Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     23 Dicembre 2020 - 8 Tevet 5781
AL VOTO IL 23 MARZO

Due anni, quattro elezioni: Israele torna alle urne

“Sivuv 4”, quarto giro. Israele, come evidenzia oggi il popolare quotidiano Yedioth Ahronoth, si appresta a tornare per la quarta volta in meno di due anni alle urne. Quarto giro di una giostra politica che, nonostante accordi di unità nazionale e promesse, non accenna a fermarsi. A far cadere quest’ultimo governo, fondato sull’alleanza tra Benjamin Netanyahu (Likud) e Benny Gantz (Kachol Lavan) e durato solo nove mesi, la mancata approvazione della legge di Bilancio. I due principali partiti della coalizione non hanno trovato l’accordo e, scaduto il termine, il Parlamento israeliano per legge si è sciolto. Ora Netanyahu, Gantz e i rispettivi partiti si accusano reciprocamente di aver prodotto la crisi e trascinato il paese alle urne il prossimo 23 marzo. In base all’accordo di coalizione, Likud e Kachol Lavan dovevano approvare un Bilancio biennale mentre Netanyahu e Gantz dovevano avvicendarsi nel ruolo di Primo ministro. Nessuno dei due requisiti è stato rispettato, per un’intesa che gli analisti consideravano sin dall’inizio lettera morta. Il Likud non ha voluto far passare un Bilancio di due anni, ma voleva spacchettare 2020 e 2021. Kachol Lavan era contrario a cambiare l’intesa e ha accusato Netanyahu di pianificare una crisi per evitare di dare a Gantz la premiership. Il risultato, elezioni nel pieno di una crisi socio-sanitaria ed economica, con un possibile terzo lockdown in arrivo.
I media israeliani hanno già cominciato con i sondaggi – in realtà non hanno mai smesso vista la previsione concorde che il 2021 sarebbe stato anno di elezioni. Dalle proiezioni si può comprendere quali saranno gli equilibri in gioco. Il Likud è dato come primo partito, tra i 29 e i 28 seggi, in calo rispetto agli attuali 36. Secondo partito, Nuova Speranza del ribelle del Likud Gideon Saar. Ex consigliere di Netanyahu, Saar è considerato l’alternativa più credibile all’attuale Premier. Lui si presenta come tale e i sondaggisti lo danno al secondo posto nella Knesset per numero di seggi: tra i 18 e 20. A seconda dei sondaggi, al terzo posto ci sono o il centrista Yesh Atid-Telem o la destra nazional-religiosa di Yamina (si balla tra i 16 e i 13 seggi). 

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AL COLLEGIO RABBINICO IL CONFERIMENTO DEL TITOLO DI MASKIL 

Eitan Della Rocca, mazal tov!

“Nella Parashah che mi è stata affidata spicca tra i vari temi quello dell’importanza della continuità. Ho spesso riflettuto su quanto ciò sia vero e, mentre la stavo cantando, non ho potuto fare a meno di emozionarmi. Ho pensato alla nostra storia di famiglia. Al bisnonno Rubino, deportato ad Auschwitz e mai più tornato. A suo figlio, mio nonno Vittorio Haim, che ha intrapreso gli studi e la carriera rabbinica. A mio padre Roberto, che ha fatto la stessa scelta. Io per adesso sono maskil. L’obiettivo è però quello di ottenere il titolo maggiore. Di andare avanti anch’io, per l’appunto, nel segno della continuità”.
Ventisei anni appena compiuti, Eitan Della Rocca è nato e vive a Roma. Da qualche mese racconta di vivere sotto pressione: la laurea in psicologia, i preparativi per il matrimonio, il percorso di studi al Collegio Rabbinico Italiano che l’ha portato a festeggiare, nelle scorse ore, il primo traguardo. Il conseguimento del titolo di Maskil, qualifica rabbinica intermedia che permette già l’esercizio di varie funzioni rabbiniche.
Dalla storia ebraica ai Profeti, dalla Torah alle regole dell’Halakhah. Numerosi i temi sui quali è stato interrogato dalla Commissione riunita in parte in presenza e in parte a distanza, formata dai rabbini rav Benedetto Carucci Viterbi, rav Riccardo Di Segni, rav Roberto Colombo e rav Giuseppe Momigliano. Dopo la prova scritta, svolta lunedì, è arrivata nel pomeriggio di ieri quella orale. Entrambe superate con successo.
 

“Un risultato – spiega il nuovo Maskil – che è frutto di molti sforzi e sacrifici. È in Israele, dove ho studiato in Yeshivah e dove mi sono anche arruolato volontario nell’esercito, che ho imparato quanto sia fondamentale impegnarsi a fondo per un obiettivo. Una lezione di cui ho cercato di far tesoro anche in Italia, dove sono tornato nel 2017. Yeshivah e Collegio Rabbinico hanno moduli di studio molto diversi, non semplici da integrare. Ciò è stato possibile grazie all’aiuto dei maestri che mi hanno seguito e accompagnato in questo percorso”.
Formatosi nel movimento giovanile religioso Benè Akiva, Eitan insegna oggi al liceo ebraico Renzo Levi. “Anche questa esperienza – sottolinea – è stata di grande aiuto. Insegnare è infatti uno stimolo a studiare di più”.
Al nuovo Maskil, al nonno rav Haim Vittorio Della Rocca, al papà rav Roberto Della Rocca, nostro collega e direttore dell’area Cultura dell’Unione delle Comunità ebraiche Italiane, a tutti i loro cari, un grande Mazal Tov dalla redazione di Pagine Ebraiche.
Ticketless - La Bibbia di Dante e Leopardi
La bellissima lezione di Lorenzo Bastida su ‘Ebrei e Giudei nella Commedia’ (ora accessibile in rete) ripropone il tema della presenza della Bibbia nella letteratura italiana. Dalla novella Abram Giudeo nel Decameron di Boccaccio alla novella Un goj di Luigi Pirandello si snoda un percorso non ancora sistematizzato come dovrebbe. Fra l’altro rileggevo in questi giorni l’operetta morale di Leopardi sul Gallo Silvestre, che parte da una fonte talmudica a me sconosciuta e per la quale il sostegno di uno specialista sarebbe indispensabile. 
 
Alberto Cavaglion
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Riconciliazione necessaria
C’è un midrash che cerca di comprendere le ragioni del litigio fra Cain e Hevel. Chi dice che hanno litigato per come dividersi gli spazi, un po’ come i fratelli piccoli che si dividono la camera. Chi per delle donne (le famose sorelle che sarebbero nate insieme a loro), fino ad arrivare a dispute teologiche. Del resto si sa, spesso le cose ultime sono le cause prime. Poi si aggiunge una voce: sono tutti pretesti.
Davide Assael
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Periscopio - Giulio e gli altri
Condivido pienamente lo sforzo fatto dal governo italiano per avere verità e giustizia riguardo alla tragica fine di Giulio Regeni, così come mi sento umanamente vicino ai genitori del coraggioso ricercatore, andato incontro a un così ingiusto e crudele destino. È assolutamente doveroso che l’Italia pretenda dall’Egitto la massima collaborazione. 
Francesco Lucrezi
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Tre generazioni
Il popolo ebraico non finisce mai di stupire e la storia di tutti i giorni ne è la riprova. In questa piccola comunità ebraico italiana, a Roma, tutti o quasi hanno avuto parenti più o meno stretti deportati nei campi di sterminio.
 
Dario Coen
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