DA NIZZA A PARIGI, IL SOGNO DEL GIOVANE CICLISTA

Israele al Tour, un Paese pedala con Guy

Guy Niv ha 26 anni e un sogno: concludere il Tour de France. Arrivare al traguardo di Parigi, non importa in quale posizione di classifica. Sa di avere davanti a sé una sfida ardua. Una rincorsa lunga quasi 3500 chilometri. Ci vorranno talento, forza, coraggio.
Dalla sua ha l’entusiasmo di tutto un Paese che lo sostiene a distanza. 
Quella di questo giovane ciclista, il primo israeliano a disputare il Tour in 116 anni, è una delle grandi storie di questa edizione. Un Tour in cui la sua squadra, l’Israel Start-Up Nation, si pone non solo obiettivi agonistici ma anche quello di mostrare, come annunciato alla partenza, “il vero volto di Israele”. 
Nell'attesa, il prossimo anno, di provare l'assalto alla maglia gialla con Chris Froome.

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LA SFIDA DEL MACCABI ROMA MOTOCLUB 

"Piccole e grandi Comunità, incontriamoci in moto"

La parola chiave è: aggregare. Ci sono tanti modi per farlo. Sandro Di Nepi, fondatore e anima del Maccabi Roma Motoclub, ha le idee chiare: “Farlo in sella a una moto può dare sensazioni impagabili”. E soprattutto permettere di far incontrare persone che abitualmente non hanno contatti, vincendo la sfida della distanza. “Siamo un gruppo di amici, cui piace condividere del tempo insieme. La moto è il nostro comune interesse. Non l’unico naturalmente”, racconta Di Nepi. La sfida, al centro di un progetto sul quale sta lavorando in queste settimane, è di estendere il raggio d’azione a tutta l’Italia ebraica. 

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COLONNA PER MOLTI ANNI DELLA GAZZETTA DI MANTOVA

Miriam Jarè (1947-2020)

“Teneva testa a tutti i direttori e i capi della tipografia solo con la sua bravura e il suo carattere”.
È il commosso ricordo che la Gazzetta di Mantova fa di Miriam Jarè, storica poligrafica del quotidiano ed attiva esponente della Comunità ebraica locale (di cui è stata per vari anni Consigliera). Entrata al giornale cittadino come dattilografa, fu in seguito nominata capoturno. Un ruolo di assoluta centralità nel destino del giornale. Solo dopo il suo rigoroso controllo quella e altre testate del gruppo potevano infatti andare in stampa. La Gazzetta, per esprimere il suo lutto, ha dato grandissima evidenza alla notizia. Già dalla sua prima pagina, dove appare anche un ricordo del direttore Paolo Boldrini.

(Miriam Jarè, in primo piano, assieme a una giornalista della Gazzetta di Mantova) 

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IL LUTTO TRA GLI EBREI LIVORNESI

Arnoldo Rossi (1936-2020)

Comunità ebraica livornese in lutto per la scomparsa di Arnoldo Rossi. Figura molto nota nel settore della moda, alla guida fino a pochi anni della storica azienda di famiglia con radici che risalgono addirittura al Settecento, era tra i pilastri della Comunità ed era apprezzato anche per il suo impegno nel campo della beneficenza. In particolare con i Lions Club, di cui era decano. 

(Arnoldo Rossi con la moglie Angela) 

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I CONSIGLI DI LETTURA DI PAGINE EBRAICHE

Viaggio alla fine del millennio

Ho da poco finito di leggere un libro straordinario, Viaggio alla fine del millennio, di Abraham B. Yehoshua. Ambientato nel 999, racconta un mondo colorato, pieno di tradizione, in cui l'ebraismo è gioia e condivisione. Una vivacità che risalta e commuove. Specie se confrontata alla cupezza che avvolgeva allora l'Europa in attesa di una fantomatica fine del mondo che avrebbe, come noto, scatenato alcuni dei più barbari istinti. 
L'ebraismo sefardita descritto da Yehoshua è un mondo intrigante, in cui l'Halakhah è al centro ma anche in cui costante è lo sforzo di adattarla alle situazioni contingenti. In quel mondo, costretto a confrontarsi in seguito con terribili prove e persecuzioni, c'è una parte delle nostre radici. Questo libro, pur essendo un romanzo, ci aiuta a riscoprirle. 
Una prova letteraria che è in qualche mondo il contraltare alle grandi narrazioni del mondo yiddish. Tra i libri che più ho amato, espressione dell'ebraismo dell'Est Europa, ci sono A oriente del giardino dell'Eden e La famiglia Karnowski, entrambi di Israel Joshua Singer. Testi illuminanti per capire il complesso passaggio dalla società degli shtetl, spesso rigida e oscura, a una modernità ricca sì di opportunità ma anche di tante sfide che più volte, e purtroppo non solo nelle pagine di un libro, hanno messo in pericolo la difesa della propria identità ed ebraicità. 
Yehoshua e Singer: due autori da tenere sempre sul proprio comodino. 

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

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Invertire un processo
Non so se “Ebru Timtik è immortale”, come gridava la folla a Istanbul giovedì sera alla notizia della sua morte dopo 238 giorni di sciopero della fame. Perché quel grido non sia morto già oggi, il primo passaggio è essere consapevoli che il fondamento primo del potere oggi a Istanbul (ma non solo lì) è reinventare il passato per trasmettere futuro.
 
                                                                          David Bidussa
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Lo stato dell'arte
Vedremo cosa ne sarà, di tutti noi, di qui alle prossime settimane. Non è un’affermazione catastrofista. Abbiamo inteso che la riapertura delle scuole (anzi, il poterle tenere aperte nei mesi a venire) è un test fondamentale non solo per il pur gigantesco circuito della formazione ma, anche e soprattutto, per l’intero Paese. Poiché si è capito che anche su di esse si giocherà una parte fondamentale della tenuta dell’intero circuito economico e sociale.
Claudio Vercelli
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Benedetta e Noam, mazal tov!
Circa tre anni fa scrissi per Moked un articolo intitolato “Achuzat Sarah, la casa per minori che dona sorrisi ai bambini”. Nell’articolo raccontavo di un istituto fondato nei primi anni dello Stato d’Israele per bambini sopravvissuti alla Shoah, che oggi assume il ruolo di Casa per 150 minori a rischio, sotto l’egida dell’organizzazione no-profit Emunah.
Michael Sierra
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