La Libia e i cimiteri ebraici profanati,
la ferita aperta e i progetti per il futuro
Il 4 marzo del 1970 un giornalista del quotidiano israeliano Yediot Aharonot riporta alcune drammatiche notizie da una Libia dove una radice ebraica plurimillenaria è stata ormai annientata tra pogrom, violenze e l’inevitabile fuga verso altri lidi. “A Tripoli – documenta – si sta svolgendo una feroce campagna antisemita: gruppi vicini al regime ‘rivoluzionario’ chiedono di confiscare le proprietà ebraiche e di ‘gettare nella fogna le osse impure'”. Un invito esplicito a profanare i cimiteri non solo della capitale ma anche di Bengasi e Misurata che parte dalle colonne di un altro organo di informazione, il libico Ar-Rai el-Am (L’opinione pubblica), che parla dell’esodo forzato del ’67 come di un miracolo e loda i crimini delle folle di connazionali “che hanno ripulito col fuco e con la spada i parassiti ebrei”.
Una testimonianza agghiacciante ma emblematica che sarà distribuita ai partecipanti della conferenza internazionale “Storie di rinascita: gli ebrei di Libia” in programma a Roma a partire da domenica mattina e fino al 5 dicembre per iniziativa dello psicoanalista David Gerbi e dell’organizzazione ASTREL (Associazione Salvaguardia Trasmissione Retaggio Ebrei di Libia) di cui è presidente.
Il convegno nasce anche come vetrina per lanciare un impegno che a quelle memorie oltraggiate si dedica: si tratta di un progetto di “ricostruzione virtuale dei cimiteri di Libia dissacrati” promosso dallo stesso Gerbi insieme ad ANU, il museo del popolo ebraico di Tel Aviv. La ricostruzione virtuale, ha spiegato il suo ideatore a Pagine Ebraiche, “ci permetterà di ricordare i nostri defunti, parte delle nostre comunità ormai sparite, e di poter dedicare l’accensione di un lumino o la recitazione di un Kaddish alle date delle ricorrenze”. Un progetto pensato soprattutto “per le generazioni a venire”
Quelle nuove generazioni cui anche la conferenza si rivolge, con un’intera settimana di incontri e dibattiti che fanno perno anche sulle testimonianze riportate settimanalmente da Gerbi, su questi notiziari, nella rubrica “Storie di Libia”. Al via una intensa settimana di memorie ma anche di celebrazione in onore di un gruppo straordinario “che è stato ‘profugo’ per poco tempo, ha saputo rialzarsi e diventare protagonista della storia recente di Roma e della sua Comunità ebraica, lasciando un segno importante anche a Milano e Livorno”.
(Nell’immagine: l’articolo di Yediot Aharonot che sarà distribuito ai partecipanti al convegno)