Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    16 Giugno 2022 - 17 Sivan 5782

L'INAUGURAZIONE AL PUBBLICO DEI NUOVI SPAZI 

Memoriale e Cdec a porte aperte,
grande risposta dalla città

Grande interesse e un flusso continuo di pubblico per vedere i nuovi spazi del Memoriale della Shoah di Milano. E per ascoltare dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), trasferitasi all’interno della struttura del Memoriale, la storia e la ricchezza del suo archivio e della sua biblioteca. Il colpo d’occhio dei libri ben visibili sin dall’ingresso è il segnale di un luogo aperto a tutti, pronto ad accogliere studiosi, ricercatori e semplici curiosi. Una preziosa copia della prima edizione di Se questo un uomo di Primo Levi (Francesco De Silva, 1947) fa capolino all’ingresso della biblioteca prima di essere collocata al suo posto. Un piccolo esempio di un patrimonio, quello dell’archivio del Cdec, che ora trova posto nel cuore della città, a due passi dalla stazione centrale, e quindi molto più semplice da raggiungere.
“Fa impressione pensare che qui sopra, oggi come nel 1943, ci sia un mondo parallelo. – racconta un gruppo di visitatori – Allora, mentre qui si consumava la tragedia, le persone prendevano tranquillamente il treno per andare ad esempio in vacanza. Non sapevano o forse non volevano sapere”. Oggi, aggiungono, non ci si può permettere di non conoscere questo luogo. “È bello vedere come qui si faccia Memoria e allo stesso tempo cultura e ricerca”. 
Durante la giornata di porte aperte al pubblico – dalla prossima settimana la biblioteca sarà ufficialmente accessibile a tutti per la consultazione – alcuni ospiti hanno introdotto i diversi gruppi al significato del Memoriale e del nuovo polo che si è creato con il Cdec. Ad alternarsi così nel corso della giornata sono stati Andrée Ruth Shammah, Mario Calabresi, Lorenzo Bises, Nadeesha Uyangoda, Geppi Cucciari, Diego Passoni e Guido Morpurgo. 

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LA NOMINA DELL'EX GENERALE DORON ALMOG

Agenzia Ebraica, scelto il nuovo presidente

Dopo oltre un anno di stallo è stato scelto il nome del nuovo presidente dell’Agenzia Ebraica. A guidare l’organizzazione che si occupa dell’immigrazione ebraica in Israele sarà infatti Doron Almog.
Ex generale dell’esercito, Almog ha fondato nel deserto del Negev un’articolata realtà che fornisce assistenza ai disabili (ADI Negev Nahalat Eran). Nel 2016 ha ricevuto per questo il Premio Israele alla carriera.
“Sono orgoglioso ed emozionato per la fiducia” ha dichiarato Almog, affermando di essere “grato alle persone dell’Agenzia e ai suoi leader che lavorano giorno e notte per rafforzare il popolo ebraico e lo Stato di Israele”. Lavorando insieme, le sue parole, "accenderemo la fiamma e l’orgoglio nel nostro lavoro per un futuro di speranza per le prossime generazioni”. Il 10 luglio la nomina dovrà essere confermata dal board dell’Agenzia ebraica. In caso di esito positivo Almog succederà di fatto a Isaac Herzog, che aveva lasciato l’incarico nel giugno 2021 dopo la sua elezione a Presidente d’Israele.

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I LIBRAI PER L'INFANZIA MIGLIORI D'ITALIA E I LORO PROGETTI CON IL MONDO EBRAICO

"Diversità e inclusione, impariamo dai libri"

Era il 2013 quando Farollo e Falpalà, nomi d’arte di Francesco Fagnini e Chiara Opaleye Zeccardo, hanno scelto di dedicarsi anima e corpo a un impegno appassionante: dar vita a una libreria per bambini in cui tutti potessero sentirsi a casa, bene accolti, a proprio agio come in famiglia. Uno spazio di qualità, dedicato alla lettura ma anche alla condivisione. Meta e punto di partenza di una serie di iniziative virtuose, tra cui l’attività di Clown Dottori, il cui riverbero è arrivato in tutta la società civile.
Non sorprende quindi che la colorata libreria fiorentina da loro animata nel quartiere quattro sia stata proclamata la migliore d’Italia, aggiudicandosi il Premio Gianna e Roberto Denti promosso dall’Associazione Italiana Editori-Aie e dal Premio Andersen. Ad essere apprezzata la scelta dei giovani librai di portare al centro del loro percorso “le emozioni, l’importanza del gioco e il divertimento”, oltre alla cura e all’entusiasmo “confluiti in progetti sempre nuovi”. Forse mai come quest’anno, il pensiero della coordinatrice permanente Ragazzi di Aie Beatrice Fini, “il premio sottolinea il valore sociale del lavoro del libraio e premia l’entusiasmo e le motivazioni profonde che portano le persone a intraprendere una professione che è anche una scelta di vita”. Apprezzamento dalla giuria anche per “la produzione di risorse online in tempo di pandemia”. Una sfida che è iniziata per loro anche nel segno di un rapporto di cooperazione con il mondo ebraico che li ha visti coinvolti in due progetti sostenuti dall’UCEI attraverso i fondi Otto per Mille. 

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LA PRESENTAZIONE DEL TRATTATO MEGHILLÀ

"Talmud, uno stimolo continuo"

Tra i tanti insegnamenti che si possono ricavare dal Talmud uno dei più importanti è l’attenzione da dedicare a ogni singola parola e concetto. Dietro a ciascun dettaglio, ricordava ieri rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, “c’è infatti un pensiero”. Un concetto sempre valido e che è la cifra anche del trattato di Meghillà, da poco tradotto in italiano e presentato nelle scorse ore nella sede del Centro Ebraico il Pitigliani.
Molteplici gli spunti che anche Meghillà offre al pubblico dei suoi lettori, settimo trattato a vedere la luce nell’ambito del progetto di traduzione avviato alcuni anni fa. “Il coronamento a un’opera corale e collettiva” le parole del suo curatore, rav Michael Ascoli. Ad intervenire, moderati dalla giornalista Nathania Zevi, anche la redattrice Deborah Cohenca, il professore di Storia del Cristianesimo Tommaso Caliò e rav Di Segni in qualità anche di presidente del progetto di traduzione. In apertura i saluti del presidente del Pitigliani Bruno Sed, del vicepresidente della Comunità ebraica di Roma Ruben Della Rocca e dell’assessore UCEI Davide Jona Falco.

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L'INCONTRO IN COMUNITÀ

"Ebrei torinesi, presenza vitale"

Prosegue la campagna “Datti una mossa dagli una scossa” che prevede la collocazione di defibrillatori in tutte le Comunità ebraiche del Paese da parte dell’Associazione Amici di Magen David Adom Italia. Nelle scorse ore il progetto ha aggiunto Torino alla sua rete: un lieto evento festeggiato alla presenza tra gli altri dell’assessore comunale alle Politiche Sociali e Pari Opportunità Jacopo Rosatelli. 
Nell’occasione ha incontrato una delegazione della Comunità guidata dal suo presidente Dario Disegni, confrontandosi sui temi dell’impegno contro ogni forma di pregiudizio, discriminazione e razzismo, ma anche sulla difesa dei diritti e sulla laicità dello Stato. “Gli ebrei torinesi sono da sempre una presenza culturalmente vitale e socialmente attiva nella città” ha affermato l’assessore, soffermandosi anche sull’importanza di questo nuovo servizio di utilità collettiva. Il defibrillatore, infatti, “sarà inserito nella rete del 118 e messo a disposizione dell’intero quartiere”.
 

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LA PROIEZIONE ORGANIZZATA DALL'ASSET

Rosa, Cornelia e il corpo delle donne

All’interno della rassegna di Asset, l’Associazione degli Ex allievi della Scuola Ebraica di Torino, è stato presentato uno dei film importanti di Giorgio Treves (nell'immagine): Rosa e Cornelia. Nato nel 1945 a New York, dove la sua famiglia era arrivata con l’ultimo piroscafo salpato da Genova nel 1940, dopo un esordio fra corti e documentari e come aiuto-regista di De Sica per Il giardino dei Finzi-Contini (1970) e di Visconti per Gruppo di famiglia in un interno (1974) e Ludwig (1976), Treves è passato al film d’autore con La coda del diavolo, vincendo il David di Donatello come miglior regista esordiente nel 1986. La sua prova successiva di fiction è del 2000, Rosa e Cornelia per l’appunto, un film di nuovo in costume, anch’esso pluripremiato. 

 

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Livorno e Oriana Fallaci
Non ha avuto un risalto adeguato sui media nazionali la vicenda dell’intitolazione di una strada di Livorno a Oriana Fallaci: la maggioranza del Consiglio comunale, con l’appoggio di una lista di estrema sinistra, ha respinto la proposta con la motivazione che “in questo momento” essa era “divisiva”. Non si tratta di qualcosa di assolutamente nuovo, anche se col tempo sembrava che certi pregiudizi contro la scrittrice toscana si fossero attenuati. Ma quello che colpisce è il fatto che lo stesso Consiglio comunale livornese aveva approvato, non molto tempo addietro, l’adesione alla definizione di antisemitismo formulata dall’Ihra.
 
Valentino Baldacci
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Politica agraria
La guerra in Ucraina ha posto in evidenza con drammatica forza la necessità di cambiare la PAC, la politica agraria comune. In Europa, ma anche nel resto del mondo, tanti cambiamenti dovranno essere apportati.
La Seconda Guerra Mondiale, per non andare più indietro, ha dimostrato l’importanza della disponibilità di grano. I Paesi Alleati, nella guerra contro il nazifascismo, hanno ovviamente bloccato ogni fornitura di frumento alle potenze nazifasciste. In Italia Mussolini reagì con il lancio di una politica autarchica che cercò di sopperire al blocco con l’autoproduzione. 
Roberto Jona
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