L’Europa e la fine dell’incubo,
un percorso ancora incompleto

Cade in queste ore il 76esimo anniversario dalla fine della guerra in Europa. Un appuntamento che, insieme all’avvio degli accordi post bellici, alla ricostruzione, alla vita che sarebbe ripresa, cosi come pochi anni dopo alla costituzione di una comunità europea poi divenuta Unione, deve farci riflettere sull’Europa in cui viviamo e su quale Europa vogliamo.
Pace, solidarietà e libertà, connesse in primis alla persona e alle minoranze. La valorizzazione di culture antiche e specifiche come quella ebraica. Valori fondamentali che ancora devono affermarsi.
Si agisce su un piano economico e finanziario, ci si dedica a sostenibilità e digitalizzazione. Tutti fronti assolutamente giusti e necessari. Ma le basi di ogni percorso sono valoriali, soprattutto pensando ai giovani e a una politica estera coerente e lucida, in questo caso specialmente verso Israele, ancora assente.
Per l’Italia, guardando anche alle gravi responsabilità delle istituzioni di allora, si tratta di una data identitaria. Sono proprie le istituzioni, oggi, a doversi attivare contro i silenzi. Quelli del passato, ma anche quelli del presente.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI

(Nell’immagine Winston Churchill saluta la folla dopo la notizia della vittoria sulla Germania)

(9 maggio 2021)