LE DICHIARAZIONI DEL CAPO DI STATO MAGGIORE
Putin a Teheran e la minaccia del nucleare
"Israele si tenga pronto a intervenire"

È parere comune, anche tra gli osservatori israeliani, che il vertice a tre fra Putin, Erdogan e Raisi a Teheran rappresenti una “risposta” ai nuovi equilibri del Medio Oriente tracciati da Joe Biden durante la sua recente visita tra Gerusalemme e Riad. Due strategie in contrapposizione su molti aspetti e temi. E in particolare sulla rincorsa iraniana al nucleare che preoccupa Israele, molti altri governi della regione e le diplomazie occidentali. Ieri, in tal senso, è stata una giornata di inquietanti annunci. A detta del presidente del Consiglio strategico per le relazioni internazionali, figura chiave per Raisi su questioni di sicurezza nazionale, il regime avrebbe infatti “le capacità tecniche per realizzare una bomba nucleare”. Una minaccia non nuova nei termini ma che, vista da Israele, conferma la necessità di tenere una guardia alta e soprattutto la disponibilità a intervenire con ogni mezzo possibile.
A ribadirlo è stato il Capo di Stato Maggiore Aviv Kochavi, secondo il quale lo Stato ebraico dovrebbe avere “l’imperativo morale” di preparare una risposta alle iniziative avviate dall’Iran.
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PAGINE EBRAICHE - IL DOSSIER ITALKIM
Enzo Sereni e il sogno di una Terra libera
Nel settantesimo anniversario della Liberazione il Capo dello Stato Sergio Mattarella aveva voluto ricordare l’eroismo tragico di “Enzo Sereni della Brigata Ebraica che, paracadutatosi in Toscana, fu catturato dai nazisti e ucciso a Dachau”. Il Presidente aveva reso omaggio a Sereni per il suo atto di coraggio, compiuto nella convinzione di dover partecipare in prima persona alla lotta per liberare l’Italia dal nazifascismo. Lui che l’aveva lasciata per inseguire il sogno sionista, per costruire in Eretz Israel uno Stato per gli ebrei. Un utopista, socialista, pacifista eppure eroe di guerra, la cui vita è divenuta essa stessa testimonianza e realizzazione delle sue idee e dei suoi insegnamenti. Un ebreo italiano che negli anni Venti scelse di abbandonare la comoda vita borghese romana per costruire con alcuni compagni nell’entroterra israeliano un kibbutz: Givat Brenner. La figura di Enzo Sereni è centrale nella storia degli italkim, perché ne è stato un pioniere. Il suo nome rimane di attualità e la sua storia, interrotta a 39 anni dagli aguzzini nazisti, una lezione per il presente. Bene lo spiegava il nipote di Sereni, Alon Confino, nella traduzione italiana della biografia Enzo Sereni. L’emissario (Le Château Edizioni).
(Nell'immagine: Enzo Sereni con la moglie e i figli prima dell'ultima missione)
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LA NOMINA A TORINO
Scuola ebraica, scelto il un nuovo coordinatore
A partire dal Primo settembre le scuole ebraiche di Torino avranno un nuovo coordinatore educativo-didattico nella figura della professoressa Irene Cottura, scelta all’unanimità dalla commissione che nelle scorse settimane ha vagliato le varie candidature pervenute in Comunità. Insegnante di ruolo dal 1992, ha alle spalle 30 anni di lavoro nel mondo della scuola.
“Una figura di grande esperienza e con alle spalle ruoli dirigenziali significativi. La commissione è stata favorevolmente impressionata da entrambi questi elementi. Siamo molto soddisfatti per questa scelta” sottolinea il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni. Andrà ad affiancarla nell’incarico, annuncia, un coordinatore con specifica competenza sulle materie ebraiche. Cottura subentra all’attuale coordinatore Manuel Disegni, atteso da un nuovo incarico presso l’Università degli Studi locale. Al coordinatore uscente sono andati “i migliori auguri” da parte della Giunta comunitaria.
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LA SCONCERTANTE INIZIATIVA DEL SINDACO DI BARI
Le pietre d'inciampo e la Memoria banalizzata
Dagli Anni Novanta ad oggi strade e piazze di tutta Europa hanno accolto decine di migliaia di pietre d’inciampo in ricordo di altrettante vittime della Shoah e della persecuzione nazifascista. Un simbolo di Memoria che invita il passante a riflettere sugli orrori del secolo scorso e a battersi in favore di determinati valori e principi. A mettere in discussione tutto ciò una sconcertante iniziativa del sindaco di Bari Antonio Decaro, che negli scorsi giorni ha annunciato la prossima collocazione – “sul lungomare di San Girolamo, lì dove aveva scelto di vivere” – di una pietra per commemorare un cane che il quartiere aveva adottato come sua mascotte. “Una pietra d’inciampo ricorderà il suo nome. Così come facciamo quando qualcuno diventa importante per una comunità”, le parole del sindaco. Non è la prima volta che plagi e patacche delle stolpersteine opera dell’artista Gunter Demnig circolano sul territorio alimentando un inquietante mercato della falsificazione. L’iniziativa del primo cittadino di una importante realtà del Sud Italia sembra però segnare una nuova tappa a favore della perdita generale di senso. Una deriva sempre più inquietante e allarmante.
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L'interesse del paese

Siamo un paese in cui si ama farsi del male, specie nei momenti più difficili. È già successo e succederà ancora, quando interesse di poltrona e profitto di parte mascherati da questioni di principio condannano alla quarantena l’interesse del paese. Povero paese.
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Cittadinanza e pragmatismo

Un recentissimo sondaggio condotto dal Palestine Center for Public Opinion per il Washington Institute rivela che il 48 % dei palestinesi residenti in Gerusalemme preferirebbe la cittadinanza israeliana, mentre il 43% vorrebbe quella palestinese e il 9% quella giordana. È sorprendente che si esprima una preferenza per una cittadinanza che non coincide con (diciamo) l’etnia.
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Tiranni

Purtroppo è fatale. Le scarsissime possibilità di mediazione nel conflitto Russia-Ucraina, non certo per giungere a una trattativa che sospenda i combattimenti ma solo per porre sul tavolo questioni decisive e irrinunciabili come quella dell’esportazione del grano e quella delle fonti energetiche, oggi non possono che essere affidate a Recep Tayyip Erdoğan, leader accentratore e fondamentalista della Turchia. Il problema è che costui, capo carismatico avvolto da un alone di rigorismo islamico, non è nella sostanza molto diverso dal laicissimo Vladimir Putin.
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