“Amit, una vita spezzata dall’odio”

“In queste ore difficili mando un abbraccio alla famiglia del sergente Amit Ben-Ygal, caduto nella notte per proteggere tutti noi. I nostri cuori si sono infranti per lo splendore di questa gioventù spezzata, da questa terribile perdita. Ho fiducia che le nostre forze di sicurezza cattureranno i terroristi responsabili e li consegneranno alla giustizia”. Sono le parole di cordoglio inviate dal Presidente d’Israele Reuven Rivlin alla famiglia del giovane soldato Amit Ben-Yigal, ucciso nella notte dal lancio di una pietra durante un’operazione dell’esercito israeliano in un villaggio palestinese nel nord della Cisgiordania. “Come è sempre accaduto negli ultimi anni, il lungo braccio di Israele raggiungerà il terrorista e salderà i conti con lui”, il commento del Primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il sergente Ben-Yigal, ha spiegato il portavoce dell’esercito Hidai Zilberman, faceva parte del Battaglione di ricognizione Golani che stava eseguendo una serie di arresti nel villaggio di Yabed in Cisgiordania, ad ovest di Jenin. Mentre i soldati uscivano a piedi dal villaggio dopo gli arresti, un gruppo di giovani palestinesi ha iniziato a lanciare sassi, tra cui quello che ha colpito e ucciso Ben-Yigal. “Il mio incubo si è avverato questa mattina alle 6:30, quando ho visto alla porta un soldato. Sapevo di cosa si trattava”, la dolorosa testimonianza della madre di Amit a ynet.
Nel mentre in Israele, la politica fa il suo corso e continuano le trattative dei due leader Benjamin Netanyahu e Benny Gantz per stilare la lista definitiva dei ministri. Il governo dovrebbe giurare il 14 maggio alle 13 ora locale: il primo ad ottenere la guida del paese sarà Netanyahu, poi la premiership, in una inusuale rotazione, passerà a Gantz. Tra i punti dell’accordo di coalizione è prevista l’annessione di una parte della Cisgiordania, tema tornato di attualità in queste ore per le dichiarazioni provenienti da Washington e da Bruxelles. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, in un’intervista al quotidiano gratuito Israel Hayom, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che nei prossimi giorni sarà a Gerusalemme, non ha confermato o smentito le notizie – diffuse dai media israeliani – secondo cui la Casa Bianca avrebbe chiesto a Israele di ritardare qualsiasi atto di annessione in Cisgiordania. “Ho già detto che questa è una decisione che prenderanno gli israeliani. Voglio capire come la nuova leadership, il futuro nuovo governo, sta pensando di farlo”, ha dichiarato Pompeo. “Condivideremo certamente i nostri giudizi su come possiamo realizzare al meglio la ‘Visione per la pace’ con cui il Primo ministro (Netanyahu) si è trovato d’accordo, e avremo una conversazione dettagliata a riguardo”, ha aggiunto in riferimento al piano, o meglio “Visione di pace”, proposto dagli americani a israeliani e palestinesi diversi mesi fa. Un piano accolto freddamente da molti paesi europei che, secondo quanto rivela Haaretz, sarebbero pronti a sanzionare Israele nel caso in cui portasse avanti le annessioni in Cisgiordania. “C’è un crescente sostegno tra gli Stati dell’Ue per sanzioni volte a dissuadere Israele dall’annessione di qualsiasi territorio. – scrive Noa Landau, corrispondete diplomatica di Haaretz – Francia, Spagna, Irlanda, Svezia, Belgio e Lussemburgo chiedono tutti una linea dura sulla questione”. L’alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell preferirebbe una strategia più cauta, aspettando di vedere quali mosse prenderà il governo a guida Netanyahu-Gantz, ma i paesi citati sono pronti a un intervento in gamba tesa. Venerdì, spiega Landau, i ministri degli Esteri dell’Ue si troveranno a discutere rispetto alle azioni da intraprendere e sul tavolo c’è l’opzione di negare a Israele la possibile adesione ad alcuni accordi commerciali, sovvenzioni speciali o iniziative di cooperazione in vari campi.

dr @dreichelmoked