Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      8 Settembre 2020 - 19 Elul 5780
L'ITALIA EBRAICA SUONA LA CAMPANELLA  - QUI MILANO

"Ripartiamo, con l'aiuto delle famiglie"

Con oltre duecento iscritti, a partire dal nido che ospita bambini dai nove mesi ai tre anni, sino al liceo il cui piano di studi comprende le materie previste dalla nuova riforma scolastica, arricchito però da un programma completo di Torah, e il cui diploma è riconosciuto dal Ministero dell’istruzione israeliano, la Scuola del Merkos è una realtà educativa ebraica più che consolidata. Accoglie i suoi allievi in un contesto che integra un rigoroso rispetto delle tradizioni con la normativa vigente e dove, in particolare, usi, costumi e sensibilità ebraica si coniugano con il rispetto delle altre culture.
Una delle prime scuole ad aprire, da ieri è già completamente operativa, grazie a un grande lavoro collettivo che ha richiesto - come in ogni scuola - impegno e molta pazienza.

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IL TAVOLO DI CONSULTAZIONE TRA LE DUE DELEGAZIONI

UCEI-FIEP, il confronto prosegue

I componenti della delegazione designata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dall’Assemblea Rabbinica Italiana che hanno partecipato ad alcuni recenti incontri con la Federazione Italiana Ebraismo Progressivo hanno diffuso una nota relativa al tavolo di consultazione avviato con questo organismo. 
Un’iniziativa, viene riferito, che si inserisce nel quadro di un percorso intrapreso a partire dagli Stati Generali dell’ebraismo italiano del 2018, segnati tra i vari temi dalla questione della rappresentanza di affiliazioni ebraiche non riconosciute all’interno dell’ortodossia e dei rapporti che l’UCEI è chiamata a intrattenere con tali realtà. Un confronto proseguito con un vivace dibattito che ha trovato spazio anche su questi notiziari. Fra le tappe che hanno portato alla costituzione del tavolo, si riferisce, la richiesta di apertura di un confronto pervenuta dalla FIEP nel dicembre del 2018; la formazione di un primo gruppo di lavoro interno all’UCEI formato dai rabbini Riccardo Di Segni, Giuseppe Momigliano e Alfonso Arbib, dall’assessore Livia Ottolenghi e dai Consiglieri Sara Cividalli e Davide Jona Falco; la proposta del gruppo di avviare un tavolo, condivisa dalla Giunta dell’ente, con la formazione di una delegazione composta dai rabbini Di Segni e Momigliano, dall’assessore Ottolenghi e dal Consigliere Jona Falco; l’avvio del tavolo con due primi incontri svoltisi in gennaio e giugno; la volontà condivisa dalle due delegazioni di proseguire con ulteriori appuntamenti futuri; la decisione presa dalla Giunta UCEI di approvare il lavoro svolto finora e di renderlo definitivo.
La Giunta dell’Unione si era in ogni caso recentemente pronunciata confermando l’impostazione giuridica delle istituzioni dell’ebraismo italiano, da sempre inquadrate nell’ambito del mondo ebraico ortodosso.
Di seguito il testo della nota: 

“Dopo il primo incontro del 29 gennaio 2020, il giorno 15 giugno 2020 si è tenuto il secondo incontro del Tavolo di Consultazione tra l’UCEI-Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la FIEP-Federazione Italiana Ebraismo Progressivo. La delegazione dell’UCEI, designata dalla Giunta, è composta da rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova, vice-presidente dell’ARI ed assessore UCEI con delega al culto, Livia Ottolenghi, assessore UCEI con delega a scuola formazione e giovani, Davide Jona Falco, coordinatore della commissione UCEI Statuto e regolamenti.Erano presenti al secondo incontro per conto FIEP le due presidenti Franca Eckert Coen e Joyce Bigio, quest’ultima anche consigliera UCEI, oltre ai rappresentanti delle quattro congregazioni locali Carlo Riva, Leonard Robbins, Carey Bernitz, Stefano Ridolfi e Sandro Ventura.
Il Tavolo di consultazione è stato istituito su proposta della delegazione UCEI designata dalla Giunta UCEI; scopo dell’iniziativa è avviare innanzitutto un momento di reciproca conoscenza che consenta un dialogo sereno tra le due istituzioni, pur consapevoli delle differenze di base che le contraddistinguono. Nell’ambito dell’approfondimento di temi ed istanze poste da FIEP sono state prese in considerazione in maniera più specifica le necessità cultuali (miloth, spazi cimiteriali, calendario festività, ecc), e questioni di sicurezza, si è anche accennato ad eventuali argomenti di comune interesse legati alla Memoria, ad Israele, alla lotta contro antisemitismo e antisionismo, ed alla produzione culturale ebraica contemporanea. Nella seconda riunione è proseguito un dibattito ordinato sugli argomenti all’ordine del giorno e si è convenuto per un nuovo aggiornamento in un prossimo incontro. La delegazione UCEI ha riferito gli esiti del lavoro fin qui compiuto alla Giunta UCEI”. 

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REDAZIONE APERTA

DafDaf, sempre al fianco dei più piccoli
Una lettura per crescere insieme

L’Italia ebraica riapre in questi giorni i battenti delle proprie scuole prima che l’insieme dei bambini italiani possa tornare sui banchi. Uno dei tanti segni dell’impegno delle istituzioni dell’ebraismo italiano per l’educazione e la tutela della gioventù. Ma non l’unico. Tenacemente presente in un panorama editoriale difficile e molto impoverito dalla crisi, il giornale ebraico dei bambini DafDaf ha continuato la propria marcia attraverso i mesi dell’isolamento e dell’allarme sanitario e torna oggi puntuale a rivolgersi a tutti i bambini italiani con un nuovo numero mirato a riallacciare i legami e gli insostituibili rapporti umani che servono a crescere.
Un tema centrale a Redazione aperta, il laboratorio giornalistico organizzato a Trieste dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ma anche a Torre Pellice nell’ambito di “Generazioni e rigenerazioni. Avere cura di persone, memorie e territori” – il programma di incontri, mostre, concerti, film e fumetti organizzato nei luoghi e nelle date del Sinodo nell’anno in cui il Sinodo non c’è. Qui per la prima volta è stato presentato il lavoro fatto da DafDaf durante i mesi in cui la pandemia ha costretto in casa i giovani lettori.
A Torre Pellice, nel cuore delle Valli Valdesi, una intera giornata è stata dedicata ai bambini e alle bambine: dopo mostre, laboratori e spettacoli il confronto fra le responsabili de “La Scuola domenicale”, “L’Amico dei fanciulli” e “DafDaf” – rispettivamente la pastora Ulrike Jourdan, Sara Tourn e la giornalista Ada Treves – è stato occasione per ripercorrere mesi in cui si è ripresentato in tutta la sua drammaticità un tema con cui la redazione del giornale ebraico dei bambini si è già più volte confrontata. Come parlare ai giovani lettori del dolore, della sofferenza, di situazioni drammatiche? Come affrontare ciò che non si può dire. Una questione che si ripresenta ogni anno nel momento in cui si mettono in lavorazione le pagine che saranno in mano ai giovani lettori in occasione del Giorno della Memoria, e che ha portato anche all’organizzazione di una tavola rotonda, nel contesto della Bologna Children’s Book Fair, la più grande fiera internazionale dedicata ai libri per bambini e ragazzi. “Raccontare l’indicibile” era il titolo con cui la redazione di DafDaf aveva scelto di presentare, al Caffè degli Autori, la sfida di raccontare ai bambini “ciò che non si deve dire”, con Anna Castagnoli, Nadia Terranova, Paolo Cesari e Luisa Valenti. 

Quando la pandemia era ancora di là da essere ufficialmente pronunciata dall’OMS, a febbraio, la redazione ha iniziato ad affrontare l’argomento – in DafDaf 113 – semplicemente con una immagine, di Luisa Valenti. Nella copertina del numero di marzo ha iniziato a fare capolino qualche virione, fra semplici pallini neri e un uccellino azzurro, su un brillante sfondo giallo. Era un modo per dire “ci siamo, siamo consapevoli e non intendiamo fare finta di nulla”, ma data la situazione era ancora presto per affrontare di petto l’argomento e – ancora di più – per poterlo fare con la giusta consapevolezza.
Ma la situazione è rapidamente peggiorata e nel numero 114, in distribuzione ad aprile, è stata una illustrazione dell’autore berlinese Christian Badel a dire più esplicitamente quanto solo accennato il mese precedente: c’è un mostro tra noi, e minaccia la nostra allegria, la nostra vita. A Pinocchio invece – testo di Guido Vitale – il compito di raccontare ai bambini con un poco di ironia che la situazione era seria. “Non c’è niente da fare. Ci siamo cacciati in un guaio e adesso venirne fuori non sarà facile. I cosiddetti grandi, gli adulti insomma, devono stare chiusi in casa e non c’è modo di toglierseli dai piedi. Vanno in giro, fanno disordine, interrompono, si intromettono, giocano con i computer facendo finta di lavorare, mangiano in continuazione. E soprattutto telefonano. Fino a quando non li faranno uscire di nuovo non ci sono speranze di essere lasciati in pace”.

Ma a Sara Gomel, responsabile della rubrica di filosofia per bambini, è stato affidato il compito più difficile: spiegare perché la necessità di stare lontani, di trovare la giusta distanza. Come due porcospini, che non vogliono stare lontani ma non possono stare troppo vicini, per non farsi del male.
 

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IL COMITATO CONTRO LE DISCRIMINAZIONE DELL'UE E IL RUOLO DELL'ITALIA

“Lotta al razzismo e al pregiudizio,
serve una risposta europea”

Quarantasette Paesi a confronto su lotta all’odio e al pregiudizio. Un dibattito serrato, preludio a nuovi incontri e appuntamenti per lasciare un segno che resti. Con la consapevolezza, più chiara in alcuni, meno in altri, che è proprio in alcune situazioni di potere che si annidano veleni e insidie tra le più destabilizzanti.
Anche l’Italia protagonista della prima riunione del Comitato direttivo sull’antidiscriminazione, la diversità e l’inclusione annunciato negli scorsi mesi dal Consiglio d’Europa. A descrivere la situazione italiana e i numerosi fronti aperti il direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali Triantafillos Loukarelis (nell’immagine).
Nel suo intervento Loukarelis ha posto l’accento sugli argomenti ritenuti di più stretta attualità: soprattutto, racconta a Pagine Ebraiche, “il tema delle migrazioni, ma anche l’antiziganismo, l’antisemitismo, la transomofobia: tutti fronti sui quali il lavoro dell’Unar prosegue con impegno e intensità”. Questioni calde e irrisolte sulle quali, sottolinea il direttore dell’Unar, “l’Italia si aspetta molto dal Consiglio d’Europa”.

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LA SOLIDARIETÀ DELL'EBRAISMO ITALIANO ALLA FAMIGLIA DELLA GIOVANE VITTIMA

"Uccisione di Willy lascia senza fiato,
ebrei italiani al vostro fianco"

La sconvolgente uccisione di Willy Duarte Monteiro sta suscitando molte reazioni in tutto il Paese. In un messaggio inviato ai familiari del giovane la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha espresso ai suoi cari la solidarietà e vicinanza dell'intero ebraismo italiano e sottolineato come il ricordo di Willy non dovrà mai spegnersi e generare, per tutti, "l'impegno ad arginare con ogni possibile parole e azione educativa e repressiva la cultura di odio che tenta di infiltrarsi nella società e sostituire quella della convivenza".

PAGINE DI STORIA CON ANNA FOA

Amsterdam, l'ebraismo sefardita tra realtà e mito

Nell'immaginario comune la Amsterdam del Seicento è stata un luogo quasi idilliaco per il mondo ebraico. Spesso quell'esperienza viene raccontata in termini molto positivi, come una vita lontana dal tunnel delle persecuzioni e della violenza della Spagna della “limpieza de sangre”. E la comunità sefardita portoghese della città rappresenta un po' il simbolo di questa idea. Ma, rivelano gli studi del Premio Israele Yosef Kaplan, tra i massimi esperti del mondo sefardita, non tutto era così semplice, non tutto era così lineare. Per questo, sottolinea la storica Anna Foa nell'ultima puntata di pagine di storia, vale la pena riprendere in mano i libri di Kaplan, e capire quel mondo e quel periodo, superando miti e preconcetti.

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Rassegna stampa

Conte vola a Beirut
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In un paese sano 
Un paese sano, in periodo di grande crisi, raccoglie tutte le sue forze migliori e si unisce compatto per salvare il salvabile. Un paese sano, durante una pandemia che ha già provocato trentacinquemila morti, non monta mastodontiche, tignose polemiche politiche sulle divergenze d'opinione fra scienziati, non disperde le sue energie per contestare le misure prudenziali che cercano di salvaguardare la popolazione dal contagio. In un paese sano, le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, si concedono una tregua e si siedono attorno a un tavolo per salvare vite ed economia. Magari convengono sul rinviare le elezioni per evitare che le loro prese di posizione politiche possano essere influenzate – in tempi di pandemia – dalle contingenze di spregevoli calcoli elettorali.
Dario Calimani
Shoah, quali letture
Norman Gary Finkelstein scrisse nel 2000 The Holocaust Industry. Reflexions on the explotaition of Jewish Suffering (L’industria dell’Olocausto. Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei), la cui traduzione italiana è ancora disponibile. Costui scrisse che: “Due assiomi centrali stanno a sostegno dell’impalcatura ideologica dell’Olocausto: il primo è che esso costituisce un evento storico unico e senza paragoni; il secondo è che segna l’apice dell’eterno odio irrazionale dei gentili nei confronti degli ebrei. Nessuna delle due affermazioni appare in interventi pubblici prima della guerra del giugno 1967, né, per quanto esse siano diventate la pietra angolare della letteratura sull’Olocausto, figurano negli studi critici sull’Olocausto nazista".
Emanuele Calò
Scholem-Benjamin, amicizia e diversità
Anche questa estate così diversa, così inquieta è stata tempo di letture e di riletture. Molte segnalazioni interessanti ci sono giunte da Moked e da Pagine Ebraiche. Ne aggiungo oggi una tratta dagli scaffali della mia biblioteca. Walter Benjamin. Storia di un’amicizia di Gershom Scholem, uscito in Germania nel 1975 e pubblicato in Italia nel 1992 da Adelphi nella bella traduzione di Emilio Castellani e Carlo Alberto Bonadies, è una testimonianza viva, appassionante del profondo legame spirituale tra i due grandi intellettuali ebrei del Novecento.
David Sorani
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