L'ANNIVERSARIO DEI 120 ANNI DALLA NASCITA TRA MOSTRE E INCONTRI
Artista, scrittore, antifascista: Carlo Levi
un intellettuale dalle molte anime

In Carlo Levi, scriveva Jean-Paul Sartre, “tutto si accorda, tutto si tiene. Medico dapprima, poi scrittore e artista per una sola identica ragione: l’immenso rispetto per la vita. E questo stesso rispetto – proseguiva Sartre – è all’origine del suo impegno politico, così come alla sorgente della sua arte”. Poche parole per descrivere una figura tanto complessa come quella di Levi, tra i protagonisti del Novecento italiano e a cui Pagine Ebraiche di febbraio, attualmente in distribuzione, dedica un ampio approfondimento a firma di Daniela Gross. Pagine in cui ci si sofferma in particolare sul rapporto tra Levi e lo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti. Un legame al centro della mostra esposta a Lucca alla Fondazione Ragghianti. L’esposizione ripercorre il percorso culturale e artistico dei due personaggi in una biografia a specchio straordinaria e ricca di sorprese.
Perché Levi riserva al pubblico ancora molte sorprese, come dimostrano le diverse iniziative organizzate dalla sua città, Torino, in occasione di questo 2022 che segna i centoventi anni dalla sua nascita. Un programma fitto, volto a raccontare le sue molte anime: pittore, scrittore, intellettuale, ebreo, medico, antifascista, esponente della Resistenza, giornalista.
Da mostre dedicate all’opera leviana, a riletture dei suoi libri, a promuovere questo articolato omaggio - intitolato “Tutta la vita è lontano” - la Fondazione Circolo dei Lettori in collaborazione con Camera - Centro Italiano per la Fotografia, la Gam - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e il Museo del Cinema. “Restituire Carlo Levi alla sua città e all’Italia tutta in occasione dei 120 anni dalla nascita è stata per la Fondazione Circolo dei lettori – ha spiegato la direttrice dell'istituzione torinese Elena Loewenthal – una straordinaria avventura, una scoperta che ha allargato i nostri orizzonti nel tempo e nello spazio rendendoli via via più ampi e inattesi”.
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IL GIORNO DEL RICORDO E LE PAROLE DEL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE
Memoria, la chiarezza è necessaria
“Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore”.
Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, nel riferirsi a una sconcertante circolare diffusa dal suo Ministero, nel Giorno del Ricordo, in cui si paragonava la persecuzione subita dagli ebrei d’Europa sotto il nazifascismo alla realtà dei cittadini italiani che furono vittima d’esilio e sradicamento nel dopoguerra e, in alcuni casi, delle foibe. Un paragone storicamente inaccettabile che porta la firma di Stefano Versari, il responsabile per il sistema educativo di istruzione e formazione.
Il ministro Bianchi ha avuto nel merito un colloquio con la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e si è anche confrontato, su questi temi, con il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Nell’occasione ha evidenziato come ministro e ministero siano “da sempre fortemente impegnati, e continueranno a esserlo, nella Memoria della Shoah”.
La Presidente dell’Unione ha rimarcato come, fermo restando il dovere di opporsi a ogni barbarie e di ricordare ogni ingiustizia, cadere in grossolane mistificazioni come è avvenuto corre il rischio di vanificare il lungo e paziente lavoro sulla Memoria condotto anche grazie all’impegno dello stesso Ministero.
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PAGINE EBRAICHE FEBBRAIO 2022
La nuova maschera dell’antisemitismo
Le ricerche denunciano concordemente la formidabile ripresa generalizzata, trans-nazionale ed esplicita di temi antisemiti, e la cronaca ne segnala puntualmente gli effetti. Indagini di grande interesse fra le più recenti, i lavori del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, dell’Osservatorio Mediavox sull’odio on-line dell’Università Cattolica di Milano e dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali mostrano con grande capacità di documentazione le dimensioni inquietanti del fenomeno: in particolare – ma certo non esclusivamente – nella comunicazione dei social e nell’attiva propaganda di gruppi e di riconosciuti “ideologi”. Uno degli aspetti decisamente innovativi di queste ricerche rispetto al passato sta del proposito di studiare – dell’immensa massa di dati rintracciabili in rete – le forme iconiche, le modalità espressive e le costruzioni linguistiche e retoriche del discorso antisemita e del linguaggio d’odio di cui questo è intessuto. Se i contenuti sono immancabilmente quelli ben sperimentati negli ultimi duemila anni – la potenza economica, la malvagità senza confini, il mimetismo, l’avidità e la smisurata capacità di odiare, la duplicità che consente agli ebrei di rivestire contemporaneamente i panni dei potenti e quelli dei rivoluzionari, del banchiere e del sovversivo – anche l’apparato retorico e iconografico mostra inquietanti continuità con quello cui ci ha abituato la propaganda nazista del secolo passato e quello della cultura fascista, suprematista e razzista (ma purtroppo non solo di destra) di questo secolo. Ritornano ostinati gli stessi stilemi, le stesse immagini, lo stesso profilo adunco e sinistro, ben noto, dell’happy merchant che si sfrega compiaciuto le mani, felice del male provocato alle sue vittime. Certamente ciò non significa che tutto sia identico: non mancano accentuazioni specifiche, o bersagli legati all’attualità più recente. Ma la sensazione è che questo armamentario di immagini, di contenuti, di racconti e di modalità narrative, ben noto e infinitamente usato, sia finito tutto – vecchio, abusato e sfruttato – nel nuovo universo online, dei social e delle non prima sperimentate forme della comunicazione orizzontale.
Enzo Campelli, Pagine Ebraiche Febbraio 2022
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LE INIZIATIVE IN RICORDO DI GIOVANNI PALATUCCI
“Diversità un arricchimento,
teniamo alta la guardia sull’odio”
Cerimonie in tutta Italia in memoria di Giovanni Palatucci (1909-1945), il questore di Fiume proclamato “Giusto tra le Nazioni” per l’aiuto offerto agli ebrei perseguitati dal nazifascismo. Il 10 febbraio ricorre infatti l’anniversario della morte, avvenuta a Dachau dove fu deportato dopo l’arresto. Una ricorrenza che da sempre ispira iniziative e commemorazioni.
Tra le più significative quella che si è svolta stamane a Livorno, organizzata dalla Questura con la partecipazione di numerose scolaresche chiamate ad elaborare riflessioni sulla vita e le scelte di Palatucci e l’intervento, tra gli altri, del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni.
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L'INCONTRO NELLA SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI LIVORNO
“Testimoni, non vanifichiamo la loro sofferenza”
Un evento per continuare a tenere alta la guardia contro “sentimenti di odio razziale ma anche di indifferenza” che hanno scosso molti livornesi anche in occasione della recente aggressione a sfondo antisemita verificatasi nel Comune di Campiglia Marittima. È il tenore assunto dalla presentazione del volume “La Shoah nelle testimonianze di Liliana Segre e di Goti Herskovitz Bauer” svoltasi nella sala consiliare del Comune di Livorno.
“Ricordare e testimoniare è per i sopravvissuti della Shoah un esercizio di estrema difficoltà, perché significa rivivere l’inferno nel quale sono sprofondati e dal quale sono usciti lasciando fratelli, sorelle, padri e madri. Non vanifichiamo la loro sofferenza, il grande valore delle loro testimonianze” l’appello formulato dal presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri.
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L'ENTE CHE RAPPRESENTA GLI EBREI BRITANNICI CONTRO IL POLITICO ISRAELIANO
"Opinioni incompatibili con i nostri valori,
Bezalel Smotrich non è il benvenuto"
Nell'ultimo periodo il Board of Deputies of British Jews, ente rappresentativo dell'ebraismo britannico, è impegnato in diverse battaglie pubbliche. Una coinvolge la BBC, denunciata per “non aver soddisfatto i suoi stessi standard di imparzialità e accuratezza” in merito a un servizio televisivo dedicato a un incidente antisemita. Commissionando un'inchiesta indipendente, il Board ha dimostrato che nel servizio si accusavano ingiustamente le vittime, un gruppo di giovani haredi, di aver espresso commenti anti-musulmani, che avrebbero innescato l'aggressione. Sul caso ha aperto un'inchiesta la Ofcom, autorità competente e regolatrice indipendente per le società di comunicazione nel Regno Unito. L'altro versante caldo è stato il contrasto al report pubblicato dalla sezione britannica di Amnesty international in cui si accusava di apartheid Israele. Il Board ha evidenziato la pericolosità dell'indagine per le falsità in essa contenute e sottolineato come sia uno strumento per diffondere antisemitismo. Nelle ultime ore il Board of Deputies of British Jews è nuovamente intervenuto pubblicamente, generando molta attenzione in Israele. Questo perché ha invitato, con toni piuttosto duri, il membro della Knesset Bezalel Smotrich, esponente dell'estrema destra, ad andarsene dalla Gran Bretagna. “Qui non sei il benvenuto”, il messaggio al politico israeliano. In una nota in ebraico affidata ai social, l'ente ebraico ha spiegato brevemente il perché: “Rifiutiamo le sue abominevoli opinioni e l'ideologia dell'odio di Bezalel Smutrich e invitiamo tutti i membri della comunità ebraica britannica a mostrargli la porta. Torna sull'aereo Bezalel, sarai ricordato per sempre come una disgrazia”.
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SEGNALIBRO
Toscana, le storie dei “Giusti”
Non tutti, davanti alla persecuzione antiebraica che divampava, restarono indifferenti. Non i “Giusti tra le Nazioni”, protagonisti spesso silenziosi di azioni umanitarie in cui non esitarono a mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari. Una lista in continuo aggiornamento da parte dello Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme.
Alfredo De Girolamo, prolifico saggista che molti libri ha dedicato a Israele e al tema della Memoria, nel suo ultimo lavoro “Chi salva una vita”, edito dall’Assemblea legislativa toscana, ripercorre le storie dei 150 “Giusti” di cui il territorio può fregiarsi.
Storie molto diverse tra loro. Come diversi sono i profili delle e dei protagonisti di quest’opera meritoria che ci conduce in strade di città e provincia, alla scoperta di personaggi più o meno noti che agirono tutti, a prescindere dalle proprie origini e convinzioni, seguendo la massima del Talmud secondo la quale “chi salva una vita salva il mondo intero”.
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Noi, i Pollak e quel 16 ottobre
 L’abitazione di Ludwig Pollak e della sua famiglia, la cui sorte è stata ricordata di recente con la posa di quattro pietre d’inciampo, era vicino alla mia in piazza Piazza SS. Apostoli a Roma. Nella zona eravamo i due soli nuclei ebraici.
I miei genitori conoscevano bene lui e la sua famiglia, anche se non ci frequentavamo. C’era una questura vicina a entrambe le abitazioni e un poliziotto, poco prima del 16 ottobre, avvertì mia madre che era meglio scappare perché “tirava una brutta aria”..
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