La mostra a Casale Monferrato
Luzzati, l’arte e il segno dell’identità
Una mostra, ma soprattutto un omaggio a un artista e a un amico nel centenario della sua nascita. È quanto realizzato dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato con “Emanuele Luzzati un immaginario di respiro universale”, inaugurata ieri. Una trentina di pezzi, alcuni introvabili come le 12 tavole per le ‘Storie della città di Safed’, una delle sue prime opere grafiche, altre divertenti come può esserlo solo il tratto e il mix di colori e stoffe utilizzati dall’artista genovese. C’è un lunario che racconta i mesi ebraici, le illustrazioni per la Gran Bataja d’j’ebrei ad Moncalv, il celebre Rabbino delle rose, e ancora ceramiche, opere grafiche, persino un film (Luzzati ebbe due nomination agli Oscar per l’animazione) che racconta la storia di Gerusalemme. Sono testimonianze dell’ebraicità di Luzzati, ma anche dell’affetto che provava per la Comunità di Casale, dove trovava un po’ delle sue radici monferrine che risalivano alla nonna di Moncalvo. Con Sergio Noberini e i vertici della Fondazione Luzzati (partner della mostra) impegnati a Genova per le celebrazioni del centenario nella città Natale dell’artista, spetta a Elio Carmi ricordarlo, ma certo al Presidente della Comunità ebraica cittadina i ricordi non mancano. “Ci siamo conosciuti a metà degli anni ‘90 tramite Franco Ferrari del Teatro di Alessandria, stavamo cercando un simbolo tra l’allegria e il militaresco per la Cittadella e lui inventò il tamburino. Un altro legame con Casale era quello con l’editore Marietti, per cui produsse le illustrazioni del volume ‘Un Rabbì che Amava i banchetti’, scritto da Enzo Bianchi. Lele non era iscrivibile a una etichetta, possiamo definirlo multisfaccettato, parlava un linguaggio universale comprensibile sia dai bambini che dagli adulti”.
La mostra, visibile fino al 20 giugno in Sala Carmi, è collocata all’interno del progetto IT.A.CA Monferrato 2021 che, come spiega Pier Iviglia, coordinatore locale di questo “Festival del turismo responsabile”, ha per tema “Il Diritto di Respirare del Monferrato”. Così proprio la parola Respiro, Ruah in ebraico, diventa un punto di osservazione privilegiato. Lo scopriamo sempre dalla voce di Carmi che, leggendo il libro dell’Esodo, racconta di Betsaleel, il primo artista della Bibbia, e di come Ruah sia il soffio dell’Onnipotente, ma anche il respiro della vita: la straordinaria ispirazione di genio come Luzzati che continua a vivere nelle sue opere e nella memoria di chi lo ha conosciuto.
Domenica 13 giugno alle 17 la stagione culturale della Comunità ebraica casalese continua con una presentazione libraria: Resta ancora un po’ di Ghia Piattelli, edito da Giuntina. L’autrice ne parlerà con Claudia De Benedetti.
Alberto Angelino
(7 giugno 2021)