La rassegna di ASSET
Rosa, Cornelia e il corpo femminile
All’interno della rassegna di Asset, l’Associazione degli Ex allievi della Scuola Ebraica di Torino, è stato presentato uno dei film importanti di Giorgio Treves: Rosa e Cornelia.
Nato nel 1945 a New York, dove la sua famiglia era arrivata con l’ultimo piroscafo salpato da Genova nel 1940, dopo un esordio fra corti e documentari e come aiuto-regista di De Sica per Il giardino dei Finzi-Contini (1970) e di Visconti per Gruppo di famiglia in un interno (1974) e Ludwig (1976), Treves è passato al film d’autore con La coda del diavolo, vincendo il David di Donatello come miglior regista esordiente nel 1986.
La sua prova successiva di fiction è del 2000, Rosa e Cornelia per l’appunto, un film di nuovo in costume, anch’esso pluripremiato (con la Grolla d’oro per la miglior regia e per la miglior attrice protagonista la torinese Stefania Rocca, che per l’occasione sfoggia un perfetto veneziano, degno del miglior Goldoni). Si tratta dell’adattamento della pièce teatrale di Remo Binosi, l’ambientazione è settecentesca, la storia si presta a reminiscenze da cinéphiles (il ballo iniziale per il Casanova di Fellini; Cornelia/Chiara Muti, la co-protagonista, nella tinozza come Marisa Berenson in Barry Lindon; la fuga nella notte della nutrice come Jennifer O’Neill de L’innocente; e, ultimo ma più importante di tutti, Rocco e i suoi fratelli con il femminicidio di Nadia/Annie Girardot). Perché di questo si tratta: nel film, attentissimo alle dinamiche femminili, al corpo che cambia durante la gravidanza che si scopre essere contemporanea per entrambe le ragazze, una reclusa per evitare lo scandalo, l’altra per starle vicino e farle confessare la paternità, c’è un femminicidio e un infanticidio. Si tratta purtroppo di due tematiche di intensa attualità nei fatti di cronaca di questi ultimi giorni. Pur inquadrate nel contesto storico, così forti che hanno fatto sì il film non sia stato trasmesso dalla Rai. Il che dimostra come l’informazione e il dibattito potrebbero addirittura prevenire e scongiurare il ripetersi senza fine di certi eventi…
Francesca Medioli
(15 giugno 2022)