Tre generazioni

Il popolo ebraico non finisce mai di stupire e la storia di tutti i giorni ne è la riprova. In questa piccola comunità ebraico italiana, a Roma, tutti o quasi hanno avuto parenti più o meno stretti deportati nei campi di sterminio. Ogni famiglia piange ancora i propri cari cercando di riscattarli ognuno a modo suo, a testa alta con il proprio ebraismo in qualsiasi forma possibile. Per un ebreo ogni giorno è la giornata della Memoria e in ogni momento figli e nipoti della Shoah non smettono di ricordarli tutti insieme come se fosse una unica famiglia allargata.
Di questo ne parlai a lungo con rav Vittorio Haim Della Rocca quando andammo insieme ad Auschwitz in uno dei primi viaggi organizzati dall’allora sindaco Francesco Rutelli. Impossibile dimenticare la sua commozione, proprio in quel punto dove suo padre Rubino z.l non uscì vivo, come tanti altri ebrei deportati. Ci abbracciammo forte, piansi con lui, e ricordo perfettamente quando gli dissi quanto fosse importante che un figlio di deportati diventasse rav a Roma (anche rav Laras, rav Di Castro e rav Sciunnach, figli della Shoah, sono diventati rabbanim). Non credo ce ne siano molti altri in Italia e a maggior ragione per un padre che ha lasciato orfano il proprio figlio, vederlo diventare rav è la miglior risposta al proprio destino così ingiusto, solo perché ebreo.
Stesso pensiero quando Roberto Reuven, figlio di rav Vittorio Haim Della Rocca, divenne rabbino anche lui. Figlio e nipote, quindi, di un ex deportato, diventarono rabbini, una generazione dopo l’altra.
Ieri Eitan Della Rocca, figlio di rav Roberto, nipote di rav Vittorio ha preso il titolo di maskil e per la terza generazione consecutiva la stessa famiglia di un ebreo ucciso ad Auschwitz è diventato maestro di studi ebraici avvicinandosi al titolo di rav nei prossimi anni.
Al maestro maskil Eitan, che negli anni passati ha studiato e vissuto in Israele, volontario in Zahal, giungano i migliori auguri di tutti noi per questo nuovo traguardo raggiunto portando gioia ed entusiasmo non solo nella sua famiglia romana, ma in tutta la comunità italiana. Rubino, ucciso durante una marcia della morte nell’evacuazione di Auschwitz, è rinato tre volte e con lui tutto il popolo d’Israele. La storia ebraica ci ha stupito ancora una volta.

Dario Coen

(23 dicembre 2020)