimi anni, le intonazioni
di Adon Olam per l’Arvit del Venerdì sera sono stati appannaggio, quasi
esclusivo, del giovane Israel.
Riservato, attento, sempre molto preso e pronto al richiamo di rav
Luciano Caro per lo svolgimento di questo suo importante compito…
“corale “, spesso coadiuvato dal fratello minore Isaac.
Ed ecco che, nel Tempio maggiore della sinagoga di Ferrara, dopo il
lungo percorso di studio preparatorio, effettuato sotto la magistrale
guida del rav, è stato celebrato il Bar Mitzvah di Israel Marchetti.
Non casuale la scelta cronologica della celebrazione.
Roberto Patitucci Leggi
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il corteo a sofia "Più tolleranza, più unità" Oltre
1500 partecipanti a un corteo “per la tolleranza e l’unità” organizzato
a Sofia dal Word Jewish Congress in collaborazione con la comunità
ebraica bulgara come risposta a una sfilata neonazista organizzata in
febbraio per le strade della capitale.
“Oggi abbiamo lanciato un chiaro messaggio, dicendo no ai moderni
nazisti, all’odio, alle divisioni nella nostra società” ha sottolineato
il presidente del Congresso ebraico mondiale Ronald Lauder, presente
all’iniziativa.
“Insieme per la Bulgaria, insieme per la Bulgaria” lo slogan del
corteo, che si è svolto sotto l’egida dell’amministrazione municipale.
Al termine della cerimonia il presidente bulgaro Rumen Radev ha
insignito Lauder di un importante riconoscimento assegnato a cittadini
non bulgari distintisi in vari campi. Un’occasione per rafforzare la
collaborazione con il mondo ebraico a tutti i livelli ma anche per
ricordare la speciale storia di salvezza che ebbe per protagonista la
Bulgaria durante la seconda guerra mondiale. Leggi
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Oltremare - Modiin |
Ci
sono ancora luoghi in Israele che io non sono proprio in grado di
comprendere. Non la natura, quella è facile da capire e fare propria,
una volta che ci si è abituati alla sua anima estrema e ci si è
organizzati con bottiglia d’acqua perpetuamente in borsetta, vestiti
appropriati e occhiali da sole d’ordinanza. No, parlo di luoghi del
tutto manufatti, certe città per esempio, come Modiin. Modiin è nella
mia testa un dormitorio di Gerusalemme o di Tel Aviv, posizionata
abbastanza a metà strada e raggiungibile comodamente dalle due città
principali d’Israele. E forse sarà l’imprinting torinese, dove
l’orizzonte a quadretti fa ordine e nessuno può perdersi a meno di non
venire da Marte, ma se mi lasciate in un punto a caso di Modiin senza
gps o Google Maps, io alzo bandiera bianca e aspetto l’arrivo dei
soccorsi.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Controvento - Allarme robot
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La
cultura ebraica è sempre all’avanguardia. Già nel Medioevo circolava la
leggenda del Golem, un umanoide che sfugge al controllo del suo
creatore e minaccia l’umanità. È quello che sta per accadere con i
robot?
Il problema è di grande attualità. Tant’è vero che in tutto il mondo si
sono costituiti comitati etici con lo scopo di creare dei paletti
giuridici alla proliferazione degli umanoidi intelligenti. Nel dicembre
2018 un gruppo di 52 studiosi selezionati dall’Unione Europea (tra cui
4 italiani) ha depositato il primo dossier sul codice etico per i robot
(il documento definitivo è atteso per la fine di marzo). In sintesi,
l’intelligenza artificiale non deve danneggiare l’umanità ma deve
tutelarne la sicurezza fisica, psicologica e finanziaria.
Viviana Kasam
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