Il giorno dell'Europa
In memoria del discorso che il 9 maggio 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman tiene a Parigi e in cui espone la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa tale da rendere impensabile una guerra tra le nazioni europee, il 9 maggio è diventato il giorno dell’Europa. In effetti non ci sono state guerre. Che l’Europa esista, invece, è alquanto discutibile. Non essendo in grado di parlare al futuro, si parla di passato.
David Bidussa
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Il buio e la siepe
Non è compito di queste righe offrire una diagnosi sui tempi correnti, ossia sulla natura e le matrici della crisi che come Paese stiamo attraversando. In parte perché l’argomento, nelle sue tante declinazioni, può risultare in parte off topic, ossia fuori tema rispetto ad una newsletter ebraica. Poi – ed è questo, in fondo, l’aspetto più rilevante – data la sua natura incontenibile (nel senso che si presta a molte sfaccettature interpretative, non sempre riconducibili ad un unico denominatore e quindi ad un solo livello di analisi), perché comporta il rischio di fuoriuscire da un’analisi che intenda mantenere il rigore e la comprensibilità che si chiedono ad una lettura lucida, e disincantata, del difficile e complesso presente.
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Israele e il Monte Meron
A parte il lutto per i 45 morti, io vedo nella tragedia del Monte Meron la disfatta sociale e politica d’Israele al giorno d’oggi. Il “governo” inesistente non è in grado di prendere decisioni, la polizia ha le mani legate e viene criticata qualunque provvedimento prenda, Bibi – in bilico come capo del governo – non poteva imporre nulla ai partiti religiosi che sono gli unici che lo sostenevano, le sinistre vogliono solo creare un’atmosfera di rivoluzione popolare per farlo cadere.
Gianfranco Yohanan Di Segni
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