DALL'INCONTRO CON IL PRESIDENTE HERZOG ALLA VISITA AL TEMPIO ITALIANO 

Il ministro Tajani e la missione in Israele
“Investiamo nella cooperazione”

In attesa del vertice intergovernativo tra Israele e Italia, lo scambio di missioni tra i due paesi continua a intensificarsi. All’indomani del rientro in patria del Primo ministro Benjamin Netanyahu dopo la visita a Roma, ora è il turno del capo della Farnesina Antonio Tajani di ricambiare. Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah le città in agenda del ministro degli Esteri italiano per la sua due giorni in Medio Oriente. “Con Israele ci lega un profondo sentimento di amicizia. Questa missione servirà anche a rafforzare la cooperazione politica, economica, scientifica e culturale”, le parole di Tajani dopo aver incontrato il presidente Isaac Herzog a Gerusalemme. La visita arriva in un momento di grande tensione nel paese, con grandi manifestazioni di protesta di piazza contro la riforma della giustizia promossa dal governo Netanyahu. Quest’ultimo incontrerà Tajani in queste ore. Sul tavolo dell’incontro, spiega una nota della Farnesina, l’impegno del governo italiano “a una più efficace cooperazione con i Paesi del Mediterraneo allargato in campo economico, energetico, nella gestione dei flussi migratori e nella lotta al terrorismo”.
Come da tradizione il ministro si è recato in visita al Tempio italiano della capitale israeliana. Qui è stato accolto dai saluti del presidente del Comites Gerusalemme Beniamino Lazar e da Michi Raccah, in rappresentanza della Comunità degli italkim, gli italiani d’Israele (Hevràt Yehudé Italia be-Israel). A prendere parte all’incontro anche la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Per l’occasione Tajani ha ribadito l’importanza del legame tra Italia e Israele e il ruolo di ponte degli italkim tra le due realtà.

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TRA I PREMIATI, "THE WHALE" DI DARREN ARONOFSKY 

Una notte da Oscar

Sette nomination e nessun premio. Un risultato decisamente deludente per il film forse più personale di Steven Spielberg, “The Fabelmans”, racconto ad alto tasso di ebraismo della sua infanzia e adolescenza. Ci si può consolare con il successo di Brendan Fraser, che ha vinto l’Oscar come miglior attore per The Whale, diretto da Darren Aronofsky, e con il premio come migliore attrice non protagonista per “Everything Everywhere All at Once” a Jamie Lee Curtis, figlia di quel Tony Curtis che in realtà si chiamava Bernard Schwartz, figlio a sua volta di ebrei ungheresi.
Interessante la storia di “All Quiet on the Western Front” (Niente di nuovo sul fronte occidentale), che si è aggiudicato il premio come miglior film internazionale, miglior scenografia, fotografia e colonna sonora originale. Il produttore, Daniel Dreifuss, ha raccontato che quando ha letto la sceneggiatura non ha potuto non pensare a quei membri della sua famiglia che avevano combattuto con l’esercito tedesco: un cugino di suo nonno fu ucciso in battaglia mentre combatteva per la Germania appena due giorni prima della fine della prima guerra mondiale, nel novembre 1918. Suo nonno, anch’egli soldato tedesco, sopravvisse, per poi venire mandato in un campo di concentramento dai nazisti.

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DOSSIER COMICS&JEWS

Da San Pietroburgo a Tel Aviv, disegni di casa

Ekaterina (Katya) Khozatskaya non aveva mai pensato a Israele come destinazione di vita. Era venuta a visitare il cugino. Lui la sua scelta consapevole l’aveva fatta cinque anni fa. L’aliyah, spinto dalla volontà di approfondire lo studio dell’ebraismo. Musicista, oggi ha trovato la sua dimensione a Gerusalemme dove frequenta una yeshiva. Per Katya invece l’orizzonte era sempre stato San Pietroburgo, la sua città. Qui la famiglia, gli amici, i luoghi conosciuti e da scoprire. Qui un mondo intero da disegnare attraverso la sua arte di giovane illustratrice affermata. Gradualmente si era costruita un nome nel panorama artistico culturale russo e non solo: illustrazioni per riviste, copertine, cover di dischi. Tra i suoi lavori, uno riconoscibile per il pubblico italiano: la copertina del volume Poesie di Marcel Proust (Feltrinelli).

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I PROGETTI PROMOSSI DALL'UCEI

I giovani e la sfida della tzedakah

Negli scorsi mesi, su mandato della Commissione Giovani, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha bandito un concorso nazionale il cui scopo era quello di promuovere progetti che prevedano attività di volontariato per due fasce d’età: 14-18 anni e 18-35 anni. Filo conduttore di “DaiDoDai” il concetto ebraico di Tzedakah come “atto di giustizia e rettitudine”. Un precetto cardine e che ciascuno è chiamato a osservare indipendentemente dalla propria situazione finanziaria, con il fine di aiutare il prossimo “affinché non possa più dipendere dalla beneficenza altrui”. Molto positiva la risposta a questa chiamata all’impegno, con un totale di sette progetti pervenuti all’attenzione della commissione giudicatrice (di cui facevano parte rappresentanti di movimenti e organizzazioni giovanili). “L’obiettivo è stato quello di offrire ai giovani l’opportunità di prendere parte ad attività di solidarietà, di aiutare ad affrontare i bisogni identificati all’interno delle comunità e di superare importanti sfide sociali sul campo. La risposta è stata molto positiva su un piano sia quantitativo che qualitativo. Un segnale concreto di partecipazione, incoraggiante anche per il futuro” osserva Sabrina Coen, coordinatrice della Commissione Giovani e ideatrice di “DaiDoDai”. 

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L'INIZIATIVA AL JEWISH COMMUNITY CENTER DI ROMA

Donne protagoniste, voci a confronto

“Una donna di valore chi può trovarla?”. Si richiamava al canto di lode alla Donna virtuosa, con cui si chiude il Libro biblico dei Proverbi, una giornata di studio tutta al femminile ospitata al Jewish Community Center della Comunità ebraica di Roma. Proposta dall’Ufficio Rabbinico, da un’idea di Micol Nahon, l’appuntamento ha visto vari temi al centro del confronto. Dal ruolo della donna nell’ebraismo all’impegno in campo educativo, dallo studio delle regole della niddà al racconto di alcune esperienze legate al precetto della “purezza familiare”. Molti gli stimoli proposti alla platea, con l’intervento tra le altre delle insegnanti ed educatrici Anna Arbib, Chani Hazan, Rivky Lazar, Shulamit Moscati ed Elisheva Sermoneta Ghenish.

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IL CONCERTO AL CENTRO PITIGLIANI

Musica al femminile, il segno dell’identità

Un nuovo appuntamento con l’Ensemble da Camera del Centro Ebraico Il Pitigliani, che ha proposto ieri un concerto attorno al tema “La donna in musica” sotto la direzione del Maestro Eduardo Hubert. L’iniziativa, in collaborazione con l’associazione Suoniamo Insieme per Alisa e con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Roma, ha visto l’esecuzione di brani di quattro compositrici (Clara Schumann, Fany Mendelssohn, Alma Mahler e Poline Viardot) e due compositori (Robert Schumann e Ariel Ramirez). 

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IL RISULTATO DELLE ELEZIONI COMUNITARIE 

Verona ebraica, eletto il nuovo Consiglio

Gli iscritti alla Comunità ebraica di Verona hanno proceduto, nelle scorse ore, all’elezione per il rinnovo del Consiglio comunitario.
Ad essere eletti, in ordine di preferenze ricevute, Anna Maria Trenti Kaufman, Ester Silvana Israel, Celu Laufer, Mauro Orvieto e David Malamut.

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IL CONFERIMENTO PER IL ROMANZO "IL ROGO DELLA REPUBBLICA"

Premio speciale Adei Wizo, Andrea Molesini il vincitore

Il rogo della Repubblica (Sellerio), dello scrittore veneziano Andrea Molesini, è l’opera vincitrice del riconoscimento speciale assegnato nell’ambito del Premio Letterario Adei Wizo Adelina Della Pergola. Si tratta di un romanzo storico ambientato nella Venezia del quindicesimo secolo e in cui si racconta, sottolinea l’Adei, come le autorità del tempo cedettero “all’odio antiebraico degli ordini predicatori, consumando l’autodafé delle vittime innocenti”. L’autore vive a Venezia, dove è nato. Ha insegnato Letterature comparate all’Università di Padova. Il suo romanzo Non tutti i bastardi sono di Vienna (Sellerio 2010) ha vinto il Premio Campiello.

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