Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui               11 Febbraio 2021 - 29 Shevat 5781
LE RESPONSABILITÀ DEI LEADER - L'INTERVENTO DI RAV GIUSEPPE MOMIGLIANO

Quelle parole che generano violenza
Difendiamo insieme il futuro

Sempre più spesso purtroppo abbiamo notizia di inquietanti episodi che mostrano personaggi pubblici, alcuni anche con incarichi istituzionali, abbandonarsi a gesti e affermazioni che si richiamano a temi e simboli dell’antisemitismo, all’apologia del fascismo o alla banalizzazione del ricordo della Shoah.
Alcuni giorni fa un noto giornalista, nel corso di un dibattito televisivo, veniva interpellato dalla conduttrice su chi avrebbe indicato quale futuro capo del governo; ritenendo – così a suo dire – la domanda inopportuna, in quanto l’incarico era già stato assegnato, rispondeva: “Hitler”. Successivamente motivava l’uscita come una risposta data per scherzo. Su questo episodio non è possibile far scendere il velo del silenzio.
È necessario innanzitutto ricordare che la violenza si manifesta non solo con le azioni ma anche con le parole e che d’altra parte la violenza verbale non viene consumata solo con esplicite espressioni aggressive ma altresì con affermazioni che ledono sentimenti profondi e condivisi, fatto tanto più grave quando colpisce una moltitudine di persone: il contesto di battuta scherzosa in cui è stato citato il nome del dittatore nazista, alle cui responsabilità sono associati milioni di morti e indicibili sofferenze, conferisce il carattere di esecrabile violenza verbale, perpetrata non solo nei confronti di tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia della Shoah ma in assoluto nei confronti della maggior parte delle persone civili alle quali, io credo, non possa che apparire ripugnante utilizzare il nome di quel personaggio come spiritosa boutade. Il problema però non riguarda solo sentimenti ed emozioni; il modo di esprimersi manifestato nell’episodio in oggetto mette in discussione aspetti fondamentali della nostra coscienza e della nostra civiltà. Ritengo utile a questo proposito ricordare un passo dei Salmi (34,15) che suona “Allontanati dal male e opera il bene, cerca la pace e perseguila”; il percorso di vita consigliato dal testo biblico parte dalla capacità di individuare gli elementi negativi da cui prendere le distanze per poi costruire in positivo. È necessario prima di tutto identificare il male che ripudiamo per procedere al passo successivo, scegliere il bene, che è cosa più difficile, lo è sul piano individuale e, a maggior ragione, come ben sappiamo, è complicato a livello collettivo identificare valori e progetti condivisi per il bene della società. Se poi qualcuno, con il ricorso allo scherzo improprio, all’ironia fuori luogo, contribuisce a confondere, ad annacquare anche la definizione del male, dobbiamo stare molto attenti, perché quelle battute, quei motteggi rischiano di costarci caro, rischiano, con il tempo, di farci perdere di vista ciò che costituisce elemento essenziale di comune identità ovvero le espressioni più aberranti dell’uomo che si sono palesate nella Shoah; ma a quel punto, quando avessimo smarrito la coscienza nitida e precisa di cosa ci siamo lasciati alle spalle, quando non esistesse più la concezione chiara di un male assoluto da cui tenersi a distanza, come e quando mai la società potrebbe trovare percorsi condivisi su cui progettare il proprio futuro? 

Rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e assessore al Culto UCEI

Leggi

IL "PASS VERDE" PROPOSTO DAL MINISTERO DELLA SALUTE

A teatro e in palestra soltanto se vaccinati,
il piano di Israele per riaprire

Chi si è fatto vaccinare contro il Covid-19 avrà accesso a palestre, hotel, ristoranti, eventi culturali e sportivi. Chi si è rifiutato, rimarrà fuori. È il piano al vaglio delle autorità israeliane in queste ore, diretto a spingere i propri cittadini che ancora non l’hanno fatto a vaccinarsi. Nonostante il paese sia infatti un modello a livello mondiale per numero di somministrazioni (il 40 per cento ha ricevuto la prima dose, il 25 la seconda), ora la corsa alle vaccinazioni sta rallentando. Si è passati da numeri impressionanti, con medie di 200mila somministrazioni al giorno, a cifre ben inferiori. Negli ultimi tre giorni le somministrazioni quotidiane sono scese a 65mila nonostante l’apertura della campagna praticamente a tutta la popolazione (dai 16 anni in su). Da qui l’idea di introdurre il “pass verde” (non più “passaporto verde”, perché il termine suggeriva la possibilità di poter viaggiare liberamente all’estero). Il ministro della Salute Yuli Edelstein a ynet ha dichiarato che il pass sarà introdotto a partire dal 23 febbraio. “Stiamo parlando di palestre, hotel, luoghi come questi, dove l’uso del ‘pass verde’ sarebbe sia appropriato che praticabile”. Mentre alcuni servizi essenziali dovranno per forza rimanere aperti a tutta la popolazione, ha aggiunto il ministro israeliano, ci sono luoghi che saranno resi disponibili solo a coloro che sono vaccinati o che sono guariti dal Covid-19.

Leggi

PAGINE EBRAICHE FEBBRAIO 2021 - IL LIBRO DELLO STORICO CLAUDIO VERCELLI 

Le sfumature pericolose del neofascismo

“Il grigio racconta di una trasformazione in atto nella galassia neofascista, nella sua capacità di ridefinirsi adattandosi, quasi camaleontica, al mutamento dei tempi. I neo fascismi, ma forse l’espressione più corretta è radicalismo di destra, si è dato come obiettivo, ancora una volta, la conquista del senso comune: creare un dominio del senso comune davanti alle trasformazioni in corso”. Un obiettivo, spiega a Pagine Ebraiche lo storico Claudio Vercelli, più ambizioso, con il radicalismo di destra al lavoro “per orientare i giudizi della collettività”. E in diversi campi, aggiunge lo storico, ci è riuscito: si pensi al successo dei sovranismi, della retorica anti-immigrazione, della presunta difesa etnica. Ai margini per decenni, questo mondo eterogeneo – negli ultimi anni è ritornato, in varie forme, ad incidere sul presente delle democrazie occidentali. A metterle in pericolo. Non si tratta tanto di un ritorno delle vecchie organizzazioni che hanno raccolto l’eredità nera del fascismo, ma di una “riformulazione culturale e antropologica della sua attualità in quanto sistema di rapporti e relazioni politiche per i tempi a venire”. Lo spiega proprio Vercelli nel suo ultimo saggio, Neofascismo in grigio. La destra radicale tra l’Italia e l’Europa (Einaudi). Un volume importante per capire il complesso fenomeno legato al linguaggio dell’arcipelago neofascista, come lo definisce lo storico, diventato più sfumato – grigio appunto -, ma non per questo innocuo.

Leggi

IL COMUNE LOMBARDO E IL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA

Selvino omaggia Liliana Segre,
esempio di coraggio e libertà

“Questo è il semplicissimo messaggio, da nonna, che io vorrei lasciare ai miei nipoti e a tutti i miei futuri nipoti ideali: che siano in grado di fare la scelta e con la loro responsabilità e con la loro coscienza essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra i fili spinati”.
In un memorabile intervento tenuto lo scorso anno al Parlamento europeo, nel 75esimo anniversario dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, Liliana Segre rivolgeva queste parole ai giovani di tutto il continente. I suoi “nipoti ideali”.
Lo faceva ispirandosi a un disegno da lei spesso citato: una farfalla che si libra nell’aria sfuggendo all’orrore del lager, realizzato da una bambina che aveva la “sola colpa di esser nata” e che per questo, come lei, finì vittima della Shoah.
Una farfalla a manovella che vola sul filo spinato: è l’omaggio che la senatrice a vita ha ricevuto in queste ore a suggello della cerimonia di consegna della pergamena che attesta la cittadinanza onoraria conferitale il 27 gennaio scorso dall’amministrazione di Selvino, comune della provincia di Bergamo che nel dopoguerra accolse centinaia di giovani ebrei sfuggiti all’annientamento nazifascista.

Leggi

IL PREMIO GENESIS 2021 AL REGISTA AMERICANO

“Nei film di Spielberg valori ebraici
e impegno vivo di Memoria”

“L’importanza dell’identità e dell’appartenenza, la sfida di mantenere l’umanità in un mondo spietato, di prendersi cura dell’altro e di onorare l’obbligo morale di fare la cosa giusta: temi ebraici fondamentali, spesso presenti nei suoi film”.
È una delle motivazioni che hanno portato al conferimento del Premio Genesis per il 2021 al regista e produttore Steven Spielberg. Il prestigioso riconoscimento, noto anche come “il Nobel ebraico”, è stato assegnato a Spielberg per il suo impegno a difesa del valore della Memoria come patrimonio vivo “per la prevenzione contro la possibilità altri genocidi”. E ciò attraverso le trame dei suoi film, naturalmente, ma anche gli interventi pubblici e l’azione filantropica.

Leggi

Setirot - Il bene comune
Per Purìm – non essendo più un bambino – mi aspetto ormai soltanto qualche dolcetto e la lettura della Meghillàh Estèr, che non potrò ancora fare al Tempio causa pandemia. Peccato, anche perché sui travestimenti della politica odierna, e sui suoi disvelamenti, tra amici, ci si sarebbe certamente potuti confrontare con più o meno sarcastica ironia. Ma per fortuna ci ha pensato Giuntina, intesa come casa editrice, a farci un dono prezioso: il libro Moralità – Ristabilire il bene comune in tempi di divisioni di rav Jonathan Sacks zl.
Stefano Jesurum
Leggi
Due Europe
Sembrano esistere due Europe. Una concreta, pragmatica, capace di affrontare con lucidità e decisione la più grave crisi sanitaria ed economica che il continente abbia attraversato a partire dalla II guerra mondiale. Un’Europa capace di proiettare i benefici effetti della sua politica economica perfino su un Paese come l’Italia, cronicamente incapace di esprimere leadership all’altezza di affrontare i problemi strutturali che si porta dietro da decenni, forse dal momento stesso dell’unificazione nazionale. Un’Europa capace di stabilire con il nostro Paese una dialettica positiva che, in questo momento ha assunto il volto di Mario Draghi.
Valentino Baldacci
Leggi
Spuntino - Giovani promesse
La parashà di questa settimana, Mishpatìm, che segue quella del Decalogo, è ricca di precetti (cinquantatré su un totale di 613). Si tratta soprattutto di norme (Mishpatìm, appunto) di relazione con il prossimo. La prima nell'ordine è l'obbligo di restituire la libertà a uno schiavo ebreo ("'eved 'ivrì") al settimo anno (Es. 21:2). Non entriamo nel merito del significato della parola "'eved".
Raphael Barki
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website