Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       26 Luglio 2021 - 17 Av 5781
LA SENATRICE A VITA A PAGINE EBRAICHE

Liliana Segre: “Follie no vax non mi stupiscono
Stiano a casa e non danneggino gli altri”

La senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre non è stupita di quanto visto nelle manifestazioni dei no vax in Italia. L’uso distorto della Memoria è una vergognosa moda che dura da tempo, sottolinea a Pagine Ebraiche. “Dopo aver visto l’adorato viso di Anna Frank usato allo stadio (come adesivo antisemita dai tifosi della Lazio, ndr), non mi stupisco di nulla. Non dico che sono insensibile, ma mi è venuta una sorta di scorza”, afferma la senatrice. I paragoni impossibili tra la persecuzione ebraica e le disposizioni sui vaccini sono “follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza: siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto”. Condannare chi rifiuta il vaccino, chi straparla di “dittatura sanitaria” e fa insensati richiami alle leggi razziste è un atto dovuto, dice Segre. “È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita in cui i bulli sono i più forti”, la riflessione della Testimone, che guardando alle piazze no vax auspica si tratti solo di un fenomeno minoritario. “Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?”. 
A chi non fa parte di quel mondo no vax convinto, ma continua ad avere timore del vaccino, Segre ricorda che “la paura si supera". Insomma, "se l'unica arma per combattere questa malattia è il vaccino, non ne conosciamo altre, e facciamo il vaccino allora. Io non ci ho pensato due minuti a farlo, anzi ero molto contenta. E così si sono vaccinati tutti nella mia famiglia. Non sono un medico, ma credo a quello che mi si dice”. 
Proprio per essersi vaccinata, Segre è stata oggetto di molti attacchi online dei soliti hater da tastiera. “Incredibile, anche per quello mi hanno attaccata. Hanno detto che avevo delle azioni di Pfizer. Magari. Purtroppo non ne possiedo”, la replica ironica della senatrice a una delle teorie del complotto che circolano su di lei. “Non mi stupiscono nemmeno queste bugie. Ricordiamoci di tutte le falsità sull’attacco alle Torri Gemelle, con alcuni che avevano accusato gli ebrei di esserne responsabili”. 
Ai complottisti anti-vaccini il messaggio della senatrice a vita è chiaro: state a casa. “Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo”.

(Nell'immagine il momento della vaccinazione della senatrice Liliana Segre)

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I COLLOQUI TRA I MINISTRI ISRAELIANI E IL PRESIDENTE DELL'ANP

Gerusalemme-Ramallah, prove per un nuovo dialogo

Ricucire i rapporti complicati con i vicini più prossimi. La diplomazia israeliana del nuovo corso, quello a guida Naftali Bennett e Yair Lapid, ha deciso di cambiare politica rispetto alle modalità di confronto con l’Autorità nazionale palestinese e con la Giordania adottate in passato. Meno scontri a viso aperto, più dialogo. Almeno in questa fase iniziale. E così, dopo anni in cui solo il Presidente israeliano Reuven Rivlin aveva un filo diretto con il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas, in poche settimane quella linea si è aperta a più interlocutori. Oltre al nuovo Presidente Isaac Herzog, che Abbas conosce bene per la sua militanza laburista, anche il ministro della Difesa Benny Gantz e il ministro della Pubblica Sicurezza Omer Bar-Lev hanno avuto conversazioni dirette con il leader palestinese. 
In particolare Gantz ha telefonato ad Abbas in occasione della festa islamica Eid al-Adha. "I due - spiega una nota del ministero della Difesa - hanno parlato in un'atmosfera positiva e hanno discusso la necessità di far progredire le misure di rafforzamento della fiducia tra Israele e l'Anp, che aiuterà la sicurezza e l'economia dell'intera regione”. Una dichiarazione simile è arrivata anche dal ministro Bar-Lev che ha auspicato che la sua conversazione con Abbas possa portare “all'apertura di linee di comunicazione tra me e le mie controparti dell'Anp, facendo avanzare la pace e la sicurezza per entrambi i popoli”.

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LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONGRESSO EBRAICO EUROPEO MOSHE KANTOR

"Legge polacca sulle restituzioni è immorale, un furto"

“Una legge discriminatoria e immorale”.
Nel silenzio e nell’indifferenza di molti si leva la voce di Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, per denunciare l’ennesimo abominio giuridico polacco. Una legge, recentemente approvata dal Senato, che punta a vanificare ogni possibile tentativo arrivare alla restituzione di beni e proprietà sottratte agli ebrei al tempo della Shoah. Preoccupazione in tal senso è stata espressa anche dal governo israeliano, che ha parlato di inevitabile deterioramento nei rapporti tra i due Paesi. “Questa non è soltanto un’altra legge. È un vero e proprio furto legalizzato”, denuncia Kantor in una nota. Per il presidente del Congresso ebraico europeo è oltraggioso “che i sopravvissuti alla Shoah, nei loro ultimi anni di vita, subiscano un torto così crudele e illegittimo”.
La Polonia, ricorda Kantor, era il Paese in cui viveva un tempo la più prospera comunità ebraica d’Europa. Ad essere richieste sono “giustizia e decenza, entrambe calpestate da questa legge”.

L'EX CAMPIONE DEL CICLISMO PAOLO SAVOLDELLI A PAGINE EBRAICHE

“In bici tra Gerusalemme e il Negev,
esperienza indimenticabile”

Il più felice, appena la strada scendeva, era lui. Il primo a lasciarsi alle spalle la Porta di Damasco e planare con maestria in direzione di Yemin Moshe. Non a caso per tutti Paolo Savoldelli era il “Falco”: il miglior discesista della sua generazione, uno dei più forti della storia del ciclismo. Un’abilità che ha contribuito a fargli vincere ben due Giri d’Italia, nel 2002 e nel 2005. Erano gli ultimi giorni di febbraio del 2018. Una ricognizione speciale, per lui e per altre quattro “vecchie glorie” della bicicletta, sulle strade che poche settimane dopo avrebbero visto scatenarsi la bagarre del 101esimo Giro d’Italia. Tre giorni di grande intensità – da Gerusalemme ad Haifa, da Tel Aviv ad Eilat – nel segno di una storica e indimenticabile partenza israeliana.
“Pedalare in Israele è stata un’esperienza entusiasmante. Un viaggio che consiglierei a tutti”, dice il Falco a Pagine Ebraiche. “Mi è piaciuto tutto. Il panorama, naturalmente. E poi il contesto socio-culturale, con tutta la sua ricchezza, varietà e complessità. E, aspetto decisivo per chi va in bici, il fondo stradale. Perfetto quasi ovunque”. Un ricordo vivido, che Savoldelli è stato chiamato a trasmettere in occasione di un evento organizzato domani a Bergamo con la collaborazione dell'Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo.

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Cosa è stato il 25 luglio 1943
25 luglio, la data dell’ingloriosa caduta di Mussolini. Nell’Italia ormai lontana dal consenso che aveva accolto le leggi razziali e l’entrata in guerra, l’entusiasmo e la gioia per quella che si credeva la fine del conflitto. Ma la guerra continuava, precisava Badoglio, e presto, almeno per una grande parte d’Italia, sarebbe diventata occupazione, violenza, massacro di civili. E Resistenza.
Piacerebbe, in questa data, che i giornali – quelli che la ricordano, che parlano della Repubblica Sociale Italiana – non ricordassero solo un Mussolini che si rivolge al giornalismo, ininfluente (il che suggerisce innocente). Ma il Mussolini delle leggi di Verona, che lanciano in Italia la caccia all’ebreo da parte dei militi della Repubblica di Salò, troppo spesso contrabbandati come ragazzi innocenti.
Anna Foa
Oltremare - Olimpiadi
Qui in Israele, le Olimpiadi sono una cosa abbastanza seria. Con tutte le emergenze belliche e sociali non possiamo (ancora) aspettarci di essere una vera potenza sui tappeti colorati di Tokyo, ma lo stesso, esiste un canale televisivo dedicato alle Olimpiadi, con giornalisti in loco che seguono tutti gli sport in cui compaiono, a volte come meteore, a volte con più speranza di successo, atleti israeliani. Il problema poi è capire il minimo indispensabile degli sport per i quali vale la pena di accendere le televisione e vedere dirette sventolando bandierine biancoblu nei nostri salotti. Nel mio caso specifico, ogni volta la mia faccia si trasforma in un grande punto interrogativo.
Daniela Fubini
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Controvento - Scelte linguistiche
È da poco uscito in America, per i tipi di G.P. Puntnam’s Sons, il libro della giornalista scientifica Melinda Wenner Moyer How to raise kids who aren’t assholes.
Ringrazio Chiara Sabelli di “Scienza in Rete” per la segnalazione.
Tra gli argomenti principali ci sono – e non potrebbe essere diversamente nel 2021 – il sessismo e il razzismo. Uno degli imputati principali è il linguaggio, tema caro all’illustre scienziato Andrea Moro che nel suo libro La razza e la lingua (La Nave di Teseo) lo ha analizzato sotto l’aspetto delle neuroscienze.
Viviana Kasam
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Storie di Libia - Raphael Barki
Raphael nato a Tripoli, ebreo di Libia. La madre, figlia di un religioso, era abbastanza osservante mentre il padre, il cui genitore era capitato in Libia per errore, sbagliando nave, convinto di recarsi a Tripoli in Libano, era sicuramente molto più tradizionalista che religioso. La famiglia Barki aveva un rinomato negozio di tessuti in centro e godeva di un buon tenore di vita. Raphael nel giugno del ’67 aveva solo 4 anni e mezzo, quindi nutre solo un flebile ricordo della sua vita in Libia (legato più che altro al suo lettino bianco). Di quei fatidici giorni, poco prima della fuga, ricorda di aver accolto in casa, per proteggerla, una famiglia di amici ebrei.
David Gerbi
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