La dignità ha il suo prezzo

Emanuele Filiberto e Rachele Mussolini jr. cercano di riprendersi il palcoscenico. E, tanto per cambiare, in occasione della Giornata della Memoria. Lei ci dice che l’unico errore del nonnino sono state le leggi razziali. E si dimentica delle guerre coloniali, dell’entrata in guerra dell’Italia accanto al benemerito Adolf Hitler (mezzo milione di italiani morti), e forse non ha capito bene che cosa sia stata la Shoah, se pensa di poterla controbilanciare con le ‘cose buone’ del nonnino.
E certo, poi, non ha letto il libro di Francesco Filippi (Il fascismo ha fatto anche cose buone), per apprendere che le ‘cose buone’ sono tutte frottole propagandate ossessivamente a posteriori dai nostalgici del ventennio.
È vergognoso che gente del genere salti sul carro della cronaca per rifarsi il trucco e rifarlo alla storia di tragedie del ventennio fascista.
Emanuele Filiberto, poi, già esimio concorrente del Grande Fratello e non significante personaggio televisivo, cerca di presentare ora le proprie credenziali di democratico illuminato. Forse la televisione non rende più.
Ma i reali d’Italia non hanno parlato per ottant’anni o giù di lì. Sembra si siano accorti solo ora che ci sono state le ‘leggi razziali’ e la deportazione degli ebrei asseverate da Casa Savoia.
Qualcuno ha avuto l’ardire di allietarsi di questo suo improvviso, tempestivo, ritorno di memoria. Personalmente, gli avrei consigliato di starsene zitto e di continuare la sua attività televisiva. Se però l’Emanuele Filiberto desidera davvero fare mea culpa, porti ad Auschwitz qualche classe di studenti, si documenti e faccia qualche testimonianza indiretta sulle camere a gas e sul volonteroso collaborazionismo fascista; insomma, si dia da fare, anziché cercare visibilità con un’intervista televisiva o con una lettera di venti righe.
Anche la dignità ha il suo prezzo. Ma non ci sono più i re di una volta!

Dario Calimani