Da San Pietroburgo
a Tel Aviv, disegni di casa

Ekaterina (Katya) Khozatskaya non aveva mai pensato a Israele come destinazione di vita. Era venuta a visitare il cugino. Lui la sua scelta consapevole l’aveva fatta cinque anni fa. L’aliyah, spinto dalla volontà di approfondire lo studio dell’ebraismo. Musicista, oggi ha trovato la sua dimensione a Gerusalemme dove frequenta una yeshiva. Per Katya invece l’orizzonte era sempre stato San Pietroburgo, la sua città. Qui la famiglia, gli amici, i luoghi conosciuti e da scoprire. Qui un mondo intero da disegnare attraverso la sua arte di giovane illustratrice affermata. Gradualmente si era costruita un nome nel panorama artistico culturale russo e non solo: illustrazioni per riviste, copertine, cover di dischi. Tra i suoi lavori, uno riconoscibile per il pubblico italiano: la copertina del volume Poesie di Marcel Proust (Feltrinelli).
Nei lavori di Katya non manca il gusto per l’ironia, con la trasfigurazione di dinamiche umane in rappresentazioni animali. Tigri, giraffe, volpi che si comportano come cittadini del mondo, salendo scale mobili o osservando vetrine di negozi. Ma la scelta più originale sono i capibara: buffi, ma allo stesso tempo curiosamente verosimili nei panni, ad esempio, di Yoko Ono e John Lennon o di semplici avventori di un bar il cui il vento rovina il drink all’aperto.
Poi c’è la passione per ritrarre i tanti caffè che costellano la città fondata da Pietro il Grande sul delta della Neva. Da quelli più eleganti e raffinati a quelli più popolari dove non manca chi alza il gomito più del dovuto. Ritratti di una vita quotidiana a cui Katya appartiene. “Quella era casa mia”, racconta a Pagine Ebraiche. Era perché come molti concittadini il 24 febbraio 2022 tutto è cambiato. L’invasione ha stravolto e distrutto milioni di vite in Ucraina, ma ha segnato anche l’esistenza di molti russi. In tanti, di fronte alla brutalità del Cremlino, hanno sentito mancare l’aria e cercato di lasciare il paese. Tra loro anche Katya, che ha scelto Tel Aviv per costruirsi un nuovo percorso lontano da San Pietroburgo, dove vive ancora la madre. Anche per questo sorvola sui motivi del suo trasferimento. In questi mesi ha preso le misure con la nuova dimensione, trovando un piccolo monolocale a Florentin, il quartiere degli artisti. “È molto strano, cose che prima facevi senza tanto pensare ora diventano complicate: comprare un biglietto dell’autobus o cercare i prodotti al supermercato”. Il suo preferito è un market ucraino, in cui si respira aria di casa. C’è malinconia, ma il tono non è di chi si lamenta. È di chi osserva i tanti piccoli dettagli della nuova quotidianità. Dettagli che si ritrovano nei disegni di Katya, pubblicati sulla sua pagina Instagram: Betweenthebars_tlv, profilo gemello di quello che aveva in Russia, Betweenthebars_spb. “Un altro blog di ole hadash con riflessioni su quanto sia difficile imparare l’ebraico, quanto siano alti i prezzi e quanto siano carini i cani a Tel Aviv”, l’ironica descrizione della versione israeliana. Anche qui Katya ha scelto di raccontare quel che la circonda, soffermandosi in particolare sui bar. “C’è una bella atmosfera di vitalità”. Anche se non sono come quelli di casa, a San Pietroburgo. Nel suo blog israeliano, l’illustratrice ha aggiunto però un elemento: il racconto della vita ebraica, ritraendo kippot, hanukkiot, haredim che camminano per strada. Un modo per immergersi nella cultura di quella che da un anno è diventata la sua nuova casa.

Daniel Reichel, Dossier Comics&Jews, Pagine Ebraiche Febbraio 2023