Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Colui che veniva colpito da tzara’at - una
alterazione della pelle che secondo i Maestri era punizione per la
maldicenza - doveva presentare come offerta, passata la
“malattia”, due uccellini. Gli uccellini, così nota Rashì,
cinguettano. Il “cinguettare", l’uso della parola non riflettuto e
preso alla leggera secondo la lettura di rabbi Yerucham Levovitz di Mir
- sebbene non ancora maldicenza - ne è l’origine più evidente.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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“Naissance du Purgatoire” è un libro che
Jacques Le Goff, il grande storico del Medio Evo scomparso martedì
scorso, pubblica in francese nel 1982 (Einaudi lo traduce nel 1983 con
il titolo “Nascita del Purgatorio”). E’ un libro che dice una cosa
semplice: la civiltà europea supera il panico della fine del mondo
dell’anno Mille nel momento in cui inventa un luogo che consente, pur
con un processo lunghissimo, di approdare alla felicità e alla
beatitudine del Paradiso.
Quel libro trenta anni fa parlava anche a noi lettori che non ci
occupavamo di Medio Evo. Diceva che oltre le utopie in crisi, si doveva
riprendere a pensare un’altra possibilità di futuro, magari creando un
nuovo purgatorio.
Trenta anni dopo, il nostro presente è fondato su tre convinzioni: il
riscatto sembra un orizzonte irraggiungibile; la possibilità del
miglioramento inesistente; la tentazione di chiudersi ciascuno a casa
propria (culturale, ideologica, teologica, …) è fortissima secondo lo
slogan “i miei valori non tradiscono mai”. Resta l’auspicio a non
precipitare ulteriormente verso l’inferno, che detta così non mi sembra
una grande idea di purgatorio.
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MILANO – Appuntamento alle ore 10 di lunedì
7 aprile con l’incontro “L’Umanitaria e l’utopia realizzata di Prospero
Moisè Loria nel duecentenario della sua nascita”, organizzato, con il
patrocinio di Comunità ebraica e Comune dal Comitato Inquilini “Primo
Quartiere Operaio Umanitaria”. Previsti gli interventi del rabbino capo
di Milano Alfonso Arbib, Bruno Pellegrino, autore de “Il filantropo”
(Minerva edizioni), l’assessore del Comune Francesco Cappelli e il
presidente della Società Umanitaria Piero Amos Nannini (Salone Arci,
via Andrea Solari 40).
FIRENZE - “Rinascimento: ebrei e cristiani”. Questo il titolo del
seminario internazionale organizzato dalla Comunità ebraica di Firenze
in collaborazione con il Gruppo di Studi dei Ricercatori ospiti per
l'anno accademico 2013-2014 e con il patrocinio di Villa I Tatti -The
Harvard University Center for Italian Renaissance Studies. I lavori si
apriranno questo pomeriggio alle 17.30 in Comunità (Sala Servi). A
intervenire il rabbino capo Joseph Levi, Riccardo Fubini, Gur Zak,
Stein Kokin, Francisco Javier Apellaniz, Michele Luzzati, Tamar Herzig,
Emily Michelson e Shulamit Furstenberg.
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Un ciclo di incontri sull'etica medica |
Un ciclo di incontri sull’etica medica
patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei
locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza
settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti
Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati,
Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo
Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
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Francia, Marine Le Pen
contro kosher e halal |
Francia: Marine Le Pen contro la possibilità
di osservare le regole alimentari religiose kosher e halal nelle
scuole. Nelle città che in base ai risultati delle recenti elezioni
amministrative verranno amministrate dal suo Front National, Le Pen ha
impartito la direttiva di introdurre nei menù delle mense carne di
maiale, definendo la scelta degli istituti che hanno deciso di evitare
di servirla per andare incontro alle esigenze di famiglie musulmane e
ebraiche “un attacco alla laicità dello Stato” (Repubblica). Sul
Corriere, il commento del corrispondente a Parigi Stefano Montefiori,
che sottolinea come nel ripescare quella che era già stata in passato
un’istanza della formazione di estrema destra, la leader dimostri
ancora una volta la sua nuova strategia di comunicazione, mascherando
una manovra xenofoba dietro alla bandiera della laicità e dei valori
della Repubblica.
In corso oggi le elezioni nazionali in Ungheria. Sul Corriere il quadro
di una situazione preoccupante, con un leader populista e
antieuropeista come Viktor Orban che sembra aver blindato la riconferma
dopo aver già pesantemente ridimensionato la democrazia nel suo paese,
e un’opposizione dichiaratamente xenofoba e antisemita, quella del
partito Jobbik, che riesca a stargli ancora più a destra. Ancora da
Budapest, spazio sui giornali anche alla storia di uno dei leader di
Jobbik che, scopertosi ebreo, nipote di una sopravvissuta ad Auschwitz,
ha scelto di cambiare vita (Stampa).
Ampio spazio sulla maggior parte dei giornali anche alla notizia che
l’amante di Adolf Hitler, Eva Braun, sarebbe stata di origine ebraica,
secondo quanto emerso dall’esame del dna di alcuni capelli condotto dal
programma televisivo britannico “Dead famous Dna”, che richiamerebbe
una sequenza generalmente associata agli ebrei ashkenaziti. Notizia che
molti scelgono di riportare con titoli e racconti a tinte forti e di
dubbio gusto (tra gli altri “Sangue nemico” si legge sul Fatto
Quotidiano, “Hitler tradito dalla compagna. Eva Braun aveva sangue
ebreo” la proposta di Libero).
Nel voler sottolineare il presunto paradosso della storia, sorge
spontanea la domanda se con questo tipo di narrativa, non si rischia
invece di avvalorare la tesi secondo cui esisterebbe un “sangue” o
addirittura una “razza” ebraica.
Roma. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sarà tra
coloro che accompagneranno gli studenti nel Viaggio della Memoria ad
Auschwitz (Corriere). Mistero invece sul rifiuto del cimitero
acattolico di accogliere i resti dei partigiani Rosario Bentivegna e
Carla Capponi, come richiesto dalla figlia e dalle autorità locali
(Corriere Roma).
Israele. Sul Corriere Davide Frattini racconta la battaglia del kibbutz
Kfar Vitkin per non finire nelle mani di un fondo cinese. Sul
Messaggero Eric Salerno analizza le difficoltà dei negoziati di pace.
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qui
roma, qui milano
Yom
Aliyah, risposte su Israele
Quali
sono le opportunità di lavoro? In quali scuole mandare i propri figli?
Quali le condizioni per affittare o comprare casa? Domande pratiche di
chi guarda a Israele come il luogo dove proseguire il proprio cammino e
costruirsi un futuro. Domande cui si può trovare risposta attraverso
Yom Aliyah, la due giorni, tra Roma e Milano, dedicata a coloro che
scelgono per esempio Gerusalemme, Tel Aviv o Haifa come meta di vita.
Un'iniziativa che vede coinvolte la Comunità ebraica della Capitale
oggi e quella milanese domani, organizzata grazie alla collaborazione
tra l'Agenzia Ebraica, il ministero dell'Educazione israeliano e quello
per l'Aliyah, il Keren Hayesod, l'Irgun Olei Israel e progetto Masa.
“Educazione, casa e lavoro sono i tre elementi al centro delle domande
– spiega Gilad Peled, shaliach dell'Agenzia Ebraica per l'Italia – e
questo giorno vuole diventare un appuntamento fisso annuale dove poter
trovare consigli e risposte per chi decide o pensa a Israele come
futura casa". Ad accogliere il doppio appuntamento le scuole ebraiche
di Roma e quelle di Milano.
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QUI
ROMA
In
viaggio per la Memoria
Centinaia
di giovani in viaggio verso la Polonia per il Viaggio della Memoria
organizzato dalla Regione Lazio. Oltre 300 gli studenti (in
rappresentanza di 94 istituti del territorio) che visiteranno Cracovia,
il suo ghetto e l’antico quartiere ebraico di Kazimierz, e saranno poi
accompagnati nell’orrore di Auschwitz-Birkenau anche attraverso la viva
testimonianza dei sopravvissuti Piero Terracina, Sami Modiano, Andra e
Tatiana Bucci. A guidare la delegazione il presidente della Regione
Lazio Nicola Zingaretti, il vicepresidente Massimiliano Smeriglio e il
presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori. Per la Comunità
ebraica romana partecipa, tra gli altri, l’assessore alla Memoria
Elvira Di Cave.
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Il
senso di ciò che pare insensato |
Non
è compito di queste righe offrire una diagnosi sui tempi correnti,
ossia sulla natura e le matrici della crisi che come Paese stiamo
attraversando. In parte perché l’argomento, nelle sue tante
declinazioni, può risultare off topic, ossia fuori tema rispetto a una
newsletter ebraica. Poi – ed è questo, in fondo, l’aspetto più
rilevante -, data la sua natura incontenibile (nel senso che si presta
a molte sfaccettature interpretative, non sempre riconducibili a un
unico denominatore e a un solo livello di analisi), perché comporta il
rischio di fuoriuscire da un’analisi che intenda mantenere il rigore e
la comprensibilità che si chiedono a una lettura lucida, e
disincantata, del difficile presente. Rimane il fatto che le ricadute
di una crisi di trasformazione, qual è quella che stiamo vivendo, si
ripercuotono immediatamente sulla vita degli ebrei, di qualsiasi Stato
siano cittadini.
Claudio Vercelli
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Nugae
- Nero integrale |
Dolcemente
viaggiare, sì. Talmente forte il sapore di zucchero, che la maggior
parte del tempo non si percepisce nemmeno il retrogusto amarognolo
della lontananza. Dalle persone ovviamente. Che però non costituiscono
un pensiero così angoscioso dato il numero di applicazioni con nomi
inglesi e iconcine colorate, che impediscono di perdersi di vista anche
volendo. Da alcune cose, come i cinque carichissimi portapenne sulla
scrivania o il comodino verde prato stupendo a forma di valigia
comprato solo pochi mesi fa. Ma tanto qualcosa fa pensare che il
sentimento non sia reciproco, quindi non vale la pena perdere troppo
tempo a struggersi. E poi dal cane, quello sì che è un vero problema.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità:
Yitzhak Halevi Herzog |
Nel
1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion
si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità
ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che
avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di
Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del
professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa
significa essere ebreo?” – scaricabile dai siti www.proedieditore.it e
www.hansjonas.it – ha messo in luce per la prima volta in Italia quella
discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul
nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le
loro risposte.
Oggi quella di Yitzhak Halevi Herzog (1888-1959).
Nato in Polonia, agli studi rabbinici aggiunge quelli di matematica e
di lingue semitiche all’università di Londra e alla Sorbona. Emigra in
Irlanda di cui diventa Rabbino Capo nel 1925. Membro fondatore del
movimento religioso-sionista Mizrahi, partecipa attivamente al sionismo
irlandese e ai Congressi sionisti successivi. Dopo la morte del rabbino
Abraham Isaac Kook viene eletto Rabbino Capo di Eretz-Israel e si
stabilisce a Gerusalemme nel 1937. Nella sua qualità di Rabbino Capo è
stato anche presidente del Supremo Tribunale di appello rabbinico e del
Consiglio Rabbinico.
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