I PUNTI DELL'ACCORDO DI COALIZIONE TRA SPD, LIBERALI E VERDI
Vita ebraica, Israele, antisemitismo
L'impegno del nuovo governo tedesco
Promozione della vita ebraica nel paese, lotta all'antisemitismo e tutela della sicurezza d'Israele. Sono gli impegni messi nero su bianco dalla nuova coalizione di governo - Socialdemocratici, Liberali e verdi - che si appresta a guidare la Germania. Mondo ebraico e Israele trovano infatti un proprio esplicito collocamento nelle 177 pagine dell'accordo siglato dai tre partiti della coalizione semaforo (in riferimento ai colori che li caratterizzano). Un accordo che tocca moltissimi punti di carattere economico, sociale, educativo, con una particolare attenzione alla lotta alla povertà, al cambiamento climatico e agli investimenti sulla digitalizzazione. Un'intesa che per il Consiglio centrale degli ebrei in Germania “esprime la volontà di fermare l'ulteriore deriva della società e di rafforzare la fiducia nella democrazia”; in cui si parla della necessità di “promuovere una cultura del rispetto”. E per questo, dichiara l'organo che rappresenta l'ebraismo tedesco, costituisce un passo importante, “soprattutto per le minoranze sociali del nostro paese”.
Commenti dunque positivi, in particolare in riferimento all'esplicito inserimento del tema della promozione della vita ebraica. “È la prima volta che questo argomento ottiene un proprio paragrafo in un accordo di coalizione”, sottolinea l'autorevole Jüdische Allgemeine. Un passaggio che ricorda la secolare storia dell'ebraismo tedesco e in cui si promette il rafforzamento “delle iniziative che promuovono la vita ebraica nella sua diversità”. Per quanto riguarda l'antisemitismo, si parla di lotta a tutte le sue forme, prendendo come riferimento la definizione dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). “Garantiremo la protezione degli ebrei e delle loro istituzioni insieme ai Länder”, dichiarano i tre partiti di governo che sarà guidato dal cancelliere Olaf Scholz, leader della Spd. Sulle sue spalle l'eredità pesante dell'era Merkel, rimasta alla guida della Germania per 15 anni e fortemente legata al mondo ebraico e a Israele. Saranno ora Scholz e la sua maggioranza a dover “combattere con successo l'estremismo di destra e l'antisemitismo”, evidenzia il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi Josef Schuster. Sfide fondamentali, spiega, “per il futuro della Germania”.
Nell'accordo si parla poi della necessità di rafforzare l'ufficio del commissario per la lotta antisemitismo del governo federale, guidato attualmente da Felix Klein. A riguardo, il Consiglio Centrale ha rinnovato la sua richiesta che il posto di Klein sia in futuro situato nell'ufficio del Cancelliere, spostandolo dall'attuale collocazione nel ministero federale dell'Interno. Un riposizionamento che ne rimarcherebbe la centralità.
Nel paragrafo dedicato al mondo ebraico si parla inoltre di impegno per la formazione alla Memoria, per l'assistenza ai sopravvissuti alla Shoah, per una “documentazione più risoluta degli incidenti antisemiti”.
Specifico spazio viene dato al tema Israele. La sua sicurezza, ribadiscono i tre partiti, “è una ragione di stato per noi. Continueremo a lavorare per una soluzione negoziata di due stati basata sui confini del 1967. Condanniamo la continua minaccia allo Stato d'Israele e il terrore contro il suo popolo. Accogliamo con favore la normalizzazione delle relazioni che è iniziata tra altri stati arabi e Israele. Ci opponiamo fermamente ai tentativi di condanna antisemita di Israele, anche all'ONU”. Un linea dunque che sembra seguire quanto già costruito in questi anni dalla cancelliera Merkel, definita dal Primo ministro israeliano “un faro per l'Europa”.
La Libia e i cimiteri ebraici profanati,
la ferita e i progetti per il futuro
Il 4 marzo del 1970 un giornalista del quotidiano israeliano Yediot Aharonot riporta alcune drammatiche notizie da una Libia dove una radice ebraica plurimillenaria è stata ormai annientata tra pogrom, violenze e l’inevitabile fuga verso altri lidi. “A Tripoli – documenta – si sta svolgendo una feroce campagna antisemita: gruppi vicini al regime ‘rivoluzionario’ chiedono di confiscare le proprietà ebraiche e di ‘gettare nella fogna le osse impure'”. Un invito esplicito a profanare i cimiteri non solo della capitale ma anche di Bengasi e Misurata che parte dalle colonne di un altro organo di informazione, il libico Ar-Rai el-Am (L’opinione pubblica), che parla dell’esodo forzato del ’67 come di un miracolo e loda i crimini delle folle di connazionali “che hanno ripulito col fuco e con la spada i parassiti ebrei”.
Una testimonianza agghiacciante ma emblematica che sarà distribuita ai partecipanti della conferenza internazionale “Storie di rinascita: gli ebrei di Libia” in programma a Roma a partire da domenica mattina e fino al 5 dicembre per iniziativa dello psicoanalista David Gerbi e dell’organizzazione ASTREL (Associazione Salvaguardia Trasmissione Retaggio Ebrei di Libia) di cui è presidente.
Il convegno nasce anche come vetrina per lanciare un impegno che a quelle memorie oltraggiate si dedica: si tratta di un progetto di “ricostruzione virtuale dei cimiteri di Libia dissacrati” promosso dallo stesso Gerbi insieme ad ANU, il museo del popolo ebraico di Tel Aviv. La ricostruzione virtuale, ha spiegato il suo ideatore a Pagine Ebraiche, “ci permetterà di ricordare i nostri defunti, parte delle nostre comunità ormai sparite, e di poter dedicare l’accensione di un lumino o la recitazione di un Kaddish alle date delle ricorrenze”. Un progetto pensato soprattutto “per le generazioni a venire”.
"Contro i deliri no vax sulla Shoah,
serve la risposta della società civile"
“Di fronte a queste continue offese alla Memoria deve essere l’intera società civile a sollevarsi e agire. Dalle istituzioni alle forze politiche, fino ai semplici cittadini. Serve una mobilitazione di tutti e non lasciare l’onere di rispondere alle comunità ebraiche”. A ribadirlo è il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni dopo l’ennesimo caso di accostamento impossibile tra Shoah e misure sui contagi fatta dal mondo no vax. Questa volta a esprimere le sue deliranti tesi è stato uno dei leader del movimento torinese anti-vaccini. La Digos si è mossa, indagando su questo personaggio, ma il problema, sottolinea Disegni, è più ampio. “Il nostro impegno deve essere rivolto soprattutto all’educazione. Fare in modo che queste tesi deliranti non trovino spazio nelle coscienze delle persone. Dare a tutti gli strumenti culturali per contrastarle”, evidenzia Disegni, che cita come esempio positivo l’introduzione delle nuove linee guida per la lotta all’antisemitismo adottate dal ministero dell’Istruzione.
L'OMAGGIO AL GRANDE ARTISTA NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
Le luci di Chanukkah nel segno di Luzzati
Come si può dare colore al tempo e di che tempo parliamo quando parliamo di Emanuele Luzzati? C’è il tempo della vita e quello della storia. Quello della leggenda, della fiaba e del teatro con le sue pause e le sue accelerazioni. C’è il tempo della musica. E c’è il tempo intimo dell’esistenza personale.
Un poliedro di sfumature che risaltano nella mostra “Luzzati. I colori del tempo”, curata da Vincenza Maugeri e Caterina Quareni e allestita da alcune settimane al Museo ebraico di Bologna (di cui Maugeri è direttrice) per i 100 anni dalla nascita del grande artista genovese.
Al centro otto tavole dedicate alle feste e ai momenti chiave dell’esistenza umana cui si accompagna da qualche ora una suggestiva integrazione per l’imminente celebrazione di Chanukkah: un candelabro d’artista realizzato da Luzzati per il Museo dei Lumi di Casale Monferrato.
Lotta a odio e antisemitismo,
premiato l’impegno del Chelsea
Il Chelsea guida la classifica del campionato inglese, ma è anche una delle realtà più assiduamente impegnate contro la diffusione (fuori e dentro gli stadi) di ogni forma di odio, razzismo e antisemitismo.
Un impegno che la European Jewish Association (EJA) ha scelto di riconoscere attraverso il conferimento di una onorificenza, il King David Award, assegnato alla dirigenza del club in occasione del recente incontro di Champions League contro la Juventus.
“Lo sport – la riflessione del rabbino Menachem Margolin, a capo dell’associazione ebraica – tira fuori il meglio dalle persone, ma purtroppo può anche tirare fuori il peggio. E in questo senso alcuni dei peggiori esempi di antisemitismo si manifestano negli stadi. Anche quello del Chelsea non ha fatto eccezione. A differenza di altri, però, questa società ha scelto di intervenire”.
Presente alla cerimonia anche rav Binyomin Jacobs, rabbino capo d’Olanda e membro della dirigenza di EJA: “Il modello Chelsea – le sue parole – andrebbe replicato ovunque. Ci faremo ambasciatori presso governi e organizzazioni di quanto di buono state realizzando qui”.
Evidentemente non fa molta notizia e i giornali vi hanno dedicato meno spazio di quel che ci si attendeva. Ed è un peccato perché siamo in presenza di una svolta, un punto fermo importante su cui costruire percorsi didattici inediti e innovativi per le prossime generazioni. Parlo della presentazione delle Linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola, un testo che si accompagna alla traduzione in italiano dei sussidi didattici sullo stesso tema proposti dall’OSCE.
Senza ombra di dubbio questa è la parashà che contiene il più alto numero di sogni. Anche se molti tra i profeti e maestri di Israele sostengono che il sogno racconti cose vane -"va chalomot shav jedabberu" (Zaccaria 10;2) - non per tutti è così.
Per Josef sono stati la premonizione del suo futuro e l'opportunità di fare "carriera" a corte del faraone.
I chakhamim sostegno che non ha importanza cosa si sogna, bensì è importante sognare.
Chanukkah è la festa che celebra la difesa di una cultura di minoranza che non vuole lasciarsi fagocitare dalla cultura dominante. Ricorda eventi narrati nei libri dei Maccabei, che non appartengono al Tanakh, ma fanno invece parte dell'Antico Testamento secondo il canone della Chiesa cattolica. Quindi si può notare un curioso paradosso: noi ebrei che viviamo in paesi cattolici ci distinguiamo dalla maggioranza festeggiando gli eventi narrati in un testo che è considerato sacro dalla maggioranza ma non da noi. A sua volta la maggioranza, pur conservandoli nella propria Bibbia, non sembra avere un particolare interesse per i Maccabei e la loro rivolta.
Nel Secolo breve, capitolo “Stregoni e apprendisti stregoni”, lo storico Eric Hobsbawm scrive che per quanto se ne servissero per i propri fini e pensassero di controllarne gli effetti, i regimi dittatoriali come quello nazional-socialista e staliniano in realtà respingessero la scienza. Perché “la scienza metteva in discussione le concezioni del mondo e i valori espressi in verità aprioristiche.” I due regimi “condividevano l’idea che i loro cittadini dovessero dare il proprio assenso a una «dottrina vera», che era però quella formulata e imposta dalle autorità politico-ideologiche.” Così che a differenza degli altri regimi, in questi la diffidenza nei confronti della scienza trovò invece un’espressione ufficiale, anche tramite l’espulsione di fisici, medici, e scienziati (spesso ebrei, specialmente nella Germania nazista).