“Lotta al razzismo e al pregiudizio,
serve una risposta europea”
Quarantasette Paesi a confronto su lotta all’odio e al pregiudizio. Un dibattito serrato, preludio a nuovi incontri e appuntamenti per lasciare un segno che resti. Con la consapevolezza, più chiara in alcuni, meno in altri, che è proprio in alcune situazioni di potere che si annidano veleni e insidie tra le più destabilizzanti.
Anche l’Italia protagonista della prima riunione del Comitato direttivo sull’antidiscriminazione, la diversità e l’inclusione annunciato negli scorsi mesi dal Consiglio d’Europa. A descrivere la situazione italiana e i numerosi fronti aperti il direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali Triantafillos Loukarelis (nell’immagine).
Nel suo intervento Loukarelis ha posto l’accento sugli argomenti ritenuti di più stretta attualità: soprattutto, racconta a Pagine Ebraiche, “il tema delle migrazioni, ma anche l’antiziganismo, l’antisemitismo, la transomofobia: tutti fronti sui quali il lavoro dell’Unar prosegue con impegno e intensità”. Questioni calde e irrisolte sulle quali, sottolinea il direttore dell’Unar, “l’Italia si aspetta molto dal Consiglio d’Europa”.
L’Unar continua intanto a seminare in quella direzione. Tra i progetti che hanno visto la luce l’Osservatorio nazionale contro le discriminazioni nello sport, il primo in Europa, istituito lo scorso 31 luglio. Significativa l’adesione negli scorsi giorni della Lega Serie A, con l’obiettivo (nel quadro di una collaborazione già avviata in gennaio) “di fornire esempi positivi soprattutto alle nuove generazioni, attraverso attività di formazione e workshop dedicati ai settori giovanili, ai calciatori, agli allenatori e agli addetti ai lavori”.
Quello dello sport, sostiene Loukarelis, è un fronte decisivo. “Famiglia, scuola, sport: sono questi tre i principali contesti in cui si forma il carattere dei giovani. Il nostro lavoro verterà su campagne e iniziative che favoriscano l’accettazione di ogni diversità”.
(8 settembre 2020)