LA NOMINA ALLA GUIDA DELL'ENTE EBRAICO FRANCESE

Ebrei di Francia, Yonathan Arfi alla presidenza

Per i prossimi tre anni Yonathan Arfi, 42 anni, sarà il presidente del Conseil représentatif des institutions juives (Crif), il massimo organo di rappresentanza degli ebrei francesi. La nomina è stata ufficializzata in queste ore durante l’assemblea generale dell’organizzazione in cui hanno votato 242 elettori nominati dai diversi enti ebraici francesi. Arfi entrerà in carica il prossimo 26 luglio, ereditando la guida della più grande comunità ebraica d’Europa da Francis Kalifat, al suo secondo e ultimo mandato. A contendergli la presidenza era stato Ariel Amar, membro del consiglio direttivo del Crif e presidente dell’Associazione Francia-Israele. Presentandosi agli elettori prima del voto, Arfi aveva spiegato di voler “rafforzare la rete territoriale” dell’ente, soprattutto “nei quartieri difficili dove l’antisemitismo colpisce più violentemente che altrove”.
Tanti i messaggi di auguri inviati dal mondo ebraico e non al nuovo presidente del Crif. Tra gli altri a congratularsi anche Hassen Chalghoumi, imam di Drancy e presidente della conferenza degli imam di Francia. “Tutti i miei auguri di successo nelle nostre lotte comuni per la nostra Francia”, ha scritto Chalghoumi, ringraziando Kalifat per questi anni di collaborazione.
In questi mesi di elezioni nazionali in Francia, Arfi ha fatto sentire pubblicamente la propria voce, invitando apertamente a non votare per l’estrema destra di Marine Le Pen così come per l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. In occasione del ballottaggio tra Le Pen e il poi confermato presidente Emmanuel Macron, Arfi aveva definito la possibile nomina all’Eliseo della leader di Rassemblement National “una minaccia esistenziale per gli ebrei di Francia”

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USA - LA PRESIDENTE DELLA CAMERA CITA UNA CELEBRE CANZONE ISRAELIANA

"Sentenza della Corte Suprema uno schiaffo,
ma non ho un’altra nazione”

Una canzone di un cantautore israeliano per raccontare le proprie emozioni di fronte alla decisione della Corte Suprema Usa di cancellare nel paese il diritto all’aborto a livello federale. Con le parole di “Non ho un’altra terra” (“Ein Li Eretz Aheret”) di Ehud Manor la presidente della Camera Nancy Pelosi ha voluto descrivere la propria delusione di fronte alla decisione dei giudici americani. Un provvedimento che ha definito “oltraggioso e straziante”. “È uno schiaffo in faccia alle donne che vogliono usare il proprio giudizio per prendere le proprie decisioni sulla loro libertà riproduttiva”, la critica di Pelosi nel corso di una conferenza stampa tenutasi a poche ore dalla sentenza. “Personalmente, – ha aggiunto – sono molto colpita da questa decisione. Di tanto in tanto cito questa poesia di Ehud Manor. È un poeta israeliano. Ho conosciuto sua moglie quando sono stata in Israele. E dice: ‘Non ho un altro Paese / Anche se la mia terra sta bruciando / Solo una parola in ebraico penetra le mie vene, la mia anima. / Con il corpo dolorante e con il cuore affamato. / Questa è la mia casa. / Non rimarrò in silenzio / Perché il mio Paese ha cambiato volto, la mia nazione ha cambiato volto / Non l’abbandonerò, / Le ricorderò e canterò nelle sue orecchie, finché non aprirà gli occhi”.
Pelosi ha concluso il suo intervento, aggiungendo: “Chiaramente, speriamo che la Corte Suprema apra gli occhi”.

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L'UDIENZA IN VATICANO

“Ebrei di Libia, voce da ascoltare”

Mai restare in silenzio davanti alle ingiustizie. Perché il vento cambi, al contrario, è essenziale denunciare, agire, mobilitarsi. Lavorare per un futuro diverso.
E il messaggio che il rabbino capo sefardita d’Argentina Isaac Sacca ha condiviso con papa Bergoglio durante un’udienza privata in Vaticano cui hanno preso parte esponenti ebraici argentini e brasiliani e che è stata l’occasione, nel quadro di un intenso scambio di idee, per presentare varie attività filantropiche a sostegno dei diritti dell’infanzia e dell’assistenza ai Paesi meno sviluppati di cui rav Sacca è il garante.
Nella delegazione ebraica anche David Gerbi, presidente dell’associazione Astrel promotrice in questi mesi di molte iniziative dedicate agli ebrei di Libia, alla loro storia e cultura (l’ultima appena pochi giorni fa al Tempio Beth El di Roma). Con Bergoglio il presidente di Astrel, che per Pagine Ebraiche ha raccolto ad oggi svariate decine di testimonianze di ebrei libici sul trauma del ’67 e sulla sua successiva elaborazione, ha affrontato tra gli altri un tema: quello del mancato riconoscimento dello status di “rifugiato” per chi visse sulla sua pelle il dolore dell’esilio. Dalla Libia e dal resto del mondo arabo.

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LA RASSEGNA AL VIA A ROMA IL 27 GIUGNO 

Pitigliani Kolno’a Festival,
il cinema tra Israele e identità

Torna l’appuntamento con il Pitigliani Kolno’a Festival – Ebraismo e Israele nel Cinema, dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico. Tre diverse location per le proiezioni in programma nei prossimi giorni: il 27 e 28 giugno alla Casa del Cinema, il 29 presso Scena – il cinema lungo il Tevere e il 30 al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani.
Ad aprire il festival, prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani e diretto da Ariela Piattelli e Lirit Mash, la proiezione di “Image of Victory”: si tratta dell’ultimo lungometraggio di Avi Nesher, acclamato regista israeliano, con Joy Rieger, Amir Khoury, Ala Dakka ed Eliana Tidhar tra gli interpreti. Ad essere elaborato un episodio drammatico della Guerra d’indipendenza: la Battaglia di Nitzanim.

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LA MOSTRA AL MUSEO EBRAICO DI BOLOGNA

Matematica al servizio dell’arte,
l'eredità di Aldo Spizzichino

Precursore della computer art, Aldo Spizzichino era molto affezionato a Bologna sua città d’adozione.
A celebrarne l'eredità una mostra appena inaugurata al Museo ebraico: “MatematicaMente”, a cura di Marina Marini. Un’occasione per rileggere la sua carriera e il suo essere pioniere in questo campo già dalla fine degli Anni Settanta quando scelse di avvicinarsi all’uso del computer come mezzo espressivo, dopo disparate esperienze in campo artistico. “Soggetti e contenuti dei miei lavori – raccontava Spizzichino – vivono in un orizzonte matematico, anche quando si presentano sotto forma di paesaggio o di un oggetto comune. Questo dimostra le potenzialità formative, oltre che espressive, di un’attività grafica al computer portata avanti senza sofisticati strumenti pre-confezionati”. Insomma, “al di là del fatto che mi considero sempre un principiante, vedo nella grafica computerizzata una palestra ideale per coniugare pensiero convergente e pensiero divergente”.

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Stati Uniti e diritti

Lezioni dall’America: la conquista di un diritto non è per sempre.

                                                                          David Bidussa
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L’inverno del nostro scontento
La «morte delle ideologie» – ammesso e non concesso che si sia per davvero verificata in questi ultimi tre decenni – porta con sé la consunzione delle culture politiche. Queste ultime, rispetto alle seducente semplificazione del mondo offerta dalle prime, erano invece il carburante che alimentava – e trasformava – le identità e dava sostanza agli interessi, materiali e civili, di grandi parti delle nostre società. Di fatto, permetteva alle une e agli altri di non assumere le sembianze di guerre su temi insindacabili e non negoziabili ma di essere mediate dal sistema delle istituzioni pubbliche.
                                                                          Claudio Vercelli
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