Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

 11 luglio 2018 -  28 tamuz 5778
header
 

dossier - mondiali a tutto campo

Il gioco del calcio nelle parole di Umberto Saba
Cinque poesie raccontano un sogno perduto  

img header

“Il calcio non è solo entusiasmo, non è solo impeto di energia. Talvolta è anche nostalgia, è rimpianto dei tempi andati, quando la macchina infernale del grande spettacolo non aveva ancora invaso tutto il campo, le squadre erano formate per lo più di concittadini, da compaesani, la festa era più semplice, ma forse proprio per questo aveva più sapore. Per niente avvezzo alla vita degli stadi, il poeta triestino Umberto Saba, forse la voce più vibrante della poesia in lingua italiana del Novecento, ha dedicato al gioco del calcio cinque poesie memorabili e commoventi. Saba era un grande che non aveva bisogno di complicazioni per volare in alto, sapeva come parlare al cuore dei più semplici. E difatti le cinque poesie continuano a tornare davanti agli occhi e sulle labbra di molti frequentatori degli stadi da cui ci si attenderebbe ben pochi interessi letterari. Chi le legge, chi ama ripeterle ai propri figli, vi trova un alito di quella spontaneità che una volta proteggeva i nostri stadi. Ma pochi sanno che dietro alla bellezza dei versi e alla civile testimonianza di un mondo da cui Saba rimase incantato pur guardandolo sempre da lontano, c’è la lacerazione nel cuore di una realtà ebraica alla vigilia della tragedia. Siamo a metà degli anni ’30 e Trieste, fiera dei propri mitici giocatori rosso alabardati, ancora orgogliosa dell’identità italiana conquistata al costo di indicibili sacrifici, è già spinta al declino e all’abbrutimento da un fascismo lì ancora più gonfio di odio e di violenza. Non passerà molto tempo perché Mussolini venga a tenere proprio sulla mitica piazza Grande aperta sul mare, il discorso che annunciava le Leggi razziste antiebraiche. Sono trascorsi 80 anni e molti, oggi come allora, vorrebbero rifugiarsi nel mondo del calcio per una manciata di minuti spensierati. Oggi come allora, anche se tante cose, tutto intorno, sono mutate, il miracolo degli undici fratelli che scendono in campo spalla a spalla, resta una favola ancora capace di restituire un momento di coraggio.

Guido Vitale, Pagine Ebraiche, luglio 2018

GOAL

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla – unita ebbrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte. 

img header

Leggi tutto

 

dossier - mondiali a tutto campO

Israele, la Coppa e quel sogno in una scatola

img headerEshkol Nevo / LA SIMMETRIA DEI DESIDERI / Neri Pozza

“Quel che ho pensato, ha detto, è che ognuno potrebbe scrivere su un bigliettino dove sogna di trovarsi fra quattro anni. Dal punto di vista personale, professionale. E ai prossimi Mondiali apriremo i biglietti e vedremo cos’è successo nel frattempo”. Comincia così La simmetria dei desideri dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, una lettura imperdibile per chi desidera capire cosa la Coppa del Mondo rappresenti oltre a un grande incontro fra nazioni su una serie di rettangoli verdi. Amichai, Ofir, Churchill e Yuval hanno 28 anni e si conoscono da sempre: forse affermare che i Mondiali guardati insieme ne hanno scandito la vita è eccessivo, ma quei quadrienni funzionano senz’altro da comoda unità di misura. “Messico ’86 l’avevamo visto dal padre di Ofir, a Kiryat Tivon. Quando l’ingenua Danimarca aveva perso 5 a 1 contro la Spagna, Ofir era scoppiato a piangere e suo padre aveva mugugnato che era così che finiva quando ragazzo cresceva solo con la madre. I Mondiali del ’90 li avevamo visti ciascuno in una città diversa dei Territori, ma un sabato eravamo tutti in licenza e ci eravamo incontrati da Amichai per vedere la semifinale. Nessuno si ricordava della partita perché sua sorella girava per casa con un baby-doll rosso e noi, che eravamo di leva, sbavavamo. Nel ’94 eravamo già studenti a Tel Aviv. Churchill era stato il primo a trasferirsi e noi lo avevamo seguito tutti, sia perché volevamo restare uniti, sia perché Churchill aveva dichiarato che solo lì potevamo diventare quello che volevamo essere davvero”.

Rossella Tercatin, Pagine Ebraiche, luglio 2018

Leggi tutto

 

narrativa

La sfida dell’età adulta nella New York ebraica

img headerJami Attenberg / DA GRANDE / Giuntina

La protagonista di “Da grande”, ultimo romanzo, edito in Italia da Giuntina, della scrittrice americana Jami Attenberg, è una giovane donna ebrea, perennemente single e perennemente insoddisfatta, che beve, fa uso di stupefacenti e passa da un uomo all’altro con estrema facilità.
Andrea Bern, la suddetta protagonista, così si autodefinisce parlando con il suo analista: “sono una donna, una designer, un'amica; sono tecnicamente ebrea, sono una figlia, una sorella, e vivo a New York”. Ma quello che pensa davvero dentro di sé è: “sono sola, sono un'ex artista, una bevitrice, un'urlatrice a letto, il capitano di una nave che affonda”. Andrea è una donna in crisi, è pensa che ci vuole un gran coraggio per vivere “quando tutti intorno a te sembrano avere chiaro cosa significhi essere adulto, quando amici e parenti si sposano e mettono al mondo dei bambini e tu continui a lottare con l'esistenza, a voler vivere secondo le tue regole e sei pronta a qualsiasi espediente pur di trovare un po' di pace per il presente e un po' di riparo dal passato”.
Jami Attenberg è una delle scrittrici statunitensi di maggior successo della nuova generazione. Nata nel 1971, originaria di una cittadina dell’Illinois, giornalista e collaboratrice di testate come il New York Times e il Wall Street Journal, ha pubblicato diversi romanzi che hanno riscosso notevoli consensi di critica e pubblico.

mdp 

Leggi tutto

 

narrativa

Il Bene e il Male
si scambiano le parti  

orizzonti

Testimonianze dagli inferi

Isaac Bashevis Singer / SATANA A GORAJ / Adelphi

Nell'anno 1648, i cosacchi dell'atamano Bohdàn Chmel'nitskij, insieme a un esercito di contadini ribelli - racconta Isaac Bashevis Singer in Satana a Goraj — mossero alla volta della cittadina polacca di Goraj e la devastarono: scorticarono vivi gli uomini, violentarono le donne, sgozzarono i bambini. Morirono circa 100 mila ebrei. Quando poterono farvi ritorno, i pochi superstiti che si erano rifugiati a Lublino, trovarono un luogo cancellato dalla terra. Era stato, ed era, un orrore. Ma i grandi cabalisti della Polonia sostenevano che i giorni dell'esilio erano ormai contati e i massacri dei cosacchi erano le doglie che annunciavano la nascita del Messia; fatti eccezionali che confermavano la prossimità di questo evento si manifestavano ovunque (chi dichiarava di aver udito risuonare il grande corno d'ariete ad annunciare la fine del mondo, chi asseriva d'aver visto in cielo Israele uscire vittorioso dalla battaglia di Armageddon); le donne facevano straordinari sogni (chi sognava il profeta Elia proclamare che la redenzione stata per venire nel mondo, chi vedeva calare una grande nube che avrebbe condotto tutti gli ebrei a Gerusalemme); soprattutto, si parlava di un uomo, Shabbatay Tzevi, che, dopo 1.700 anni d'attesa avrebbe finalmente liberato il popolo ebraico dalla schiavitù e dalle sue pene.

Giorgio Montefoschi, Corriere La Lettura,
8 luglio 2018


Leggi tutto

img

Laurence Rees / OLOCAUSTO. UNA NUOVA STORIA / Einaudi

Perché prendere in mano ancora un libro sullo sterminio? Di testi fondamentali ne abbiamo già parecchi. Possediamo molte testimonianze di vittime, interi dossier sui carnefici e sui loro zelanti servitori, valutazioni analitiche dell'ideologia razzista e del suo impatto sociale. Olocausto. Una nuova storia, di Laurence Rees ha un titolo azzardato. Come può essere "nuova" una storia di un evento così studiato, dibattuto, commemorato? Rees vanta una lunga esperienza di divulgatore. Direttore di programmi storici per la Bbc, produttore di documentari in proprio, autore di libri di successo, ha scritto e filmato molto sul nazismo. Sono credenziali di tutto rispetto, ma non necessariamente garanzia di "nuovo". La verifica dei titoli va fatta pagina per pagina, cercando di cogliere il nocciolo, o forse sarebbe meglio dire l'anima di un'opera. Giunti alla fine delle oltre 500 pagine di racconto, la novità si può concretizzare e precisare. Il nuovo non è nelle tesi generali né nell'insieme dei dati. Quello che Rees raggiunge è ciò a cui dovrebbe sempre tendere una buona divulgazione. Mettere sotto gli occhi quel che è stato, e puntare il dito su come sia avvenuto. II lettore viene accompagnato passo passo in questo "come", e capisce come l'evento Shoah si rifranga di migliaia, milioni di destini.


Giulio Busi,
Il Sole 24 Ore Domenica, 8 luglio 2018


Leggi tutto

img
moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.