L'ATTACCO ALLA CATTEDRALE DI NIZZA E LE REAZIONI DEL MONDO EBRAICO
“Islam radicale un’emergenza europea,
è il momento di affrontarla davvero”
Non più di 48 ore fa il Gran Rabbino di Francia rav Haim Korsia esprimeva il proprio timore per un clima di violenza “che inizia sempre con le parole, le parole violente che vogliono distruggere, che non vogliono legittimare il dialogo e la discussione”.
Si riferiva alle nuove minacce del leader turco Erdogan, ai suoi intollerabili paragoni tra musulmani in Europa ed ebrei alle porte del secondo conflitto mondiale, al suo tendere apertamente la mano all’Islam più oscurantista di cui aspira ad essere il leader.
Il Gran Rabbino aveva usato parole simili anche dopo la decapitazione di Samuel Paty, l’insegnante ucciso da un giovane ceceno perché ritenuto “colpevole” di aver mostrato in classe le vignette satiriche su Maometto pubblicate dal magazine Charlie Hebdo. Un drammatico attacco alla libertà d’espressione che rav Korsia ricordava essere incardinato nel motto “Liberté, Egalité e Fraternité” tanto caro ai suoi connazionali.
Dopo la carneficina compiuta oggi nella cattedrale di Nizza da un terrorista islamico il paese si ritrova nuovamente colpito e scosso. Molte le reazioni a quanto accaduto. Dal mondo ebraico, a ogni livello, l’appello a un urgente scatto di consapevolezza.
“Questo attacco, arrivato a ridosso dell’orribile decapitazione di un insegnante la scorsa settimana e chiaramente motivato dallo stesso estremismo religioso, non nasce dal niente. La responsabilità morale è in chi attacca la libertà di espressione e parola e tollera l’Islam radicale” afferma Moshe Kantor, confermato nelle scorse ore al vertice dello European Jewish Congress. L’invito ai governi europei è a prendere “al più presto iniziative radicali per proteggere i propri cittadini da questa ondata di terrorismo islamico che ci attacca fisicamente per le strade e allo stesso tempo tenta di minare i nostri valori fondamentali”.
“L’orrenda strage compiuta in una chiesa di Nizza – sottolinea la Presidente UCEI Noemi Di Segni in una nota – ci ricorda che quella sanitaria e socio economica non è l’unica emergenza che siamo chiamati ad affrontare. Non meno significativa è quella posta da un Islam radicale che punta a distruggere le nostre società, i nostri simboli e i nostri valori. Un obiettivo esplicitato anche dalle parole di leader politici che da tempo hanno gettato la maschera. L’Europa, la nostra idea di Europa, è minacciata. Ma potremo difenderla solo se realmente consapevoli delle vite di singoli e comunità intere ormai in pericolo. Solo se convinti della coerenza di non poter mettere sullo stesso piano ogni gruppo e ogni parola. Non è più il tempo di esitazioni e tentennamenti”.
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iL MINISTRO DI MAIO IN VISITA A GERUSALEMME E LE INTESE RINNOVATE
"Italia e Israele, un'amicizia solida
nel segno della cooperazione"
Una collaborazione rinnovata tra Italia e Israele, un comune auspicio che gli Accordi di Abramo aprano a negoziati diretti con i palestinesi e la richiesta di Gerusalemme che Roma riconosca Hezbollah come organizzazione terroristica. Sono tre dei punti cardine nel confronto in queste ore tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l'omologo israeliano Gabi Ashkenazi. I due ministri hanno firmato a Gerusalemme il rinnovo delle intese tra i rispettivi paesi nei settori dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport. “Italia e Israele hanno un rapporto profondo che si fonda sulla condivisione di valori comuni e si alimenta anche del continuo forte impegno italiano nella lotta contro ogni forma di antisemitismo. Abbiamo un patrimonio di amicizie di cui andare fieri e da sviluppare ulteriormente”, le parole di Di Maio, nel corso della conferenza congiunta tenuta con Ashkenazi. Il capo della Farnesina, che ha in agenda incontri con il Primo ministro Benjamin Netanyahu, con il Presidente Reuven Rivlin, il ministro della Difesa Benny Ashkenazi e il capo dell'opposizione Yair Lapid, ha parlato di “grande soddisfazione” per la firma odierna di “un protocollo in ambito culturale e scientifico, valido per i prossimi tre anni che ci consentirà nuove sinergie in materia di ricerca, istruzione, cooperazione scientifica e tecnologica”. Di Maio, che in apertura ha inviato un messaggio di solidarietà alla Francia dopo l'attacco compiuto a Nizza, ha sottolineato l'importanza della collaborazione con Israele in diversi campi.
“Abbiamo aggiornato il ministro Di Maio sulle collaborazioni strategiche avviate grazie agli accordi di normalizzazione con Emirati Arabi Uniti, Barhein e Sudan. - ha spiegato Ashkenazi - Siamo in una nuova era per il Medio Oriente, trasformato dagli Accordi di Abramo in una zona di collaborazione, di cooperazione e stabilità”.
(Nell'immagine, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l'omologo israeliano Gabi Ashkenazi durante la firma per il rinnovo degli accordi tra Italia e Israele in ambito culturale e scientifico - Foto di Jorge Novominsky)
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L'INIZIATIVA DEL MUSEO EBRAICO DI BOLOGNA
La cultura che non si arrende al Covid
“Aprire una mostra, prova di resilienza”
“Viviamo come tutti un momento di grande incertezza. Ma fin quando sarà possibile vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento. Un luogo in cui venire in tutta sicurezza e poter imparare qualcosa”. Come spiega la sua direttrice Vincenza Maugeri, è una mostra frutto di determinazione e vera e propria resilienza culturale quella inaugurata nelle scorse ore al Museo ebraico di Bologna. “Hidden identities / Identità nascoste sulle orme dei cripto giudei”, curata e organizzata in collaborazione con il Beit Hatfusoth di Tel Aviv e The Jewish Heritage Alliance, esplora la lunga storia degli ebrei penisola iberica dai primi anni dell’Impero romano, attraverso il Medioevo e la fiorente Età d’Oro, fino al dramma dell’espulsione, delle fughe e delle conversioni forzate da cui origina la storia, per l’appunto, dei cripto-giudei.
In mostra, grazie alla collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna e la Biblioteca Comunale di Imola, manoscritti e testi ebraici sefarditi di grande valore. Tra gli altri la preziosa Bibbia ebraica miniata di Imola prodotta a Toledo a fine Quattrocento, portata in Italia da un profugo sefardita fuggito dalla Spagna, e la Bibla en lengua Española nell’edizione del 1553 di Duarte Pinel, converso portoghese che si rifugiò a Ferrara, finanziata dalla famosa filantropa “marrana” Gracia Mendes.
(Nell’immagine il direttore del Meis rav Amedeo Spagnoletto e il presidente del Museo ebraico di Bologna Guido Ottolenghi)
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IL CORSO DELL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Shoah, gli orizzonti da studiare
Prenderà il via il prossimo 19 novembre un corso in “Didattica della Shoah: Orizzonti lontani, orizzonti impossibili” organizzato dal Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano e la Scuola Internazionale di Formazione di Yad Vashem.
Rivolto a “tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Shoah coniugando la prospettiva storica con quella interdisciplinare”, il corso si svolgerà con lezioni a distanza e in presenza se e quando la normativa lo renderà possibile. Tra i patrocini pervenuti quelli di UCEI, Comunità ebraica di Firenze, Associazione Figli della Shoah e delegazione italiana presso l’Ihra.
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Setirot - Turchia di ieri e di oggi
Novantasette anni fa la Turchia diventa una repubblica. Il 29 ottobre 1923 l’Impero Ottomano finisce la propria lunga grandiosa avventura. E ora il nefasto Recep Tayyp Erdogan vorrebbe fare dietrofront. Glielo permetteremo?
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Machshevet Israel - Shulamit, o del femminile
Nell’ultimo mese ho incrociato più volte la figura di Shulamit, la voce femminile dello Shir hashirim, il Cantico dei cantici. Nelle quattro recenti sedute di studio (limmud) in onore di Amos Luzzatto, zichronò livrakhà, due volte questa meghillà è stata oggetto di studio in prospettive diverse, da parte di Claudia Milani e di rav Alberto Moshe Somekh; sulla Rassegna mensile di Israel, la quadrimestrale rivista dell’Ucei e il più alto laboratorio intellettuale dell’ebraismo italiano, Iaia Vantaggiato ha celebrato il contributo e la memoria di Giacometta Limentani, zichronà livrakhà, nel segno della Shulamit; infine è appena uscito nelle librerie un testo della filosofa ebrea francese Catherine Chalier dedicato a Le figure del femminile in Levinas (a cura di Federica Negri, edito da Morcelliana).
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Dietro l’accordo con il Sudan
L’accordo tra Israele e Sudan per il reciproco riconoscimento è stato letto da molti come l’inevitabile sviluppo del percorso avviato con gli accordi con gli Emirati e con il Bahrein, quasi come un corollario di quegli accordi, un ulteriore anello di una catena destinata ad arricchirsi progressivamente.
In realtà le cose stanno in maniera assai diversa, per varie ragioni. La prima riguarda la profonda diversità istituzionale, politica e storica tra le due monarchie del Golfo e il Sudan.
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Spuntino - Migrazione primordiale
In Lekh Lekhà (Gen. 12:1) il Signore esorta Abramo ad andarsene: "vai, per il tuo bene (secondo Rashì, ibid.), via dal tuo paese, dalla tua città natale e dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti mostrerò." Normalmente quando affrontiamo un viaggio per prima cosa varchiamo la soglia di casa, poi usciamo dalla città ed infine oltrepassiamo la frontiera nazionale, quindi esattamente nell'ordine inverso rispetto a quello indicato nel versetto. Di fatto però per emigrare le prime questioni da affrontare sono quelle burocratiche, bisogna procurarsi il visto per entrare nel nuovo stato (anche se Abramo parte senza conoscere la sua destinazione, ma questo meriterebbe un altro articolo dedicato), poi si devono saldare tutte le bollette e si chiude il conto in banca.
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