Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       12 Maggio 2020 - 18 Iyar 5780
LA FASE DUE A BERLINO 

Ripartire, nel segno di Hannah Arendt

Mascherine, salviette disinfestanti, distanziamento sociale. La vita culturale a Berlino, con tutte le dovute precauzioni, riparte nel segno di Hannah Arendt e della grande mostra dedicatale dal Museo di Storia Tedesca che proprio in queste ore ha aperto i battenti. 
Ferita, ma non piegata dalla crisi sanitaria che ha travolto l’Europa, la capitale tedesca è la prima a riaprire dispiegando una macchina organizzativa formidabile: le proprie istituzioni culturali.

E la scelta di ripartire da Hannah Arendt, come raccontiamo sul numero di maggio di Pagine Ebraiche a breve in distribuzione con tante pagine speciali su questo argomento, va ben al di là della strategia di programmazione culturale. Significa infatti la chiara proclamazione di un’intenzione: porre la filosofa in testa alle speranze di ripresa, indicare il suo immenso lavoro di riflessione sulla contemporaneità come la chiave del nostro futuro.

 

 

IL SOLDATO ISRAELIANO UCCISO NEL CORSO DI UN'OPERAZIONE 

Amit, una vita spezzata dall'odio

“In queste ore difficili mando un abbraccio alla famiglia del sergente Amit Ben-Ygal, caduto nella notte per proteggere tutti noi. I nostri cuori si sono infranti per lo splendore di questa gioventù spezzata, da questa terribile perdita. Ho fiducia che le nostre forze di sicurezza cattureranno i terroristi responsabili e li consegneranno alla giustizia”. Sono le parole di cordoglio inviate dal Presidente d’Israele Reuven Rivlin alla famiglia del giovane soldato Amit Ben-Yigal, ucciso nella notte dal lancio di una pietra durante un’operazione dell’esercito israeliano in un villaggio palestinese nel nord della Cisgiordania. “Come è sempre accaduto negli ultimi anni, il lungo braccio di Israele raggiungerà il terrorista e salderà i conti con lui”, il commento del Primo ministro Benjamin Netanyahu.

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IL VIDEOPILPUL DI QUESTA SERA CON DANIELE MASTROGIACOMO 

"Nelle mani dei terroristi, ecco cosa si prova"

Nel 2007 visse un’esperienza terribile, estrema. Ostaggio per due settimane di un gruppo talebano tra i più feroci, il giornalista Daniele Mastrogiacomo vide sgozzare un altro uomo davanti ai propri occhi e trascorse questo periodo di prigionia, sempre incatenato mani e piedi, con la consapevolezza che la morte poteva arrivare da un momento all’altro. 
Risponde raramente a chi gli chiede di ricordare quei giorni. Ha fatto un’eccezione con Pagine Ebraiche, per parlare del proprio vissuto ma anche per commentare la recente liberazione di Silvia Romano, le emozioni suscitate dal suo arrivo in Italia, le polemiche innescatesi per la sua conversione all’Islam. 
La conversazione con Mastrogiacomo sarà trasmessa nel videopilpul in onda questa sera alle 22.30 sui canali social UCEI e Pagine Ebraiche

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IL VIDEOPILPUL CON GLI EDITORI 

Futuro del libro, sfide e incertezze

Con la fase due torna finalmente a circolare un po’ di ossigeno. Ma è così anche per il mondo del libro? È una delle domande che abbiamo posto nel videopilpul trasmesso ieri sera (qui in versione audio): ospiti della redazione Jacopo Guerriero, capo ufficio stampa di Giunti, e gli editori Carlo Gallucci (Gallucci editore) e Shulim Vogelmann (Giuntina).

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Rassegna stampa

In attesa del rilancio
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Gli animi perversi
Cercherò di essere onesto come non mai, anche a costo di farmi censurare e criticare. Le vicende di Silvia Romano, del prima e del dopo, non sono le notizie che più impegnino la mia attenzione in questi giorni. C’è anche altro al mondo, sofferenze, disperazione, morti strazianti e lutti laceranti e irrecuperabili. Silvia Romano ha fatto le sue scelte. Le ha pagate. Forse le abbiamo pagate, e le stiamo pagando, un po’ anche noi. Ma, di fronte a una vita salvata, nessuna polemica e nessun astio possono trovare spazio ed essere giustificati. Simpatica o antipatica che lei ci stia. Giusta o sbagliata che ci appaia la sua scelta e il modo in cui la spiega e la giustifica.
Dario Calimani
Dov'è la famiglia
Valentino Baldacci ha il pregio di scrivere articoli molto stimolanti; dall’ultimo trarrò uno spunto. Egli fa riferimento ai provvedimenti del Governo che limitano la possibilità di contatti con i parenti fino al sesto grado, escludendola per le persone che – ancorché legate da forti vincoli di amicizia – non posseggono questa caratteristica della consanguineità, anche se poi faticosamente si ammettono eccezioni per persone legate dai cosiddetti “affetti stabili”, cioè, pare di capire, per i fidanzati.
Emanuele Calò
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Epidemia e atteggiamenti collettivi
L’epidemia che ormai e sempre più condiziona le nostre esistenze ha effetti visibili e contrastanti sulla nostra mentalità, sul nostro comportamento. Da un lato la consapevolezza di una comune difficoltà e la partecipazione emotiva alla sofferenza, al sacrificio, ai lutti incrementano in modo esponenziale la condivisione, la solidarietà collettiva, l’attivismo sociale, l’impulso a impegnarsi quanto mai prima nel volontariato anche a distanza attraverso l’impiego dei social.
David Sorani
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