La Run for Mem a Novara
“Stiamo insieme per ricordare”

Per la Memoria e per la vita. Novara ha risposto presente all’invito a prendere parte alla quinta edizione della Run for Mem, la corsa per la Memoria consapevole organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione, quest’anno, con la Comunità di Vercelli.
Centinaia i corridori e camminatori che alla partenza si sono posizionati alle spalle dell’ex podista israeliano Shaul Ladany, volto simbolo della manifestazione. “Siamo qui per dire ‘mai più’. Ricordare serve ad evitare che le tragedie della storia si ripetano”, le parole di Ladany poco prima di percorrere i 10 chilometri della corsa. Lui, 85 anni, è il simbolo del messaggio di vita della manifestazione. Sopravvissuto alla Shoah e poi alla strage degli atleti israeliani a Monaco 1972, si presenta al via sorridente, prestandosi volentieri alle diverse richieste di fotografie (nell’immagine in basso, scattata da Andrea Schiavon, Ladany assieme alla nipote Shaked durante la corsa). “L’idea è che siamo tutti parte di una società. Si vive e si corre insieme. Insieme portiamo avanti la Memoria, con responsabilità, fermandoci per non dimenticare. – le parole in apertura della Presidente UCEI Noemi Di Segni – Siamo qui con Shaul Ladany per ricordare e per dire no a tutte le distorsioni della Memoria, agli abusi, ai paragoni con altri dolori veri o inventati”.

La grande partecipazione di Novara, hanno evidenziato tra gli altri il sindaco Alessandro Canelli e la presidente della Comunità di Vercelli Rossella Bottini Treves, è la miglior risposta a quel mondo no vax che cerca di fare parallelismi impossibili. A quei manifestanti che proprio nel comune piemontese a novembre strumentalizzarono in modo vergognoso i simboli della Shoah.
A salutare i partecipanti, oltre alle autorità, il cantante Enrico Ruggeri. “Ricordiamo come la persecuzioni iniziò in modo subdolo e graduale. Speriamo che i giovani abbiano capito la lezione e facciano in modo che quanto è stato non accada più”, le parole di Ruggeri, testimonial dell’iniziativa insieme all’ex sciatrice olimpica Lara Magoni, anche lei presente. A rappresentare l’impegno della nuove generazioni, l’Unione giovani ebrei d’Italia, presente con una sua delegazione guidata dal presidente David Fiorentini.
Tante le testimonianze di vicinanza e di sostegno espresse dalle diverse istituzioni, dalla prefettura all’Anpi fino al Coreis. “Un ringraziamento a tutti per questa ampia adesione e alle forze dell’ordine per il loro lavoro”, il saluto del vicepresidente UCEI Milo Hasbani, prima di lasciare i partecipanti correre o camminare lungo il percorso della Run for Mem divisa in sei tappe.

Una di queste, in piazza Santa Caterina da Siena, è stata l’occasione per porre due Pietre d’inciampo in memoria di Giacomo Diena e Amadio Jona, catturati a Novara e poi deportati e uccisi ad Auschwitz. “Poniamo queste pietre per ricordare chi non è tornato dai lager nazisti”, hanno evidenziato prima dell’apposizione delle Stolpersteine l’assessore alla Cultura UCEI Gadi Schoenheit e il presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati. “In Italia sono circa 1500 le pietre che sono state posizionate nelle diverse città. – ha dichiarato il presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach – I nomi che portano sono un modo per restituire umanità alle vittime della deportazione, ridare loro vita”. Ad impegnarsi nella tutela di questi monumenti diffusi alla memoria dei singoli e collettiva, un’iniziativa dell’Ugei, “Restaurare la Memoria”. A raccontarla, David Fiorentini. “Puliamo le pietre dove necessario e allo stesso tempo ricordiamo le storie delle persone a cui sono intitolate”. A sottolineare poi l’importanza simbolica dell’apposizione a Novara, Alberto Jona Falco, lontano parente di Amadio Jona. “Questa cerimonia così come la Run For Mem è un modo per rendere onore al messaggio di Liliana Segre contro l’indifferenza. Allora, durante le deportazioni, molti si girarono dall’altra parte, rimasero indifferenti. Noi siamo qui per dire che non accadrà più”.

dr