Difendere l’albero di Israele
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Il giorno in cui le truppe liberarono Auschwitz – il 27 di gennaio – era sabato 13 Shevat, Shabbath Shirà, due giorni prima di Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi. È chiaro che coloro che liberarono il Campo di sterminio non erano consapevoli di questa coincidenza, ma se non vogliamo pensare che non si sia trattato di un fatto casuale, dobbiamo farci qualche domanda.
Lo scopo del nazismo e del fascismo era quello di “sradicare” dall’Europa la presenza ebraica e di trasformarla solo in un ricordo archeologico, come il Museo che i nazisti stavano creando a Praga, a testimonianza di una civiltà “scomparsa”.
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La dignità ha il suo prezzo
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Emanuele Filiberto e Rachele Mussolini jr. cercano di riprendersi il palcoscenico. E, tanto per cambiare, in occasione della Giornata della Memoria. Lei ci dice che l’unico errore del nonnino sono state le leggi razziali. E si dimentica delle guerre coloniali, dell’entrata in guerra dell’Italia accanto al benemerito Adolf Hitler (mezzo milione di italiani morti), e forse non ha capito bene che cosa sia stata la Shoah, se pensa di poterla controbilanciare con le ‘cose buone’ del nonnino.
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La cura delle parole
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L’antigiudaismo di matrice cristiana, come sottolineò con acume Jules Isaac (offrendo e proponendo degli strumenti storici e culturali importanti per una revisione teologica), affonda le sue radici nell’insegnamento del disprezzo e nella demonizzazione che ha fatto da sfondo alla teologia preconciliare della caduta e della sostituzione del “Vecchio Israele”, con il “Nuovo Israele” “dello spirito”. Nella rappresentazione della loro presunta “caduta”, gli ebrei erano condannati ad errare sino alla fine dei tempi, umiliati e segnati da un marchio indelebile che solo la conversione avrebbe potuto eliminare.
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La vita nei ghetti
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L’aggiornamento in lingua inglese del volume di Serena Di Nepi, Surviving the Ghetto. Toward a Social History of the Jewish Community in 16th-Century Rome (Brill, 2021), rappresenta un notevole traguardo, appena si consideri che soltanto la lingua di Shakespeare costituisce il passaporto scientifico necessario per essere letti e conosciuti ovunque (i passaggi che riporteremo sono stati tradotti da noi).
Emanuele Calò
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Memoria come cura
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Diciamocelo fuori dai denti. Stride il contrasto fra la puntuale ripresa, intorno al 27 gennaio, del lungo rituale della Memoria che ogni anno ci accompagna dalla metà del mese sino ai primi di febbraio e il moltiplicarsi degli episodi di antisemitismo che segnalano l’allarmante crescita, nella società, di una visione oscurantista e di una specifica pulsione antiebraica. È sempre più difficile sostenere che ripercorrere il passato di persecuzione possa servire a non replicarlo.
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