“Da questa stagione difficile
usciremo con il coraggio”

“Sono tempi difficili e dobbiamo essere di nuovo, un’altra volta, forti e coraggiosi e avere la speranza e credere che si potrà anche questa volta, con una gamba davanti all’altra, uscire dalla pandemia”. 
Nel giorno della laurea magistrale honoris causa in Relazioni internazionali conferitale dall’Università Lumsa per il suo impegno a difesa dei diritti umani, Liliana Segre non rinuncia a lanciare un messaggio ispirato al drammatica presente che l’Italia e il mondo intero stanno vivendo. Una sfida ardua ma che, ricorda la senatrice a vita, non ammette cedimenti.
La cerimonia, svoltasi alla presenza del presidente del cda dell’Università Lumsa cardinal Giovanni Lajolo, si è aperta con una relazione del rettore Francesco Bonini, è proseguita con una laudatio della professoressa Monica Lugato e si è conclusa con le parole di Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca, intervenuto dopo la senatrice a vita. 
Il diritto, ha sottolineato Segre nella sua lezione, ispirata al vissuto personale ma anche ai grandi passi avanti compiuti dal dopoguerra in poi, “non può essere solo una codificazione di valori, di norme, di istituzioni; fondamentale è l’ambiente in cui si colloca e in cui acquista valore e si realizza”. In questo senso “scuola e università costituiscono uno snodo decisivo”. Ma grande è anche e forse soprattutto “la responsabilità della politica democratica, di una classe dirigente capace di porsi all’altezza del compito stabilito dall’articolo tre della nostra Costituzione”. Il preambolo della Dichiarazione universale dei diritti umani è in questo senso inequivocabile: il rispetto, ha detto Segre, “è dovuto indistintamente a tutti i membri della famiglia umana; esso costituisce la premessa indispensabile della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Una lezione e un monito anche per l’oggi, “nell’epoca della globalizzazione e dell’esplosione di problemi immani come quello delle ingiustizie e dei grandi flussi migratori”. 
Per il rettore Bonini, la laurea conferita ieri “conclude il percorso del nostro ottantesimo anniversario, che è stato imperniato su due idee: la forza delle donne e una certa idea di università”. Per il rettore la senatrice rappresenta “una valida testimonianza dell’incrocio di queste due prospettive: una testimonianza forte ma allo stesso tempo una propulsione culturale per un impegno di ricerca, nello studio, ma anche nella società”. 
Grande apprezzamento è arrivato anche dal ministro Manfredi, che ha sottolineato l’importanza rivestita dalla trasmissione di valori e Memoria anche in ambito accademico. Al riguardo ha ricordato la solenne cerimonia delle scuse organizzata a Pisa per l’ottantesimo anniversario delle leggi razziste, alla quale partecipò nella veste di presidente della Conferenza dei Rettori. “Un momento di riflessione – ha affermato – su un momento storico che non ha fatto onore all’università italiana”. Riflettere, ha aggiunto Manfredi, è essenziale anche oggi, in tempo di pandemia, così da programmare “la ripartenza e la costruzione di un mondo migliore”. 

(27 ottobre 2020)