Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     23 Febbraio 2022 - 22 Adar 5782

L'INTERVENTO

Anno embolismico e ricerca dell'equilibrio 

Quest’anno ebraico è embolismico (shanah me’ubberet), comprende cioè tredici mesi. La Halakhah prevede, come è scritto già nella Mishnah (Meghillah 1,5), che a fronte dei due mesi di Adar si festeggi Purim nel secondo. I Talmudim danno diverse ragioni per questo. La più nota è che si vuole così “accostare fra loro il più possibile le due liberazioni” (B. Meghillah 6b): quella di Purim dai Persiani, appunto, e quella di Pessach dagli Egiziani. Ma non è questo l’unico motivo.
Il problema è connesso con un’altra domanda inerente al racconto della Meghillat Ester. Haman volle fortemente che la sorte per la distruzione degli ebrei cadesse sul mese di Adar (cfr. Ester, 3, 7). Perché? I commentatori danno almeno tre spiegazioni diverse. 1) Il 7 Adar è morto Moshe Rabbenu e dunque Haman pensava che si trattasse di un mese nefasto per gli ebrei, ma forse non sapeva che quello era anche il suo compleanno (Ibn Ezra). 2) Secondo le presunzioni dell’antica astrologia, di cui Haman era esperto, la congiunzione astrale favorevole di un certo mese si esaurisce prima che ritorni lo stesso mese nell’anno successivo: in pratica dopo undici mesi. Dal momento che a Nissan gli ebrei sono stati liberati dall’Egitto, ragionò, Adar sarebbe stato il mese più conveniente per il loro sterminio. H. assecondò questa sua idea di procrastinare al massimo l’appuntamento per dar tempo al popolo ebraico di fare Teshuvah (Ibn Ezra). 3) Al mese di Adar è legata la costellazione dei Pesci e Haman pensava che avrebbe inghiottito il popolo ebraico proprio come fa un pesce: non si rese conto che anche fra i pesci vi è sì chi inghiotte, ma anche chi viene inghiottito (Ester Rabbà 7, 11; Targum Shenì). 
Queste tre spiegazioni sono tutte fondate sull’astrologia. C’è peraltro una diversa scuola di pensiero, secondo cui l’Adar della Meghillah era in realtà proprio Adar Shenì di un anno embolismico. Così R. Levì motivava il precetto di celebrare Purim nel secondo Adar in questi anni (Yer. Maghillah 1, 5). Anche qui intervengono motivi astrologici. Haman era convinto che gli ebrei fossero straordinariamente potenti, sì da conquistare le altre nazioni, perché esercitano la magia. Avrebbe scelto Adar Shenì per distruggerli proprio perché il tredicesimo mese non è legato ad alcuna costellazione. Non si rese conto che proprio per questo motivo esso era soggetto alla diretta protezione divina e così si trasformò da mese dello sterminio degli ebrei a mese propizio per la loro liberazione. 

Rav Alberto Moshe Somekh

IL VOLUME DELLA RASSEGNA MENSILE DI ISRAEL 

"Tullia Zevi, un'eredità viva"   

L’esilio americano, lo sforzo antifascista, la professione di giornalista, l’impegno nelle istituzioni ebraiche con l’apice dei quindici anni alla presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Molti aspetti, molte sfumature della vita di Tullia Zevi (1919-2011) rivivono nei saggi raccolti in “In ricordo di Tullia Zevi”, l’ultimo numero della Rassegna Mensile di Israel interamente dedicatole a cura di Emanuele Ascarelli e Myriam Silvera. Molte le voci che hanno fatto memoria del suo lavoro indelebile al servizio dell’ebraismo e della società italiana nel corso di una presentazione dell’opera svoltasi ieri, alla presenza dei figli Adachiara e Luca e del nipote Tobia, nei locali del Centro Bibliografico UCEI che ne porta il nome. A introdurre e moderare l’incontro Dario Disegni, il presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia.


La figura di Zevi, le parole della presidente dell’Unione Noemi Di Segni nel suo saluto, “è presente dentro tutti gli assetti istituzionali e relazionali che viviamo dentro l’UCEI: quello che ha conseguito è davanti a me ogni giorno: un’eredità viva”. Spesso viene così da chiedersi: “In merito a questa specifica questione Tullia cosa farebbe, cosa direbbe?”. A contraddistinguerla, nella sua testimonianza, “valori, energia, eleganza”. Un esempio anche per Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, che ne ha parlato come di “una donna meravigliosa che ha portato un cambio di passo nella rappresentanza e rappresentatività ebraica”. Cifra del suo impegno “la capacità di costruire percorsi comuni trovando sempre un punto di sintesi”. 

(Nell'immagine in alto: Tullia Zevi con il Presidente della Repubblica Pertini)

LA TESTIMONIANZA

Tullia, un'ispirazione costante

Siamo stati accolti in questa sala, a tutti noi tanto cara, dalle note del Niggun per Tullia Zevi, composto dal M° Riccardo Joshua Moretti ed eseguito in prima assoluta, in occasione del centesimo anniversario della nascita, il 3 febbraio 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica. È per me sinceramente un privilegio poter aprire la manifestazione dedicata alla presentazione del numero speciale della Rassegna Mensile di Israel in ricordo di Tullia Zevi z.l. nella sede del Centro Bibliografico a lei intitolato. Centro da alcuni mesi affidato dall’UCEI alle cure della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, che ho l’onore di presiedere, con il compito di provvedere alla conservazione ottimale, al restauro e alla digitalizzazione dei preziosi volumi qui custoditi e a un rilancio delle attività di studio, di ricerca, convegnistiche e seminariali in questo straordinario polo culturale. Non poteva darsi un’occasione migliore per inaugurare questo nuovo corso, che auspichiamo possa essere foriero di significativi risultati, che riflettere insieme, stimolati dagli interventi degli autorevoli relatori, sul fondamentale lascito civile e culturale di Tullia Zevi, che ha rappresentato una autentica pietra miliare per l’ebraismo italiano e per l’intera società del nostro Paese nel Novecento, e per affrontare tematiche di notevole interesse oggetto di alcuni dei pregevoli saggi pubblicati nel volume a lei dedicato.

Dario Disegni, presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia

ESPONENTE ILLUSTRE DEGLI ITALKIM, GLI ITALIANI D'ISRAELE

Michael Corinaldi (1938-2022) 

Profondo cordoglio tra gli ebrei italiani per la scomparsa dell’avvocato e professore universitario Michael Corinaldi. È mancato a Gerusalemme, lunedì, all’età di 83 anni. Era nato a Milano nel 1938. Professore all’università di Haifa, è stato autore di scritti sugli ebrei etiopi, sul diritto ebraico e sul diritto di famiglia in Israele. Per Hebrew University Press nel 1998 aveva pubblicato “Jewish Identity – The case of Ethiopian“, un volume che è rimasto il punto di riferimento per gli studi sull’identità ebraica e sugli ebrei che nel corso dei secoli si sono trovati a dover nascondere la loro ebraicità per sfuggire alle persecuzioni.


 

Corinaldi, partendo dalla domanda cruciale “Chi è ebreo”, ha approfondito lo status personale di centinaia di migliaia di nuovi olim. Negli anni ’80 ha fondato una commissione per lo studio della comunità etiope e nel 2010 ha ricevuto un premio per il suo lavoro a favore di questa comunità. I suoi libri, tra cui “Family Law” scritto insieme a Benzion Schereschewsky, è citato spesso dalla Corte Suprema, in particolare per quanto riguarda il tema delle conversioni (ghiurim). Su questo tema è intervenuto un anno fa a una serata della Hevrat Yehudei Italia be Israel, insieme a rav Riccardo Di Segni. Per volontà della famiglia la cerimonia funebre è partita dalla comunità italiana in Israele, in rechov Hilel, dove lo hanno ricordato, accanto ai membri della famiglia, il Presidente Isaac Herzog, l’ex Giudice della Corte Suprema Ayala Procaccia e rappresentanti della comunità etiope e della comunità dei samaritani. 

(Nelle immagini: un primo piano di Michael Corinaldi; il Presidente Herzog alla cerimonia funebre) 

Michael Sierra

LA RIUNIONE DI CONSIGLIO DELLA FBCEI

"Beni culturali ebraici in Italia,
un futuro di grandi impegni" 

Il 2021 è stato un anno complesso, caratterizzato da molte limitazioni e restrizioni. Ciò nonostante il lavoro della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia “si è sviluppato intensamente” nell’implementazione dei vari progetti intrapresi e in corso d’opera. Dalla catalogazione del patrimonio culturale ebraico nelle diverse regioni a quella dei libri ebraici antichi attraverso la grande sfida di Y-TAL-YA Books, dai restauri esemplari, con particolare riferimento a quello del cimitero dell’antica Comunità ebraica di Gorizia presto protagonista a livello europeo, alle ricerche sulla presenza ebraica e sui beni culturali ebraici in Abruzzo. E ancora, pur con tutte le difficoltà di questo periodo pandemico, non sono mancati convegni, seminari, pubblicazioni. Tutte attività che, come ha evidenziato il suo presidente Dario Disegni nella relazione di apertura di un Consiglio dell’ente da poco conclusosi e incentrato sull’approvazione del bilancio consuntivo, poi votato positivamente all’unanimità dai presenti, “hanno conosciuto significativi avanzamenti”. Unanimità anche per una relazione in cui si è fatto un bilancio del lavoro svolto e ci si è proiettati nel futuro anche nel segno della novità più rilevante del 2021: la decisione, cioè, di “farsi carico della gestione e del rilancio del Centro Bibliografico Tullia Zevi” affidato dall’UCEI alla cura della Fondazione attraverso una convenzione sottoscritta nell’ottobre scorso. Un motivo di “orgoglio e gratitudine”, ma anche una responsabilità “dalla quale non abbiamo inteso sottrarci”, sottolinea Disegni a Pagine Ebraiche. D’altronde, come ricordato oggi al Consiglio, questo atto ha testimoniato una volta di più il riconoscimento della Fondazione quale “fondamentale braccio operativo dell’Unione delle Comunità nel campo della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale”.

IL CONFRONTO NELL'AMBITO DEL FESTIVAL DELLA GIUSTIZIA PENALE

L'eredità del processo Eichmann  

Il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann ha avuto un ruolo dirompente per la storia d’Israele, per la consapevolezza a livello nazionale e internazionale della Shoah, così come per lo sviluppo del processo penale in Occidente. Sulla scia di quello storico procedimento, ad esempio, il ruolo delle vittime e il loro diritto ad essere ascoltate ha ottenuto un graduale riconoscimento. Un esempio è la presenza alla Corte penale internazionale di un ufficio dedicato proprio all’assistenza delle vittime dei crimini perseguiti. I riflessi del processo Eichmann sul presente sono dunque articolati e complessi e oggetto di continue riflessioni e analisi, come hanno spiegato i relatori dell’incontro “Vittime, genocidio e giustizia penale: l’eredità del processo Eichmann”. Un’iniziativa organizzata da UnitelmaSapienza in occasione del Festival della Giustizia Penale con una tavola rotonda a cui hanno preso parte la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, lo storico Marcello Flores, i giuristi Stefano Anastasia, Luca Luparia e Vincenzo Mongillo, moderati dalla giornalista Nathania Zevi.

IL DDL APPROVATO AL SENATO ALL'UNANIMITÀ E ORA ALL'ESAME DELLA CAMERA

Viaggi della Memoria, un fondo per sostenerli

La costituzione di un fondo ad hoc per favorire l'organizzazione da parte delle scuole italiane dei viaggi della Memoria nei campi di sterminio e persecuzione del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. È quanto prevede il disegno di legge approvato all'unanimità dal Senato. Il provvedimento, che andrebbe ad aggiornare la legge che ha istituito il Giorno della Memoria, passa ora all'esame della Camera ed è diretto in particolare alle scuole secondarie di secondo grado. Il fondo dovrebbe nascere sotto l'egida del ministero dell'Istruzione “con una dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, - ha spiegato in aula la relatrice del disegno di legge Maria Saponara - per promuovere e incentivare, nel rispetto dell'autonomia scolastica, i viaggi nella memoria ai campi di concentramento nazisti per gli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado, al fine di far maturare la coscienza civica delle nuove generazioni rispetto all'estrema sofferenza patita dal popolo ebraico durante la persecuzione nazista della Shoah”.

L'INIZIATIVA DELL'ORDINE DEL LAZIO

"Giornalisti perseguitati, facciamo Memoria"

A Trieste nel 2020 l'Ordine dei giornalisti e l'Assostampa del Friuli Venezia Giulia avevano ricordato i colleghi espulsi a seguito delle leggi razziste del 1938. Un'iniziativa a cui aveva preso parte anche il direttore della redazione di Pagine Ebraiche Guido Vitale. Un impegno di memoria che prosegue a Roma, dove la sede dell’Ordine dei giornalisti del Lazio accoglierà una lapide in ricordo dei giornalisti e tipografi romani che furono vittima delle leggi razziste e della persecuzione nazifascista. 
“Ci piacerebbe che fosse la senatrice Liliana Segre a inaugurare questa lapide che ci aiuterà a coltivare la memoria e tenere così lontani gli inquietanti segnali dai quali ancora oggi riaffiora l’antisemitismo”, le parole del presidente dell’ordine regionale Guido D’Ubaldo durante un incontro svoltosi nella sala stampa della Camera dei deputati. L’occasione è stata data dalla presentazione di un lavoro di ricerca condotto dallo storico Enrico Serventi Longhi che ha permesso di ricostruire varie biografie. Trentacinque su un totale di 90 a livello nazionale. “Lavori di ricerca come questo servono a rimettere a posto tasselli di una storia non così lontana e soprattutto a dare ai più giovani elementi per costruire il futuro” l’apprezzamento espresso dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, che si è anche soffermata sull’importanza delle parole e di un loro corretto utilizzo anche nel tempo presente. 

Ticketless - Una presenza inosservata
Esce nella bella collana del Centro di Studi Ebraici, coordinata da Giancarlo Lacerenza per l’Università di Napoli Orientale, un importante volume destinato secondo me a segnare una svolta nella medievistica ebraica. Spero potrà ottenere dagli specialisti l’attenzione che io non posso per incompetenza offrire. Posso limitarmi a segnalarlo e a fare una marginale osservazione.
Lo ha scritto Stefano Palmieri e s’intitola “Cristiani ed Ebrei nell’Italia meridionale tra antichità e medioevo”. Si tratta del frutto di una pluridecennale fatica, anticipata in alcuni saggi e ora risistemata in veste elegante e compiuta per la UniorPress di Napoli. Palmieri non insegue lo scoop, non lavora su ipotesi fantasiose o congetture. Critica le (poche) fonti esistenti e su queste insiste con prudenza e rigore, ciò che lo contraddistingue da molto tempo e ne rende apprezzabili gli studi. 
 
Alberto Cavaglion
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Dante e la "difesa della razza" 
La mattina del sei settembre 1938, il giorno successivo all’approvazione, in Consiglio dei Ministri, del primo dei Decreti Regi a difesa della cd. “razza italiana”, alcune decine migliaia di cittadini italiani si svegliarono (come scrive Fausto Cohen, nel suo libro Italiani ed ebrei. Come eravamo) nella stessa condizione di Gregor Samsa, nella Metamorfosi di Kafka. Come dei mostruosi insetti giganti. Non erano più dei normali esseri umani. Non potevano più andare a scuola, all’Università, lavorare nello Stato, avere imprese, essere soci di circoli, assumere dei domestici diversi da loro ecc. ecc. Niente, erano diventati all’improvviso, come per un mefistofelico sortilegio, delle larve, delle ombre.
Francesco Lucrezi
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Un'ondata musicale a Birkenau
Nel 1938 la scrittrice, giornalista, cantautrice e artista ebrea polacca Sonia Landau intraprese gli studi di giurisprudenza presso l’Università di Varsavia, interrotti nel settembre 1939 a seguito dell’occupazione tedesca della Polonia; tornò nella sua città natale Łódź ma nel 1941 con la sua famiglia si spostò nuovamente a Varsavia. Trasferita presso il Ghetto, lo lasciò clandestinamente con la madre il 26 agosto 1942 riparando presso la cosiddetta parte ariana; partecipò alla Resistenza polacca falsificando carte d’identità e documenti per ebrei in clandestinità e disertori tedeschi.
Francesco Lotoro
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L'Italia delle minoranze
Valdesi ed ebrei hanno avuto spesso percorsi paralleli: le regie lettere patenti che davano i diritti civili ai valdesi sono del 17 febbraio 1848 e quelle per gli ebrei sono del 29 marzo dello stesso anno. Le due comunità sono arrivate in analoga successione, rispettivamente nel 1984 e nel 1987, al traguardo delle Intese.
La partecipazione di una donna dello spessore culturale e dal fascino personale di Tullia Zevi alla presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha molto contribuito alla causa più generale dell’attuazione della Costituzione per arrivare alle Intese.
 
Valdo Spini
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