Ricordarsi da ricordare

A oltre vent’anni dall’istituzione del Giorno della Memoria, incorporato nella lettera della legge 211 del 2000, è senz’altro possibile fare un bilancio sufficientemente articolato della sua ricaduta sulla società italiana. Alle molti voci fin da subito a esso favorevoli si sono infatti sommate quelle che, con il trascorrere del tempo, hanno invece identificato limiti e strozzature di una prassi che somma in sé commemorazione e riflessione, comunicazione di superficie e analisi in profondità, emozioni di circostanza e ricerche di lungo periodo. Un orizzonte in chiaroscuro, quindi, connotato non solo dalla natura stessa del dispositivo legislativo – inevitabilmente connotato dal suo essere il prodotto di una mediazione politica e parlamentare tradottasi poi in un norma di diritto – ma anche da una molteplicità di fattori ed elementi, imprevedibili nella loro traiettoria di lungo periodo così come soprattutto mutevoli.
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