Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      27 Ottobre 2020 - 9 Cheshvan 5781
LA NOMINA DI NACHMAN ASH E LA SIGNIFICATIVA RIDUZIONE DEI CONTAGI NEL PAESE

Israele, un nuovo commissario contro il virus

Con 780 casi nelle ultime 24 ore, Israele ha raggiunto il dato più basso da quattro mesi a questa parte di contagi da coronavirus. Il tasso di positivi è sceso al 2.1% a fronte di 36.605 tamponi. Sotto alla soglia dunque di quel 3% che le autorità israeliana hanno fissato come il livello di guardia da non superare (in settembre si era arrivati al 14%). I dati sono stati resi noti dal ministero della Sanità israeliano, che ha dato anche i numeri delle vittime causate dal virus in Israele: 2452 da inizio pandemia. Il paese, dopo il secondo lockdown, sta tornando così verso una graduale riapertura. E in questa nuova fase il governo ha deciso chi sostituirà il responsabile alla lotta al coronavirus Benni Gamzu, in scadenza il primo novembre. A prendere le redini del delicato compito sarà Nachman Ash, dottore specialista in medicina interna e dal 2007 al 2011 capo medico dell'esercito. “È un lavoro duro”, ha dichiarato Gamzu, che presto tornerà a guidare l'ospedale Ichilov di Tel Aviv. “Non dichiariamo vittoria. Non dichiariamo fallimento. Andiamo avanti e continuiamo a lottare”.

Leggi

LE PAROLE DELLA SENATRICE A VITA LILIANA SEGRE E LA LAUREA HONORIS CAUSA

“Da questa pandemia usciremo,
una gamba davanti all’altra”

“Sono tempi difficili e dobbiamo essere di nuovo, un’altra volta, forti e coraggiosi e avere la speranza e credere che si potrà anche questa volta, con una gamba davanti all’altra, uscire dalla pandemia”. 
Nel giorno della laurea magistrale honoris causa in Relazioni internazionali conferitale dall’Università Lumsa per il suo impegno a difesa dei diritti umani, Liliana Segre non rinuncia a lanciare un messaggio ispirato al drammatica presente che l’Italia e il mondo intero stanno vivendo. Una sfida ardua ma che, ricorda la senatrice a vita, non ammette cedimenti.
La cerimonia, svoltasi alla presenza del presidente del cda dell’Università Lumsa cardinal Giovanni Lajolo, si è aperta con una relazione del rettore Francesco Bonini, è proseguita con una laudatio della professoressa Monica Lugato e si è conclusa con le parole di Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca, intervenuto dopo la senatrice a vita. 
Il diritto, ha sottolineato Segre nella sua lezione, ispirata al vissuto personale ma anche ai grandi passi avanti compiuti dal dopoguerra in poi, “non può essere solo una codificazione di valori, di norme, di istituzioni; fondamentale è l’ambiente in cui si colloca e in cui acquista valore e si realizza”. In questo senso “scuola e università costituiscono uno snodo decisivo”. Ma grande è anche e forse soprattutto “la responsabilità della politica democratica, di una classe dirigente capace di porsi all’altezza del compito stabilito dall’articolo tre della nostra Costituzione”. Il preambolo della Dichiarazione universale dei diritti umani è in questo senso inequivocabile: il rispetto, ha detto Segre, “è dovuto indistintamente a tutti i membri della famiglia umana; esso costituisce la premessa indispensabile della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Una lezione e un monito anche per l’oggi, “nell’epoca della globalizzazione e dell’esplosione di problemi immani come quello delle ingiustizie e dei grandi flussi migratori”. 

Leggi

IL NUOVO DECRETO E IL MONDO DELLA CULTURA

“Ci sentiamo soli e inutili in questa crisi,
ma i teatri possono dare molto alla società”

“Vogliamo fare la nostra parte, avere una funzione. Il teatro, la cultura serve alla salute della mente delle persone. Siamo consapevoli della pandemia, siamo pronti a rispettare ogni misura ma la chiusura dei teatri lascia soli noi che ci lavoriamo e tutti quegli spettatori che hanno voglia e bisogno del teatro. Sono momenti di socialità, seppur distanziata, importanti per affrontare la solitudine di questi tempi”. Non è una battaglia di retroguardia quella che in questi giorni – dopo l’ultimo Dpcm che impone, tra l’altro, la chiusura di teatri e cinema – sta portando avanti la regista e direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano Andreé Ruth Shammah. Già nel corso del primo lockdown, Shammah aveva fatto sentire la propria voce nel dibattito pubblico, ricordando l’importanza della produzione culturale non solo per chi ci lavora, ma anche per il pubblico. Dall’idea di un palco itinerante, realizzato su un camion, per portare gli spettacoli nelle piazze italiane, alla proposta di usare la voce degli attori nelle scuole, in questi mesi la direttrice del Parenti si è impegnata per costruire una proposta culturale alternativa. Per offrire un programma e iniziative adeguate a un paese segnato dalla pandemia. “Il mio desiderio, e quello di molti altri, già sul finire del primo lockdown era di darci delle responsabilità, di non farci sentire così inutili come categoria. Sentivo che governo, televisioni, giornali ci consideravano assolutamente marginali. Questa mancanza di attenzione era generalizzata. E noi abbiamo riaperto dopo tutti gli altri, il 15 giugno – ricorda Shammah –. Anche quando abbiamo riaperto, tutti mi dicevano ‘non verrà il pubblico’. E invece è venuto, ci ha ringraziato, da quel momento non è mancata mai la vicinanza e questo ha cambiato le prospettive completamente. Non stiamo parlando solo dei teatri, parliamo di un mondo che a teatro riempie una parte della propria vita, della propria solitudine, che viene per arricchire i propri pensieri, per conoscere ad esempio la cultura ebraica”. 

Leggi


Rassegna stampa

Neofascisti in piazza,
l’allarme del Viminale

Leggi

 
Contro le piccole e grandi menzogne
Elaborando la teoria della Grande Menzogna, Adolf Hitler accusò gli ebrei viennesi – in combutta con potenze straniere – di calunniare il comportamento tenuto dalla Germania durante la Prima Guerra Mondiale, comportamento di cui, a dire del folle Hitler, erano loro stessi i colpevoli. La propaganda hitleriana accompagnava il veleno della Grande Menzogna somministrando al paese altre infinite piccole menzogne su difetti e colpe degli ebrei, inverando la tesi che una menzogna, ripetuta in modo martellante, passa alla fine per verità. Si poteva così preparare il terreno all'eliminazione degli ebrei senza che nessuno se ne scandalizzasse. La strategia ebbe, come la storia insegna, un sorprendente drammatico successo. In effetti, non tanto sorprendente, perché se c'è qualcosa di cui la gente sente estremo bisogno è conoscere la verità, soprattutto quando si tratta di individuare il colpevole di un danno che la tocca da vicino – un furto, una crisi economica, una pandemia.
Dario Calimani
Il ghetto interiore, e non
Lo scrittore e regista argentino Santiago Amigorena ha vinto il Premio Goncourt all’estero, assegnato da giurie di studenti (per l’Italia ed il Belgio) per Il ghetto interiore (Neri Pozza editore, 2020, tradotto da Margherita Botto). La trama riguarda il nonno, Vicente Rosenberg, emigrato in Argentina, lasciando la madre ed il resto della famiglia in Polonia negli anni del nazismo, ed il suo rimorso di fronte alla crescente certezza del loro destino infausto, il quale sviluppa in parallelo un crescente degrado e un altrettanto crescente mutismo.
Emanuele Calò
Vivere insieme al virus
Eccoci nel pieno della prevista seconda ondata. Le riaperture graduali, i test più diffusi, le mascherine anche all'aperto, i rigorosi distanziamenti sociali non ci hanno salvato. Con due settimane di ritardo rispetto agli attuali epicentri europei del contagio (Francia, Gran Bretagna, Spagna e ora anche Germania), il Covid-19 si diffonde in Italia in modo di nuovo preoccupante, quasi allarmante. Accade ora il contrario rispetto a quanto avvenuto nella primavera scorsa: allora l' Europa si illuse di evitare il dramma italiano di marzo-aprile e ci cadde poco dopo; adesso è stato il nostro paese a ingannarsi pensando di uscirne più facilmente degli altri.
David Sorani
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website