Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       17 Gennaio 2022 - 15 Shevat 5782
L'ACCORDO PREVEDE IL DIVIETO DI RICOPRIRE CARICHE POLITICHE PER SETTE ANNI 

Il futuro processuale di Benjamin Netanyahu
L’ex Premier valuta il patteggiamento

L’ex Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta negoziando un accordo con la Procura generale dello Stato nei tre processi a suo carico per corruzione, frode e abuso di potere. Il patteggiamento potrebbe costringerlo ad uscire dalla vita politica del paese per diversi anni, raccontano i media locali. Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth i legali di Netanyahu starebbero spingendo affinché il loro assistito accetti, mentre la moglie e i figli sarebbero contrari e vorrebbero proseguire il processo che definiscono una “caccia alle streghe”. Rispetto al possibile accordo con il Procuratore Generale Avichai Mandelblit, uno dei punti centrali è la previsione della “condotta disonorevole”, clausola che impedirebbe a Netanyahu di ricoprire cariche all’interno della Knesset o del governo per i prossimi sette anni. Un’eventualità che potrebbe mettere fine alla sua intera carriera politica. Però eviterebbe, in caso di condanna, il pericolo di finire in prigione. 

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LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE RIVOLTA AI DIRIGENTI SCOLASTICI

Lotta contro l’antisemitismo,
le linee guida entrano a scuola

Si rivolge ai dirigenti e coordinatori didattici delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado il ministero dell’Istruzione in una sua circolare, diffusa in queste ore, in cui si chiede di dare “massimo risalto e diffusione” al documento che segna l’ingresso in una nuova fase della strategia nazionale contro l’antisemitismo coordinata dalla professoressa Milena Santerini.
Elaborate da un gruppo di esperti sotto l’egida anche dell’UCEI, le “Linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola” offrono una panoramica sulle varie forme in cui questo pregiudizio si manifesta al giorno d’oggi, ma anche sulle modalità di intervento attraverso percorsi educativo-valoriali all’altezza. Un nuovo strumento, un nuovo punto di riferimento per tutto il comparto.
Lo ricorda lo stesso ministro Patrizio Bianchi, quando scrive: “Nella società di oggi c’è una forte esigenza di raccogliere la sfida della Memoria e della conoscenza della Shoah”. Necessario quindi, il suo pensiero, “un messaggio che investa le scelte e la quotidianità dei giovani, affinché, con coraggio, si condanni oggi l’antisemitismo e si prevenga e argini qualunque forma di odio”. Un impegno dal quale nessuno può sottrarsi, come evidenzia anche Santerini: “L’educazione contro questo pregiudizio e tale ostilità va affrontata in classe e vede protagonisti tutti i membri della comunità scolastica”.

Clicca qui per scaricare le linee guida contro l’antisemitismo nella scuola

(Nell'immagine, la presentazione, nell'autunno scorso, delle linee guida contro l’antisemitismo al ministero dell’Istruzione)

 

LA RIFLESSIONE SUL CAPODANNO DEGLI ALBERI

“Tu Bishvat e la Torah come linfa”

Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi, cade quest’anno di shemità: l’anno sabbatico. Una festa quindi con regole diverse rispetto al solito e anche per questo foriera di riflessioni “che ci possono essere d’aiuto e conforto” nella difficile fase storica che stiamo attraversando. Ad evidenziarlo il rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e assessore al Culto UCEI, durante la celebrazione di un seder virtuale con la Comunità ebraica di Venezia che ha visto anche gli interventi del direttore dell’area Educazione e Cultura UCEI rav Roberto Della Rocca, del rabbino capo rav Daniel Touitou, del presidente degli ebrei veneziani Dario Calimani e del suo omologo genovese Ariel Dello Strologo.
“Siamo nell’anno ‘shemità’, nel ciclo dei sette anni di cui parla la Torah prescrivendo la sospensione dei lavori della terra, come segno, fra l’altro, di riconoscimento dell’autorità del Signore su tutto il creato”, ha esordito il rav. Un’espressione pertanto “del ruolo spirituale, e non solo materiale, della Terra Promessa al popolo d’Israele”. 
Sospensione che vuol dire anche divieto di piantumazione di nuovi alberi, con effetti sia pratici che simbolici. I Maestri, è stato infatti ricordato, indicano un legame emblematico tra l’uomo e l’albero rappresentato particolarmente dalle radici: “Come l’albero è tanto più saldo quanto più profonde sono le sue radici, così ogni ebreo può essere più forte nella propria identità, nella sua stessa umanità, quanto più le sue radici, cioè i suoi valori di vita, attingono la loro linfa nella Torah”. Un altro richiamo significativo, ha poi specificato il rav, “è dato dal fatto che la Torah stessa è paragonata ad un albero: ‘Etz Chaym hi – Essa (la Torah) è un albero di vita’".

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GLI APPUNTAMENTI A MILANO

Dall'identità ebraica alla Memoria, un mese di iniziative

Dallo studio dell'ebraico alle ferite del terrorismo, dal ruolo della Memoria nel presente ai rapporti tra la minoranza ebraica e le istituzioni fino al ruolo di Israele come modello nella sfida globale contro la pandemia. A gennaio ripartono i cicli di conferenze e i programmi culturali con al centro l'ebraismo e temi ad esso collegati. In particolare molte le iniziative proposte dell'assessorato alla Cultura della Comunità ebraica così come quelle avviate dal Memoriale della Shoah di Milano. Nel pomeriggio (ore 18.30), ad esempio, il Memoriale propone il dialogo tra lo storico delle idee David Bidussa e il giornalista Paolo Berizzi. Al centro del confronto, il libro-inchiesta di Berizzi, È gradita la camicia nera (Rizzoli), racconto di come Verona sia diventata la città laboratorio dell’estrema destra in Italia. 

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IL PROTOCOLLO SIGLATO DALLA REGIONE CON IL MEMORIALE DELLA SHOAH

Yad Vashem e Sicilia, insieme per l'educazione 

“La Shoah non è un altro avvenimento – per quanto grave possa essere – nel regolare scorrimento della storia. È l’irruzione di un’altra dimensione nella storia umana. Ci sono stati fenomeni di genocidio nel corso della storia, ma un fenomeno come l’Olocausto non è mai esistito prima, e speriamo che non esisterà mai più”. A ribadirlo in queste ore, l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar nel corso di un incontro organizzato per presentare il Protocollo d’Intesa siglato dalla Regione Sicilia con lo Yad Vashem. Una collaborazione diretta a promuovere lo studio e la diffusione della cultura della Memoria del XX secolo. Il documento fornisce la base sulla quale costruire le attività educative che lo Yad Vashem e l’Ufficio Scolastico Regionale condurranno insieme, compresa la partecipazione di insegnanti ed educatori della Regione Siciliana a seminari di formazione allo Yad Vashem. Oltre ai seminari, gli accordi mirano anche a coltivare scambi reciproci di esperienze e informazioni relative alla commemorazione della Shoah. “Yad Vashem condivide la sua esperienza e l’approccio pedagogico unico con i governi e le istituzioni educative di tutto il mondo. – ha rilevato in una nota il presidente dello Yad Vashem, Dani Dayan – Accordi come questo con la Sicilia aumentano la consapevolezza della storia della Shoah e assicurano che questo capitolo oscuro della storia dell’umanità continuerà ad essere rilevante per la nostra società, contribuendo a mantenere vivo il ricordo della Shoah per le generazioni a venire”. 

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LA SCOMPARSA DEL MATEMATICO CON RADICI NELLA TRIESTE EBRAICA

Guido Weiss (1929-2021)

Matematico di enorme spessore, ma anche persona dalle grandi qualità umane: affabile, generoso, sempre pronto a condividere qualcosa del suo vissuto personale. Ed era una storia davvero straordinaria quella in cui poteva immergersi seguendo anche la rotta del padre e delle sue frequentazioni. È scomparso all’età di 92 anni Guido L. Weiss, professore emerito di matematica e statistica alla Washington University di Saint Louis. Nato a Trieste nel 1929, all’età di nove anni aveva subito l’espulsione dalla scuola pubblica per via dell’entrata in vigore delle leggi razziste. Frequentò così per un breve periodo la scuola ebraica di Roma, dove la sua famiglia viveva. Almeno fin quando il padre non riuscì ad emigrare negli Usa, dove trovò lavoro prima a Topeka, nella clinica Menninger, e poi a Chicago come analista didatta nell’Istituto di psicoanalisi diretto da Franz Alexander. 
Parliamo di Edoardo Weiss, il padre della psicanalisi italiana, che fu allievo e amico personale di Sigmund Freud e tra i suoi pazienti ebbe nomi del calibro di Italo Svevo e Umberto Saba oltre a una sfilza di altri intellettuali di fama. Uno dei tanti “cervelli” che il Paese ha perso per via della persecuzione antisemita scatenata dal fascismo a partire da quei provvedimenti.

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Lezioni di Memoria
Ci stiamo avvicinando al 27 gennaio e crescono le riflessioni sulla memoria della Shoah e sulla sua valenza, sul rapporto tra storia e memoria, sui genocidi che costellano il terribile Novecento, su come trasmettere questa storia estrema. Chi continua, anno dopo anno, a cercare la strada da percorrere per insegnare, far capire, risvegliare coscienze troppo addormentate o menti troppo poco consapevoli, sa bene che le certezze sulle modalità del suo impegno sono poche, che si va a tentoni, da una generazione all’altra, cercando di cogliere nello sguardo dei giovani, ahimé oggi offuscato dai discorsi a distanza, non solo la commozione e l’empatia, ma anche l’intelligenza e la comprensione.
Anna Foa
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Oltremare - Tradizione
L’espressione inglese “too much information” non saprei tanto come tradurla, ma è il mio pensiero quando vedo sui social fotografie che avrei davvero preferito non vedere. È successo, e succede ogni anno, in occasione della celebrazione culinaria del sacerrimo Beshallach, che è lungi dall’essere un semplice sabato piovoso – lo è, a volte, perfino alle nostre latitudini impervie alle precipitazioni, e lo era decisamente quest’anno, un anno di pioggia relativamente tarda che ci accompagna da diversi giorni, finalmente. 
Daniela Fubini
Storie di Libia – Rav Pino Arbib
Rav Yoseph Pino Arbib, ebreo di Libia. L’intervista si svolge in via Cesare Balbo in due luoghi diversi. Nel primo Rav Yoseph ha abitato con la sua famiglia, nel 1967, dopo il pogrom che aveva causato la loro partenza forzata. Suo padre aveva trovato un appartamento in quella strada dove una famiglia non ebraica gli aveva affittato due stanze. Per il meraviglioso ricordo dell’accoglienza ricevuta e per l’amore per il Tempio di Via Balbo, del quale è diventato il rabbino, è molto legato al ricordo di quel nuovo inizio. 
David Gerbi
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