IL DOSSIER DEL NUMERO DI GIUGNO DI PAGINE EBRAICHE

Israele, Gaza e i confini del conflitto

Nei suoi sette anni alla presidenza d’Israele, Reuven Rivlin ha cercato di costruire un dialogo costruttivo con i cittadini arabi del paese. Dopo soli tre mesi dalla nomina, nell’ottobre del 2014, decise di fare un gesto fino a quel momento unico. Si recò nel villaggio arabo di Kafr Kassem per partecipare a una cerimonia commemorativa per 49 civili uccisi nel 1956 dalla polizia di frontiera israeliana. Alla cerimonia, Rivlin condannò duramente il massacro, definendolo “un crimine terribile” e, evidenziarono i media locali, “si avvicinò molto di più alle scuse di qualsiasi altro leader israeliano prima o dopo”. A più riprese durante il suo mandato, Rivlin ha chiarito che gli arabi d’Israele - il 20 per cento della popolazione - sono parte integrante della democrazia israeliana. “Non siamo condannati a vivere insieme, siamo destinati a farlo” il suo credo, duramente incrinato però dagli scontri di maggio tra arabi ed ebrei d’Israele. “Come tutti, ho assistito con profondo shock, con cuore pesante e grande rabbia ai violenti e sfrenati disordini che hanno portato via vite, generato angoscia e incendiato ristoranti e case di preghiera. Le case della gente sono state bersagliate con pietre, le sinagoghe sono state incendiate, le persone sono state picchiate con crudeltà barbara” il doloroso quadro di Rivlin, mentre un nuovo fronte inaspettato si apriva nel paese. Quello interno. I confini tra arabi ed ebrei che nella democrazia israeliana sembravano con il tempo essersi sbiaditi, a favore di una graduale ma inesorabile integrazione, sono tornati a farsi sentire. A dividere. E i coraggiosi passi al di là delle barriere e della storia di Rivlin sono stati presto dimenticati da chi si è abbandonato alla violenza. Sintomo di un problema ancora aperto, su cui presto toccherà al prossimo Presidente d'Israele, Isaac Herzog, mettere mano (nell'immagine l'incontro odierno tra i due). In continuità con il suo predecessore, Herzog ha evidenziato come le priorità del suo settennato (che inizierà il 9 luglio) saranno: curare le ferite del paese, “costruire ponti” all’interno della società israeliana e con la diaspora, “combattere l’antisemitismo e l’odio verso Israele” e “mantenere le basi della nostra democrazia”. Collaborando con chiunque sarà al governo a Gerusalemme.

Una sfida a tutto campo che coinvolge anche quanto accade oltreconfine. Qui il fronte aperto è la ciclica guerra con i terroristi di Gaza, che usano i fondi internazionali per armarsi e colpire i civili israeliani invece che creare opportunità e benessere nella Striscia. Un limbo di terra in cui vivono quasi due milioni di palestinesi, oppressi da un movimento come Hamas (e dalla concorrente Jihad Islamica) che nel suo statuto invoca la distruzione d’Israele. “Prima di parlare del conflitto, chiunque dovrebbe leggere quello Statuto”, l’invito del professor Sergio Della Pergola. Una lettura che spiega perché quel confine sia ancora un teatro di guerra e di vittime. D’altro canto, aggiungeva il professore, “quello che stupisce da parte israeliana è la totale mancanza di un progetto a lungo termine, né per Gaza né per la West Bank”. E vengono in mente le parole di Ariel Sharon, ex primo ministro e falco della destra israeliana, che preannunciò la sua scelta di ritirarsi da Gaza parlando di “dolorosi compromessi” necessari. Sharon scelse una direzione, oggi da alcuni criticata vista la situazione nella Striscia. Ma rischiò nel costruire un progetto di futuro, mai finalizzato a causa della sua prematura uscita di scena. Oggi la certezza è che i confini sono ancora minacciati, come testimoniano i missili di Hamas, e ci si chiede quali possano essere i nuovi “dolorosi compromessi” che possano garantirne la sicurezza. Anche interna. Interrogativi che fanno da sfondo al dossier del numero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione, dedicato proprio allo scontro con Gaza e ai tumulti interni.

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ISRAELE - ENTRO IL 14 GIUGNO IL VOTO ALLA KNESSET SUL PROSSIMO ESECUTIVO 

Governo Bennett-Lapid, il momento della fiducia

Entro lunedì 14 giugno il parlamento israeliano si riunirà per votare la fiducia al governo guidato da Yair Lapid e Naftali Bennett. Lo ha annunciato in queste ore il presidente della Knesset Yariv Levin. Si avvicina dunque il momento della verità per la coalizione costruita da Lapid, leader centrista di Yesh Atid, e Bennett, a capo del partito di destra Yamina. Se la loro intesa, siglata da otto partiti in tutto, otterrà il sostegno della maggioranza della Knesset, allora Bennett diventerà il prossimo Primo ministro d'Israele. E porrà fine a dodici anni interrotti di governi a guida Benjamin Netanyahu. I numeri per sostituire il leader del Likud sulla carta ci sono. I parlamentari della coalizione, dalla sinistra di Meretz alla destra di Nuova Speranza, sono 61 in totale. Proprio il numero necessario per avere la maggioranza su 120 seggi totali. Ma Lapid e Bennett temono possibili defezioni al momento del voto di fiducia, in particolare a destra. Per cui il loro successo non è garantito. 
La pressione, soprattutto sui parlamentari di Yamina, è altissima. Netanyahu sta attaccando senza sosta la coalizione che vorrebbe sostituirlo. L'ha definita la frode del secolo e rivendica per sé il ruolo di Primo ministro, forte di avere alle spalle il partito più votato alla Knesset. Non ha però la maggioranza dei parlamentari dalla sua parte, e questo è l'importante, replicano Bennett e Lapid. 

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LA MOBILITAZIONE CON IL SOSTEGNO UCEI

Sarah Halimi, un impegno vivo nel segno dei valori

Ricordare Sarah Halimi. E farlo attraverso i valori che più aveva a cuore: educazione delle nuove generazioni, educazione al futuro. È l’obiettivo della campagna Ohel Sarah (Tenda di Sarah), avviata nelle scorse ore dal figlio Yonathan: fino a domani sarà possibile effettuare donazioni per aiutare la costruzione di un centro comunitario in Israele, l’acquisto di un Sefer Torah, lo sviluppo di attività socio-educative volte a favorire l’integrazione degli ebrei francesi.
Anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è scesa in campo accanto alla famiglia con un concreto sostegno alla campagna e l’obiettivo di tenere accesa l’attenzione sulla vergognosa vicenda giudiziaria che ha fatto dell’assassino di sua madre un impunito. Un tema approfondito in questi giorni dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni nel quadro di alcuni colloqui con lo stesso Yonathan.
“Verità” e “Giustizia”: quello per cui la famiglia non smetterà di battersi anche in futuro. Portando avanti anche un impegno di memoria nel segno delle scelte e dei principi che hanno illuminato la vita di Sarah Halimi e di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di esserle al fianco.

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L'EX SOLDATO DELL'ARMATA ROSSA, ULTIMO LIBERATORE DI AUSCHWITZ

David Dushman (1923-2021)

È scomparso all’età di 98 anni David Dushman, ex soldato dell’Armata rossa e ultimo liberatore di Auschwitz ancora in vita. Nato e cresciuto in Unione sovietica, ebreo, è stato un eroe di guerra e tra i pochissimi membri della sua unità a fare ritorno. Viveva in Germania dal crollo del muro di Berlino. Suo padre fu vittima di una epurazione stalinista, finendo i suoi giorni in un “campo di lavoro”.
Così ricordava l’arrivo ad Auschwitz, il 27 gennaio del 1945: “Quando siamo arrivati abbiamo visto questa recinzione e dietro questa umanità disperata. L’abbiamo sfondata con i nostri carri armati. Ai prigionieri del campo abbiamo subito offerto del cibo, lo abbiamo fatto finché abbiamo potuto” ha detto in una recente intervista con l’agenzia Reuters, che era andata a trovarlo nel suo appartamento di Monaco. “Tutti in uniforme, gli occhi incavati, è stato terribile. Fino ad allora eravamo all’oscuro di Auschwitz, di che cosa fosse”.

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COMUNITÀ AL VOTO, IL RISULTATO DELLE ELEZIONI 

Livorno ebraica, eletto il nuovo Consiglio

Domenica al voto per gli iscritti alla Comunità ebraica di Livorno, chiamati ad esprimere le loro preferenze per il rinnovo del Consiglio comunitario. Tra i dodici candidati in lizza, risultano eletti (in ordine di voti ricevuti) il presidente uscente Vittorio Mosseri, Gianfranco Giachetti, Gadi Polacco, Ugo Cremisi e Guido Servi.
Nei prossimi giorni si svolgerà la prima riunione del nuovo Consiglio con, all’ordine del giorno, l’attribuzione dei vari incarichi.

 

L'OPERAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE IN TUTTA ITALIA

Istigazione all’odio e all’antisemitismo,
dodici fermi tra l’estrema destra

Nelle scorse ore i carabinieri del Ros, in coordinamento con i Comandi provinciali di Cagliari, Cosenza, Frosinone, Latina, L’Aquila, Milano, Roma e Sassari, hanno fermato dodici appartenenti al gruppo di estrema destra “Ordine Ario Romano”. Per gli arrestati, la cui età varia dai 26 ai 62 anni, l’accusa è di “associazione finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa”. Molto attivo sui social, il gruppo sarebbe infatti “stabilmente dedito alla pubblicazione sui social network di scritti, video e immagini dal contenuto razzista e discriminatorio, di ispirazione nazionalsocialista, antisemita e negazionista, nonché afferenti a tesi complottiste nei confronti del popolo ebraico”.
Contatti via social, riferiscono alcuni media nel dare la notizia, sarebbero in passato intercorsi tra la compagine neofascista e il docente universitario Marco Gervasoni, recentemente indagato per minacce e offese al Capo dello Stato Sergio Mattarella.

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LA MOSTRA A CASALE MONFERRATO

Luzzati, l’arte e il segno dell’identità

Una mostra, ma soprattutto un omaggio a un artista e a un amico nel centenario della sua nascita. È quanto realizzato dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato con “Emanuele Luzzati un immaginario di respiro universale”, inaugurata ieri. Una trentina di pezzi, alcuni introvabili come le 12 tavole per le ‘Storie della città di Safed’, una delle sue prime opere grafiche, altre divertenti come può esserlo solo il tratto e il mix di colori e stoffe utilizzati dall’artista genovese. C’è un lunario che racconta i mesi ebraici, le illustrazioni per la Gran Bataja d’j’ebrei ad Moncalv, il celebre Rabbino delle rose, e ancora ceramiche, opere grafiche, persino un film (Luzzati ebbe due nomination agli Oscar per l’animazione) che racconta la storia di Gerusalemme. Sono testimonianze dell’ebraicità di Luzzati, ma anche dell’affetto che provava per la Comunità di Casale, dove trovava un po’ delle sue radici monferrine che risalivano alla nonna di Moncalvo.

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Il razzismo oggi
Leggetela la lettera di Seid, il ventenne dalla pelle nera che si è ucciso. Leggetela tutta, con attenzione, non solo quando racconta del clima intorno a sé, del rifiuto della sua pelle nera, ma anche quando dice come aveva interiorizzato le accuse, cercando di apparire, se non bianco, dalla parte dei bianchi. Leggetela tutta, parola per parola, anche se è stata scritta due anni fa e se suo padre l’ha definita “uno sfogo”. Leggetela e imparate perché ci descrive il razzismo nella sua origine, nella sua terribile banalità. La banalità del male.
Anna Foa
Controvento - Farmaci anti-Covid
È stata annunciata un paio di settimane fa in Israele la scoperta di un nuovo farmaco che sembra molto promettente nella terapia del Covid.
EXO-CD24 è stato messo a punto nei laboratori dell’Ichilov Center dell’Università di Tel Aviv. Si tratta di un farmaco di precisione, che viene inalato e controllerebbe la iperreazione immunitaria da cui scaturiscono i gravi effetti collaterali della malattia.
Somministrato a 30 pazienti in condizioni da moderata a grave, ne ha guariti completamente 29 in cinque giorni.
Viviana Kasam
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