Dante e i Maccabei

Chanukkah è la festa che celebra la difesa di una cultura di minoranza che non vuole lasciarsi fagocitare dalla cultura dominante. Ricorda eventi narrati nei libri dei Maccabei, che non appartengono al Tanakh, ma fanno invece parte dell’Antico Testamento secondo il canone della Chiesa cattolica. Quindi si può notare un curioso paradosso: noi ebrei che viviamo in paesi cattolici ci distinguiamo dalla maggioranza festeggiando gli eventi narrati in un testo che è considerato sacro dalla maggioranza ma non da noi. A sua volta la maggioranza, pur conservandoli nella propria Bibbia, non sembra avere un particolare interesse per i Maccabei e la loro rivolta. Vale comunque la pena di ricordare che Giuda Maccabeo sta nel Paradiso dantesco (canto XVIII) tra gli spiriti combattenti per la fede in compagnia di Giosuè, Carlo Magno, Orlando (per ora né innamorato né furioso, come poi lo presenteranno altri autori) e dello stesso trisnonno di Dante, Cacciaguida, morto nelle Crociate, che pochi versi prima ha esortato il pronipote a scrivere la Commedia. E un altro personaggio del libro dei Maccabei, il sommo sacerdote Giasone (che con un nome come quello doveva essere piuttosto assimilato), è menzionato nel diciannovesimo canto dell’Inferno, pochi versi dopo il grande nemico di Dante Bonifacio VIII: un canto abbastanza conosciuto e studiato, per cui è lecito supporre che molti ebrei italiani sappiano chi era Giasone solo per aver letto Dante (e forse non c’è niente di male, dato che Giasone è collegato solo indirettamente alla rivolta dei Maccabei). Invece il XVIII canto del Paradiso non è molto noto, e confesso che l’idea di Giuda Maccabeo, protagonista delle canzoncine di Chanukkah, in compagnia di Orlando mi appare piuttosto bizzarra: chissà cosa avrebbero da dirsi.
Comunque sia, resta il fatto che i Maccabei sono fuori dal Tanakh. E dunque tutto sommato possiamo lasciarli a Dante e dedicarci all’accensione dei lumi di Chanukkah, simbolo di un’identità che talvolta è fatta anche di cortocircuiti e paradossi.

Anna Segre