CALCIO Israele, i Mondiali e quel sogno in una scatola

lasimmetriadeidesideriEshkol Nevo / LA SIMMETRIA DEI DESIDERI / Neri Pozza

“Quel che ho pensato, ha detto, è che ognuno potrebbe scrivere su un bigliettino dove sogna di trovarsi fra quattro anni. Dal punto di vista personale, professionale. E ai prossimi Mondiali apriremo i biglietti e vedremo cos’è successo nel frattempo”. Comincia così La simmetria dei desideri dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, una lettura imperdibile per chi desidera capire cosa la Coppa del Mondo rappresenti oltre a un grande incontro fra nazioni su una serie di rettangoli verdi. Amichai, Ofir, Churchill e Yuval hanno 28 anni e si conoscono da sempre: forse affermare che i Mondiali guardati insieme ne hanno scandito la vita è eccessivo, ma quei quadrienni funzionano senz’altro da comoda unità di misura. “Messico ’86 l’avevamo visto dal padre di Ofir, a Kiryat Tivon. Quando l’ingenua Danimarca aveva perso 5 a 1 contro la Spagna, Ofir era scoppiato a piangere e suo padre aveva mugugnato che era così che finiva quando ragazzo cresceva solo con la madre. I Mondiali del ’90 li avevamo visti ciascuno in una città diversa dei Territori, ma un sabato eravamo tutti in licenza e ci eravamo incontrati da Amichai per vedere la semifinale. Nessuno si ricordava della partita perché sua sorella girava per casa con un baby-doll rosso e noi, che eravamo di leva, sbavavamo. Nel ’94 eravamo già studenti a Tel Aviv. Churchill era stato il primo a trasferirsi e noi lo avevamo seguito tutti, sia perché volevamo restare uniti, sia perché Churchill aveva dichiarato che solo lì potevamo diventare quello che volevamo essere davvero”. Quando arriva Francia ‘98, ciascuno di loro è a un punto diverso della vita: una moglie, due gemelli e un lavoro non soddisfacente, una promettente carriera in procura dopo aver rinunciato alle sirene di importanti studi legali, una ragazza appena conosciuta, ma già catalogata come quella giusta… Ai foglietti che si mettono d’accordo di scrivere ognuno confida tre desideri, uno viene letto ad alta voce, gli altri rimarranno verità nascoste per i successivi quattro anni fino a Corea 2002. Da lì, le esistenze dei protagonisti si intrecciano nelle maniere più inaspettate, mentre le amicizie si sfrangiano in diverse di rezioni (non a caso Nevo ha sottolineato che il titolo attribuito dall’editore italiano, Neri Pozza, è quello che forse coglie meglio il senso del romanzo). “È importante vedere il calcio da una prospettiva israeliana: gli israeliani giocano malissimo, ma loro quattro (amici nda) fantasticano di festeggiamenti ogni quattro anni. È una metafora della necessità degli israeliani di far parte del mondo normale, di essere accettati dagli altri paesi. Perché questa è la realtà: non siamo ben accetti a tutte le nazioni. C’è qualcosa di patetico nell’approccio di Israele al football: siamo appassionati di calcio ma facciamo schifo come giocatori” aveva spiegato l’autore in un’intervista nel 2010, all’indomani dell’uscita del libro. In effetti, la nazionale di calcio israeliana si è qualificata per la Coppa del Mondo una sola volta, nel 1970 (ottenendo anche due pareggi nella fase a gironi, di cui uno con l’Italia). Da registrare tuttavia è anche l’ombra politica della questione: dopo la sua fondazione, la Israel Football Association fu assegnata, secondo il territorio di competenza, alla Confederazione asiatica. Una serie di episodi di boicottaggio, con squadre che rifiutarono di scendere in campo con Israele, culminarono addirittura con l’espulsione del paese dalla Confederazione nel 1974. La questione si risolse in qualche modo con l’ingresso nella Uefa all’inizio degli anni Novanta, catapultando però la squadra in un continente di compagini di livello medio assai superiore. Da allora, delusioni a cadenza quadriennale e frustrazioni, che Amichai, Ofir, Churchill e Yuval esprimono anche nella Simmetria. Tuttavia il movimento calcistico è sicuramente in crescita. Vent’anni dopo quella Francia ‘98 chissà che non ci sia stata qualche giovane promessa che, ispirata al libro, abbia infilato il proprio desiderio di partecipare ai prossimi Mondiali in una scatola.

Rossella Tercatin, Pagine Ebraiche, luglio 2018